Prostituzione a Roma: appello ai cattolici romani!

 di Nino Formisano

images (18)Il Comune di Roma sarebbe pronto a legalizzare il mercato del sesso, creando una zona urbana ad hoc. Se questo corrisponde al vero, la comunità cristiana e cattolica della capitale d’Italia non può restarsene con le braccia conserte ma fare attivamente tutto quello che è nelle sue possibilità per impedire al sindaco Marino, che ha già dato prova di stupidissima laicità sulla questione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, di compiere un altro aberrante passo amministrativo che avrebbe nefaste conseguenze sulla convivenza civile già abbastanza difficile della Città eterna.

Ma, come, tanti laici generosi e tanti uomini di fede, tra cui alcuni sacerdoti particolarmente impegnati e coraggiosi, si danno tanto da fare per liberare moltissime ragazze dal giogo di sfruttatori senza scrupoli e l’onorevole Marino non ha altro di meglio da pensare che varare provvedimenti che ovviamente accrescerebbero di molto il degrado e la criminalità della società romana? Penso che Renzi dovrebbe intervenire: come Presidente del Consiglio e come cattolico.

La Giunta capitolina sembra voler replicare a queste obiezioni argomentando che i provvedimenti in questione si renderebbero necessari proprio per limitare e non per ampliare la prostituzione e fenomeni connessi ad oggi molto diffusi in diversi quartieri e zone della città. Come dire: si individuerebbe un certo numero di strade da destinare alle “peripatetiche”, e quindi si creerebbe un vero e proprio quartiere a luci rosse (come, sembrerebbe, l’Eur) per evitare che l’intera città sia infestata dal malcostume e dall’immoralità dilaganti. Si potrebbe chiedere: perché mai quel quartiere e non altri al suo posto? images (19)Ma la domanda principale è un’altra: è legittimo giuridicamente, è lecito moralmente, è sensato politicamente che un’amministrazione comunale, per giunta cosí importante come quella romana, tolleri comunque o addirittura incoraggi il radicarsi sociale di un vizio, di un fenomeno cosí turpe e deleterio come quello della pubblica prostituzione e dei relativi fenomeni di sfruttamento gestiti da criminali di ogni genere?

E a chi osserva che la prostituzione è vecchia come il mondo e non potrà mai eliminata dalla società, bisogna rispondere che questa affermazione è certamente realistica e forse anche condivisibile, ma che lo Stato e quindi anche gli enti locali che ne costituiscono le necessarie articolazioni amministrative non può avallare in nessun caso sul piano legislativo fenomeni che minano alla radice i fondamenti del vivere civile e i più basilari princípi del decoro e dell’ordine pubblici. Chi vuol essere dedito alla prostituzione, faccia pure ma senza il beneplacito della legge e anzi assumendosi il concreto rischio di essere severamente colpito dai rigori della legge stessa. Questo significa concepire e praticare la politica per fini eminentemente civili che sono esattamente antitetici a quelli che vorrebbe perseguire il sindaco Marino e la sua giunta.

images (20)Perciò, cattolici romani, fatevi sentire e siate capaci di creare un cosí ampio e incisivo movimento di dissenso rispetto alle misure prospettate da costringere Marino e compagni a rinunciarvi per sempre. Dovete schierarvi assolutamente con don Aldo Buonaiuto il quale, in qualità di rappresentante di un’associazione che si prende cura delle prostitute, ha giustamente affermato che il progetto di Marino implica né più né meno che la legittimazione dello sfruttamento delle donne: «sostanzialmente», ha detto amaramente senza peli sulla lingua, «vogliono che sia lo Stato a diventare il magnaccia».  

Nino Formisano

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