Lettera aperta al sindaco Occhiuto

Egregio sindaco, non le contesto né la pessima politica viaria e urbanistica che da un paio di anni sta cocciutamente portando avanti nella nostra città di Cosenza, dopo averla meritoriamente modernizzata e resa vivibile in un primo tempo, né la politica edilizia e abitativa e più in generale relativa ai lavori pubblici perseguita a tamburo battente dalla sua Amministrazione con finalità abbastanza dubbie e con incerte prospettive di reperimento di mezzi finanziari, né le sue fin troppo palesi ambizioni politiche e il suo atteggiamento spocchioso verso chiunque osi rivolgerle critiche sensate, né le misure inequivocabilmente vessatorie e per certi aspetti illegali adottate verso gli automobilisti con contravvenzioni effettuate sulla base di disposizioni e di una segnaletica del tutto equivoci e agli stessi notificati ben oltre il periodo previsto dalla legge e dalla stessa Cassazione, nè il fatto che autorizzi ormai in evidente eccedenza rispetto agli spazi cittadini e alle reali necessità della cittadinanza l’apertura di sempre nuovi esercizi commerciali.

Niente di tutto questo intendo contestarle, perché si potrebbe argomentare che siamo pur sempre nell’ambito dell’opinabile e che un sindaco ha il diritto oltre che la responsabilità di varare tutte quelle disposizioni che ritenga necessarie o realmente utili al miglioramento delle condizioni di vita della sua città. Ma su un punto, come cittadino e come cattolico, ho il dovere di muoverle precise e severe contestazioni. Ha presente piazza Santa Teresa e la chiesa che vi sorge? Lei sa bene che in quella zona, dove sono stati da lei autorizzati alla vendita di alcolici alcuni pub e pubblici locali dove torme di giovani scapestrati e assolutamente incuranti della quiete e dei luoghi pubblici si ritrovano nelle ore serali e notturne, da tempo ormai immemorabile di notte succede qualcosa di assolutamente intollerabile da un punto di vista morale e civile, ovvero la devastazione della piazza suddetta con bottiglie, bicchieri di carta e di vetro rotti, cartaccia di vario genere e cicche di sigaretta, dosi massicce di liquido urinario, il tutto accompagnato da atti vandalici che si estendono lungo tutti i gradini e sino al portone della chiesa.

Ora, per un cristiano e cattolico, qual io sono, tutto questo si chiama profanazione reiterata di luogo sacro. La polizia dice che non può fare niente perché le ordinanze comunali sono quelle che sono, la magistratura, nonostante diverse denunce prodotte in tribunale, ritiene di dover tacere e, a parte gli abitanti di quel quartiere in perenne conflitto con lei, la città di Cosenza appare del tutto disinteressata. Persino gli onorevolissimi politici dei 5Stelle, che le creano tanti problemi e preoccupazioni su numerose problematiche cittadine, non ritengono di batter ciglio e di importunarla su questa gravissima questione. Tutto questo è comico e tragico ad un tempo. Mi dica: perché se, a piazza dei Bruzi o a corso Mazzini o a piazza Bilotti, qualcuno sfregia una di quelle strane icone di ferro o marmo o altro, da qualcuno considerati addirittura veri capolavori d’arte, viene immortalato da telecamere che dopo poche ore lo consegnano materialmente alla giustizia, e a piazza Santa Teresa, nonostante la presenza di svariate telecamere a circuito chiuso, non viene immortalato e arrestato mai nessuno tranne che in casi di efferati delitti contro le persone? Ma come: un sindaco così severo e inflessibile su tutto e con tutti, ma non sull’immonda e ordinaria porcilaia che i giovani cialtroni di Cosenza, avallati da chi li rifornisce di alcool per tutta la notte, si sentono ormai autorizzati a ricostituire e a riproporre alla pubblica opinione di notte in notte!

No, non un semplice sindaco; ma un sindaco che si professa cristiano e cattolico, anzi terziario francescano, che non tiene non solo alla tranquillità dei suoi concittadini, al decoro della sua città, ma persino ad una chiesa e ad una delle chiese più centrali della città! Diciamolo: un sindaco cattolico e terziario francescano, che non si perde, con tanto di fascia tricolore al petto, una sola processione cittadina guidata dal vescovo e che ostenta a destra e a manca tutti i suoi presunti meriti, ma che non si degna di proteggere, secondo le prerogative di cui dispone, di tutelare, di difendere la Chiesa di Cristo da continui oltraggi e da veri e propri atti sacrileghi! Stia attento sindaco Occhiuto, stai attento fratello Mario: forse riuscirà o riuscirai a spuntarla sui suoi tanti avversari politici, ma su Dio non la spunterà (non la spunterai), anche perché nostro Signore è particolarmente inflessibile verso coloro che si limitano a dire: “Signore, Signore!”. Rifletti, fino a quando il tuo tempo non sarà scaduto, ma ricordati che il tuo tempo potrebbe scadere anche domani!

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