Renzi, Grillo e i sedicenti “filosofi” pentastellati

Renzi accetterà la proposta non “incredibile” ma ben prevedibile di Grillo e accoglierà a braccia aperte i grillini (e forse lo stesso Grillo, che tenta sempre di starsene sulle sue, anche quando subisce delle sonore sconfitte) che si presenteranno al suo cospetto per discutere di legge elettorale.images (34)

Nel PD non tutti sono d’accordo perché convinti che l’iniziativa di Grillo e Casaleggio sia manifestamente strumentale e, come al solito, volta a perseguire specifici interessi di bottega in un momento molto difficile per il loro Movimento che, qualora dovesse continuare per almeno tre anni e sia pure con qualche relativa battuta d’arresto l’appeal politico-sociale di Renzi, potrebbe andare incontro ad un lento ma ineluttabile disfacimento per il semplice fatto che molti di coloro che hanno fin qui votato per Grillo e compagni, sotto l’effetto di una crisi economica spaventosa cui non hanno saputo rispondere le tradizionali forze politiche, alla lunga non avrebbero più una valida ragione per continuare a dare fiducia a gente che ha dimostrato ampiamente di essere priva di una vera cultura politica e di governo e, spesso addirittura, di cultura tout court.

In ogni caso, anche se non tutti i suoi compagni di partito vedono di buon occhio questo incontro, Renzi seguirà ancora una volta il suo istinto politico che lo porta sempre a misurarsi con chiunque al fine di trarne comunque qualche sostanzioso vantaggio politico. Sarà tuttavia difficile che nel frattempo, come alcuni osservatori sperano, possa iniziare una reale metamorfosi della mentalità polemico-disfattista del Movimento 5 Stelle con la possibilità che esso approdi prima o poi a posizioni politico-parlamentari più “costruttive” e soprattutto più seriamente ricettive delle enormi problematiche economico-sociali presenti nel nostro Paese.

L’esercito parlamentare grillino potrà forse mutare tattica ma difficilmente potrà rinunciare alla sua strategia familistica e settaria, che è quella di conseguire un potere quanto più ampio possibile per consentire a chi a vario titolo e in diversa misura ha investito nella creazione del 5 Stelle e nella partecipazione attiva alle sue lotte contro “il sistema” di raggiungere i risultati sperati: la povera gente, i disoccupati, gli operai, i malati e i disabili, per non parlare dei dipendenti pubblici e dei pensionati, degli insegnanti e di tante categorie sociali sottopagate, non hanno mai costituito, se non molto genericamente e retoricamente e solo con qualche rarissima eccezione, il fulcro delle preoccupazioni politiche dei parlamentari pentastellati.download (3)

Alcuni di questi, è vero, sono stati preposti a presiedere le principali liturgie di critica agli sprechi, alla disonestà della politica altrui, alla incapacità delle vecchie forze politiche di perseguire veramente gli interessi generali e di rompere con il dominio europeistico-eurocratico, ma in realtà queste liturgie del tutto profane servono solo a catturare il consenso di tutti coloro che vorrebbero in buona fede essere liberati da gioghi effettivamente insopportabili.

Prendete per esempio un senatore grillino come Nicola Morra che, legato a Grillo da un consistente anche se oscuro rapporto di amicizia e di sudditanza e fedelissimo portavoce del portavoce primo, definiva il discorso al senato del neopresidente del Consiglio Renzi qualcosa di insignificante e che oggi ha la faccia tosta di affermare, in un’intervista a “La Stampa”, che, dato “l’enorme consenso ottenuto da Renzi alle ultime elezioni, non solo lui, per indole portato a confrontarsi ‘sempre con tutti’ e a maggior ragione ‘con Renzi’, ma il suo stesso Movimento avevano il dovere di chiedere un incontro con l’attuale presidente del Consiglio per non rischiare di operare contro gli interessi del popoloimages (35)italiano”. Ma com’è sensibile il senatore Morra! Per il bene dei cittadini, e solo per questo, è persino disposto a trattare oggi con Matteo Renzi, che forse dovrà anche ringraziarlo per tanta straordinaria disponibilità e generosità! Noi che gli siamo stati colleghi in un modesto liceo di Cosenza non conoscevamo queste sue eccelse qualità! Abbiamo sempre saputo che fosse un buon insegnante di filosofia e storia, anche se un po’ narcisista e supponente; ma che ora venga buffamente spacciandosi come sommo intellettuale e come politico colto e sensibile al grido di dolore dell’italica gente, cedendo peraltro come si rileva da alcuni servizi giornalistici persino alla tentazione di sentirsi “un filosofo” di prim’ordine pur senza aver mai scritto e pubblicato nulla che possa attestarne minimamente le qualità critico-speculative e pur non di rado esprimendo concetti banali o risibili, è una di quelle cose che onestamente non avremmo mai potuto immaginare anche a voler essere particolarmente benevoli nei suoi confronti!

Ma si vede che nel 5 Stelle, dove la cultura e il sapere critico tendono visibilmente a latitare, si fa presto, soprattutto per uno che abbia l’opportunità di contrarre con Grillo un particolare rapporto di amicizia, ad assurgere al rango di intellettuale oltre che a quello di politico occasionale destinato a non lasciar traccia nella storia del Paese!

Già tempo fa nel meetup di Cosenza, ci fu chi attribuì il nostro sarcasmo e le nostre critiche a Morra a puro e semplice livore personale, ad invidia verso un collega capace di riuscire là dove noi avremmo fallito. Non sentiamo naturalmente il bisogno psicologico di rispondere e di discolparci rispetto a queste inevitabili accuse, anche perché in questi casi ognuno ha facoltà di girare la frittata come gli pare.

Ma, quale che sia il grado della nostra attendibilità personale, da cattolici, che sanno quel che dicono e perché lo dicono e che non temono smentite, vorremmo invitare fraternamente il cattolico Morra a ridimensionarsi secondo quanto la sua stessa coscienza gli imporrebbe di fare, ad indossare i difficili panni dell’umiltà e della serietà e a pensare molto meno alle proprie e ingiustificate ambizioni personali e molto più a quei bisogni reali del popolo italiano che egli viene talvolta evocando senza averne alcuna precisa cognizione di causa, ma soprattutto vorremmo invitare il cattolico Renzi, di gran lunga politicamente più serio e più capace dei Grillo, dei suoi sodali e dei suoi sottoposti, a non cedere alla tentazione di voler piacere più ai “poteri forti” dell’Europa e del mondo che ai “poteri deboli” di folle nazionali affamate di lavoro, di dignità e di giustizia sociale.

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