Breve nota sul terrore contemporaneo

di Francesco Lena

Gentile Redazione spero voglia pubblicare nel suo blog questa brevissima nota con la quale umilmente vorrei essere partecipe del dibattito etico-politico che si svolge con puntualità e chiarezza sul blog “Vangelo e Democrazia”.download (58)

Su quel che sta accadendo in Europa, sui gravi pericoli che su essa ormai stabilmente incombono, non ci si sforzerà mai abbastanza di dire la verità chiedendosi perché stiano succedendo queste disumane stragi, con attacchi terroristici disumani da condannare assolutamente e risolutamente senza rimanere succubi del “politicamente corretto”.images Il problema, infatti, richiede un grado talmente elevato di obiettività e lucidità razionale e morale da apparire ancora piuttosto distante da una sua stabile e definitiva risoluzione.

Per chi è utile mettere in circolazione tante armi? Chi ha creato ISIS? Chi li addestra? Chi li finanzia? Chi li fornisce le armi? Chi li sostiene politicamente? Che rapporto c’è tra islam e terrorismo? Certo, alcune risposte a questi interrogativi sono state già date, ma possiamo ritenere che si sia giunti a cogliere, in modo soddisfacente, la radice stessa del drammatico processo storico in atto? Anche il parlare di terza guerra mondiale “a pezzi”, d’altra parte, non rischia ancora di essere generico o addirittura fuorviante, sino a quando per esempio non si spieghi chiaramente quali sarebbero gli schieramenti politico-militari che si contrapporrebbero in tale ipotetico conflitto e gli stessi specifici interessi che starebbero alla base di una loro eventuale contrapposizione?

Questo peraltro non riduce il valore della presa di posizione di papa Francesco contro certe logiche di distruzione e di morte che sono comunque profondamente diffuse a livello planetario, imagesma punta a sottolineare che le denunce, per rivelarsi realmente utili ed efficaci, devono poter essere accompagnate da analisi precise, circoscritte e quindi davvero capaci di orientare l’azione politica e gli stessi interventi militari che dovessero ritenersi necessari a sradicare il cancro del terrorismo e di ciò che obiettivamente lo riproduce nella storia.

Se si vuole scongiurare il pericolo di uno sterile “moralismo”, nonostante tanti autorevoli appelli al dialogo e alla concordia, alla collaborazione tra i popoli per prevenire stragi e guerre, fame e povertà specialmente nelle aree più depresse del mondo, bisognerà da un lato incrementare il tasso di approfondimento critico delle nostre analisi, delle nostre diagnosi e previsioni, e dall’altro non lasciare queste ultime relegate nell’angusto e ancora improduttivo ambito di un intellettualismo fine a se stesso oppure, al contrario, in quello di un fideismo profetico non correttamente calibrato sui dati oggettivi del composito e complesso mondo economico culturale e religioso in cui ci troviamo a vivere.

Francesco Lena

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