Patata bollente, Grillo sbugiardato: ecco cosa diceva lui di Boschi, Boldrini e Montalcini

di Gianluca Veneziani

(pubblicato in “Libero” del 10 febbraio 2017)

Ma come, Beppe, proprio tu. Tu che, tra blog e social, hai sparso perle sessiste un po’ dovunque, senza fare distinzioni di età, di partito, di avvenenza fisica, e che hai attaccato ripetutamente le parlamentari in quanto donne, le donne in quanto parlamentari e le donne in quanto donne, ora fai il piangina e gridi allo scandalo per il titolo di Libero sulla Raggi alle prese con una «Patata bollente»?

Che la coerenza non fosse il tuo forte lo avevamo già intuito, ma pensavamo che ciò si limitasse a faccende tutte politiche, al fare i giustizialisti con gli altri e i garantisti con i propri, alla convinzione che «tutti gli indagati sono uguali, ma i nostri sono più uguali degli altri». E invece no, ci sbagliavamo, perché i cortocircuiti e le continue giravolte fanno parte del tuo modo di essere e di scrivere e forse della natura stessa del Movimento, che ha inventato insieme la post-verità e il suo rovescio. E in questo ci vuole talento, bisogna riconoscerlo.

Sai com’è, però. Uno dei maggiori problemi del web, della tua amata rete, è che le cose che dici e scrivi rimangono, e puoi rinnegarle, cancellarle o rimangiartele quanto vuoi, ma là restano, scripta manent in Internet. E ci sarà sempre qualcuno pronto a tirarle fuori e a rinfacciartele, alla prima occasione buona. Come noi, stavolta.

Ecco, dunque, tu che ora ti ergi a paladino della Raggi vilipesa sessualmente da Feltri&Senaldi, dovresti ricordarti di quella volta in cui, con un post su Facebook, ti chiedevi «cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?» e linkavi un video, sotto il quale i commentatori si scatenavano, dicendosi pronti o a «trombarla» in prima persona o a «portarla in un campo rom e farla trombare con il capo villaggio». Non era sessista quel post? E soprattutto non se lo ricorda la Boldrini, che ora invece prende le parti del Movimento e in un tweet scrive «Piena solidarietà alla sindaca Raggi per volgarità sessista del quotidiano #Libero»? Eppure parliamo di quella stessa Boldrini, contro la quale voi del Movimento avevate fatto querela per diffamazione, avendo lei definito gli interventi sul blog di Grillo degni di «potenziali stupratori».

Ma ci si dimentica subito delle offese date e subite quando si tratta di fare fronte comune contro uno stesso nemico: un giornale di destra. E perciò è probabile che si sia scordata degli insulti pure Maria Elena Boschi contro la quale tu, Grillo, avevi ritwittato un post non proprio sobrio secondo cui il vero lavoro dell’ allora ministra delle Riforme era battere sulla strada. «#Boschidovesei», lanciavi l’ hashtag su Twitter, dopo l’ affaire Banca Etruria. E subito rilanciavi la risposta di un tuo follower: «In tangenziale con la Pina». Quando si dice lottare contro il sessismo…

Non fu l’ unico caso. Perché le donne del Pd sono state da te a lungo associate ad attività che esulavano, come dire, dalla prassi politica. Ad esempio quella Debora Serracchiani, da te accusata sul blog di avere troppi incarichi al suon di «Serracchiani mille mani» (avevi avuto la decenza di non specificare, allora, cosa facesse con quelle mani), e ancora più direttamente offesa con il retweet «#SerracchianiBugiarda stuprati le orecchie».

Uno può pensare che sia normale prendersela con le donne più in vista, con quelle che, al momento, rappresentano bersagli da attaccare sul piano personale per colpirle sul piano politico. Ma allora come giustificare gli attacchi immotivati a figure di lungo corso e ormai di secondo piano, che non sono più un vero ostacolo per la conquista del potere?

Gente come Rosy Bindi che nel 2012, in una poco allegra dichiarazione, definisti una sessuofobica nonché una povera sfigata che non aveva mai conosciuto i piaceri della carne. «La Bindi», dicevi, «problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti. Vade retro, Satana. Niente sesso». Al confronto, la punzecchiatura del Cav che la definiva «più bella che intelligente» era una carezza… A proposito di Cav, sei stato pure capace di postare un’immagine di pessimo gusto con Mara Carfagna, Ruby e Nicole Minetti che si toccavano gli attributi, in compagnia di Gad Lerner, che a sua volta si ravanava i gioielli di famiglia; un fotomontaggio del tutto gratuito rispetto al contenuto del post in cui sostenevi che in politica non serve la gavetta… Ma in quel caso era l’immagine a parlare, più delle parole. Non fu l’ apice del trash sessuale, perché fosti in grado di prendertela anche con l’ allora 92enne (sic!) Rita Levi Montalcini, l’ illustre scienziata italiana, accusandola dopo la sua nomina a senatrice a vita (era il 2001) di aver ricevuto il premio Nobel solo perché al soldo di una casa farmaceutica che le aveva comprato il premio, e chiosando in modo invero elegante: «Vecchia puttana!».

E vabbè, dici, sono le donne il pallino fisso di Beppe Grillo, che sotto sotto deve essere pure un po’ misogino. E invece no, perché Beppe-il-paladino-delle-donne-contro-Libero sa berciare anche contro gli omosessuali, gay in politica come Vendola che – siccome riceve un vitalizio di oltre 5mila euro – merita, a suo giudizio, tweet pesantemente omofobi. Ai tempi Grillo lanciò prima l’ hashtag #BabyVendola, contro la sua baby-pensione, e poi ritwittò il post «Vendola vaffanculo! Ah no, ti piacerebbe»… Che classe. Se gli tocchi la Raggi, va su tutte le furie. Ma se si tratta di bersagliare ogni altra donna o omosessuale, che si insulti pure. Forse la spiegazione sta in una battuta di Crozza, parafrasata: per lui la Raggi non è una donna. È una grillina.

di Gianluca Veneziani

 

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