Santa Sede: atrocità in Medio Oriente, silenzio complice non è opzione

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2015-04-22 Radio Vaticana

Mons. Bernardito Auza, osservatore permanente vaticano presso le Nazioni Unite, è intervenuto ieri al Palazzo di Vetro di New York al dibattito sulla situazione in Medio Oriente. Il servizio di Sergio Centofanti:

Preoccupazione per mancanza progressi in negoziati israelo-plaestinesi
“La Santa Sede – ha esordito – è profondamente preoccupata per la totale mancanza di progressi nei negoziati tra Palestina e Israele”. Esprimendo “frustrazione” per l’attuale impasse, il presule ha ricordato che “Israele ha preoccupazioni reali e legittime per la sua sicurezza; tuttavia, a tale sicurezza non arriverà isolandosi dai suoi vicini”, ma “attraverso una pace negoziata con i palestinesi” e l’attuazione della “soluzione dei due Stati”, che “ha il sostegno della Santa Sede e della comunità internazionale in generale. La Santa Sede unisce la sua voce ancora una volta a tutti gli uomini di pace per chiedere negoziati seri e concreti che possano consentire di rilanciare il processo di pace”.

Superare vuoto istituzionale in Libano
MichelSuleiman001--400x300Mons. Auza ha quindi affermato che “la Santa Sede non cessa di incoraggiare i leader del Libano a risolvere la situazione di stallo che ha impedito l’elezione del presidente dal maggio 2014, mettendo da parte piccoli interessi politici per la preservazione del bene più grande di un Libano unito. Questo vuoto istituzionale – ha rilevato – rende la nazione più vulnerabile e fragile di fronte alla situazione generale in Medio Oriente. La comunità internazionale deve sostenere il Libano in ogni modo perché riacquisti la stabilità e la normalità istituzionale. Essa deve inoltre aiutare il Paese ad assistere l’enorme numero di rifugiati presenti sul suo territorio, che ha creato una situazione di rischio di infiltrazioni estremiste tra i rifugiati”.

Siria: comunità internazionale prevenga disastro umanitario ad Aleppo
images (58)Parlando del conflitto in Siria, il presule ha detto che ha raggiunto “livelli di barbarie mozzafiato”: “la distruzione indiscriminata delle infrastrutture di base, come le strutture idriche ed elettriche, ospedali e scuole, peggiora la situazione dei civili ogni giorno che passa. La caduta di Idlib, a soli 37 km a sud ovest di Aleppo, ha seminato il panico tra la popolazione di oltre un milione di persone ad Aleppo. Le minoranze etniche e religiose – ha aggiunto – sono particolarmente angosciate. La Santa Sede chiede alla comunità internazionale di prevenire l’enorme disastro umanitario che un assedio e una battaglia per Aleppo sicuramente provocherebbero. Dobbiamo fare tutto il possibile – è l’appello – per evitare l’ennesima grave violazione del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani fondamentali”.

Guerra in Medio Oriente minaccia sopravvivenza comunità cristiane
download (11)L’osservatore permanente ha quindi ribadito la forte condanna della Santa Sede “di tutti gli attacchi e gli abusi su basi etniche, religiose, razziali e altri motivi”. Ha quindi ricordato “ancora una volta che la scomparsa delle minoranze etniche e religiose del Medio Oriente non solo sarebbe una tragedia religiosa, ma una perdita di un ricco patrimonio che ha così tanto contribuito alle società a cui appartengono. Il fatto che questi gruppi sono a rischio di estinzione provoca angoscia inesprimibile e dolore”. Il mese scorso a Ginevra, davanti al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite – ha ricordato – 65 Paesi hanno firmato una dichiarazione a sostegno dei diritti umani dei cristiani e di altre comunità, in particolare in Medio Oriente: “Tale affermazione – ha detto – richiama l’attenzione sul fatto che l’instabilità e la guerra in Medio Oriente minaccia seriamente l’esistenza stessa di molte comunità religiose, specialmente dei cristiani”. Occorre, dunque, che tutti gli Stati si uniscano insieme per “affrontare questa situazione allarmante”.

Intervento urgente: il silenzio complice non è un’opzione
“Ogni intervento è ormai tardivo” – ha sottolineato mons. Auza – per quanti hanno già perso la vita o sono già stati cacciati dalle loro case e dai loro paesi: “ma d’ora in poi ogni azione tesa a salvare anche una sola persona da persecuzioni e da ogni forma di atrocità non è solo tempestiva ma urgente”. Il rappresentante pontificio, infine, ricorda l’appello di Papa Francesco alla comunità internazionale perché non resti “muta e inerte” davanti a tali inaccettabili crimini: “Non può mai essere un’opzione – ha concluso il presule – quella di restare a guardare in un silenzio complice” quanti oggi sono perseguitati, esiliati, uccisi, bruciati, decapitati, solo perché appartenenti a un diverso credo religioso o a una minoranza.

(Da Radio Vaticana)

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L’incubo totalitario firmato Casaleggio

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di Stefano Magni

(pubblicato in “La Nuova Bussola Quotidiana” del 28/12/2015)

Il libro ”Veni, Vidi, Web” non è un romanzo, ma un manifesto delirante del partito dei cinque stelle che vuole diventare realtà

E’ difficile immaginare un nuovo mondo infernale. La “distopia” è il genere letterario che descrive le utopie alla rovescia, la realtà peggiore che tu possa immaginare, appunto. Ed è quasi monopolizzata da due grandi opere che difficilmente possono avere rivali: 1984 di George Orwell e Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley. Il primo immaginava un comunismo al cubo, un regime totalitario dove ogni uomo era costantemente spiato, rieducato, aizzato contro nemici veri o immaginari, svuotato di ogni idea e sentimento al di fuori dell’amore per il Partito e per il Grande Fratello. Il secondo concepiva una distopia differente, una dittatura non palese, in cui il regime impostava gli uomini sin da prima della loro nascita, affidava a ciascuno un ruolo immutabile nella società, di produttori e di consumatori di un’economia pianificata, svuotati sin dalla nascita di ogni altra ambizione, sentimento o fede. E’ difficile immaginare qualcosa di diverso, prima di tutto, perché il Novecento ha quasi realizzato queste due differenti distopie. L’incubo di Orwell si è materializzato nei regimi di Stalin, Mao e Pol Pot ed è ancora realtà in Corea del Nord. Al Mondo Nuovo di Huxley stanno arrivando, invece, molte democrazie invecchiate dell’Unione Europea. Ma c’è un altro autore che mette in pista la sua personale distopia e, con il libro “Veni, Vidi, Web”, è diventato l’autore più venduto e letto nel Belpaese in questi giorni natalizi. E’ Gianroberto Casaleggio, il creatore del Movimento 5 Stelle assieme a Beppe Grillo. Continua a leggere

L’Italia di Renzi alla riscossa

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imagesDopo lo scontro al Consiglio Europeo tra Renzi e Merkel, la situazione non poteva che precipitare. Ormai, con la formale apertura di procedura d’infrazione decisa contro l’Italia, accusata di aver elargito “aiuti di Stato” all’ILVA di Taranto (ma la risposta italiana è stata pronta e adeguata, in quanto il denaro utilizzato per l’industria tarantina ricade sotto un capitolo di spesa, quello relativo ad opere di bonifica ambientale e di tutela della salute dei lavoratori, che è previsto dalle direttive europee), tra l’Unione Europea e l’Italia è scontro aperto e scontro che non ha precedenti. Non per la procedura d’infrazione in sé, avendone il nostro Paese collezionato ad oggi ben 163 per altrettante presunte violazioni di diritto comunitario e per mancata ricezione di direttive europee in molteplici ambiti della nostra vita nazionale (dove però anche questa continua interferenza europea nelle decisioni governative del nostro Paese non può passare inosservata), ma per il fatto che questa volta l’Italia di Renzi non ha inteso più rispettare la legge non scritta ma imperante del “quieto vivere” decidendo di attaccare frontalmente in sede di Consiglio Europeo quella Germania merkeliana che, nel perseguire legittimamente i suoi interessi nazionali, gradirebbe non essere ostacolata nei suoi piani da altri partners europei ai quali pretenderebbe di imporre in perpetuo la sua egemonia. Continua a leggere

“Uomini nuovi” per un futuro diverso

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download (62)Ogni possibilità di progresso reale del mondo globale in cui viviamo presuppone sempre più chiaramente una nuova idea di classe dirigente, un’idea per cui le classi dirigenti di domani vengano formandosi non solo, come è avvenuto negli ultimi decenni, in termini di competenze tecniche e specialistiche, di Know How ovvero di “saper fare”, ma principalmente in termini di saper stabilire il “perché” e “il senso” di ogni azione e decisione intraprese e di ogni risultato perseguito o programmato (know why). Questo era il concetto preliminare di una importante indagine svolta e pubblicata qualche anno (2012) fa da AISES, la ben nota Accademia Internazionale per lo Sviluppo Sociale ed Economico, che poneva saggiamente la possibilità di poter disporre di un nuovo e più efficace modello di sviluppo economico e sociale in relazione con la capacità del genere umano di sapersi rinnovare culturalmente in profondità e con la sua capacità di orientare in modo sensato e responsabile le proprie scelte per il presente e per il futuro. Continua a leggere

La verità fa male, Travaglio perde la testa (e le copie vendute)

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di Fabrizio Rondolino

(pubblicato in L’Unità del 13 dicembre 2015)

È bastato che Matteo Renzi proponesse alla Leopolda un gioco sui titoli di giornale più surreali degli ultimi mesi per scatenare un’ira scomposta

imagesLa verità fa male, qualche volta fa malissimo e può spingere anche galantuomini abitualmente misurati come Marco Travaglio a perdere il controllo. È bastato che Matteo Renzi proponesse alla Leopolda un gioco sui titoli di giornale più surreali degli ultimi mesi per scatenare un’ira scomposta. Tutti sanno che il Fatto è il bollettino dei Pm (soprattutto di quelli che non riescono mai a portare a sentenza un processo) e il megafono di Casaleggio, di cui condivide il metodo squadrista: ma se qualcuno lo fa notare, che peste lo colga. Continua a leggere

L’islam e la cecità occidentale

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E’ evidente che non si possano ammazzare tutti coloro che, a vario titolo, si professano di fede islamica. E’ evidente che la sicurezza degli Stati occidentali e non solo occidentali, costituiti da una popolazione di cui va accentuandosi sempre più la componente musulmana, non possa essere realisticamente e utilmente perseguita attraverso misure repressive che finiscano per ledere la dignità personale dei credenti in Allah e nel suo profeta. Ma è altrettanto evidente che uno dei motivi per i quali l’Occidente non riesce a fronteggiare adeguatamente il terrorismo contemporaneo è proprio l’insipiente ed inetta sottovalutazione della natura violenta dell’islam e dell’islam non in quanto religione strumentalizzata da alcuni fanatici terroristi che ad essa si richiamerebbero solo a fini di potere e di dominio ma in quanto religione originatasi proprio da un retroterra psicologico e culturale di risentimento, di odio e di violenza persino sanguinaria. Continua a leggere

Perché le accuse di Putin alla Turchia di comprare petrolio dall’Isis sono fondate

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Erdogan ha sfidato la Russia a fornire le prove. Un’indagine del Financial Times punta il dito contro Ankara, che da anni favorisce i jihadisti in Siria

di Leone Grotti

(pubblicato in “Tempi” dell’1 dicembre 2015)

imagesA margine della Conferenza sul clima di Parigi, il presidente russo Vladimir Putin doveva incontrare il suo omonimo turco, Recep Tayyip Erdogan, per favorire la riconciliazione tra i due paesi dopo l’abbattimento di un jet russo da parte di Ankara. Putin invece, dopo aver rifiutato l’incontro, ha rincarato la dose: «Sospettiamo che il Su-24 sia stato abbattuto per assicurare forniture illegali di petrolio dall’Isis alla Turchia. Il petrolio proveniente dalle zone controllate dall’Isis viene consegnato in Turchia su scala industriale».

«VEDIAMO LE PROVE». Erdogan ha subito ribattuto alzando ulteriormente i toni: «È immorale accusare la Turchia di comprare il petrolio dall’Isis. Se ci sono i documenti, devono mostrarli, vediamoli. Se questo viene dimostrato, io non rimarrò nel mio incarico. E lo dico a Putin: lui manterrà il suo incarico?». È difficile che Mosca abbia delle prove documentali, ma anche se le avesse cambierebbe poco. E in fondo, non servono proprio. Continua a leggere

Ankara, processo al giornalista che svelò i camion di armi turche diretti ai jihadisti in Siria

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di Leone Grotti

(pubblicato in “Tempi” del 27 novembre 2015)

Il direttore di Cumhuriyet, denunciato dal presidente Erdogan in persona, rischia l’ergastolo per «terrorismo e spionaggio». La procura ha chiesto il suo arresto

Can Dündar, direttore di Cumhuriyet, il giornale che a maggio ha pubblicato con uno scoop internazionale le foto e il video esclusivo delle armi inviate dalla Turchia alle milizie islamiste in guerra contro Assad in Siria, ha cominciato oggi il suo processo ad Ankara. Accusato di spionaggio e terrorismo, rischia una pena che va dai 10 anni all’ergastolo.download (59)

Can Dündar

«PAGHERÀ A CARO PREZZO». Il procuratore Irfan Fidan ha chiesto che Dündar, insieme a un collega, venga arrestato durante il processo e ora la corte dovrà decidere. Il processo è particolare anche perché non è lo Stato ad aver denunciato il giornalista, ma il presidente Recep Tayyip Erdogan in persona, chiedendo per lui l’ergastolo più 42 anni di carcere. A giugno il presidente turco disse: «Chi ha pubblicato il video pagherà a caro prezzo questa decisione». Continua a leggere

Breve nota sul terrore contemporaneo

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di Francesco Lena

Gentile Redazione spero voglia pubblicare nel suo blog questa brevissima nota con la quale umilmente vorrei essere partecipe del dibattito etico-politico che si svolge con puntualità e chiarezza sul blog “Vangelo e Democrazia”.download (58)

Su quel che sta accadendo in Europa, sui gravi pericoli che su essa ormai stabilmente incombono, non ci si sforzerà mai abbastanza di dire la verità chiedendosi perché stiano succedendo queste disumane stragi, con attacchi terroristici disumani da condannare assolutamente e risolutamente senza rimanere succubi del “politicamente corretto”.images Il problema, infatti, richiede un grado talmente elevato di obiettività e lucidità razionale e morale da apparire ancora piuttosto distante da una sua stabile e definitiva risoluzione. Continua a leggere

L’islam, il terrore e l’università “Orientale” di Napoli

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download (57)di Manfredo Morganti

Per la professoressa Elda Merlicchio, rettore dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, che è il principale ateneo italiano specializzato negli studi delle culture extraeuropee e tra queste, naturalmente, anche quelle del Medio Oriente e della sponda sud del Mar Mediterraneo, l’islam non c’entra con i recenti atti terroristici di Parigi. Lo si apprende anche dal giornale “Il Mattino” di ieri. La professoressa, specializzata in linguistica germanica e non in materie che abbiano come oggetto specifico lo studio dell’islam o della storia mediorientale, sostiene che «non si possono confondere atti terroristici con una religione che sicuramente non predica il terrore». Continua a leggere