Il sindaco di Cosenza o dell’insensatezza amministrativa

Se il sindaco è Mario Occhiuto, è ormai inevitabile una critica franca e radicale. Perché? Vediamo. Se un sindaco si incaponisce nel voler perseguire progetti urbani, ma sarebbe meglio dire inurbani, che penalizzano oggettivamente un’intera città, e non solo questa o quella categoria commerciale o professionale ma praticamente tutti i cittadini che vi risiedono e che ovviamente non dispongono di pass o permessi privilegiati, vuol dire che quel sindaco, per quanto meritorie possano risultare talune opere urbane da lui compiute, non solo dimostra di essere privo di cultura civile e democratica ma dà anche adito a pesanti dubbi circa la vera natura e il vero scopo delle sue scelte amministrative. Se un sindaco, anziché puntare a snellire e a rendere più veloce la circolazione delle autovetture, non fa altro che creare veri e propri percorsi ad ostacoli che rallentano e intasano terribilmente il traffico, contribuendo altresí a creare vere e proprie bolle di inquinamento ambientale soprattutto nelle ore di punta e ad accrescere il disagio psicologico e la tenuta nervosa di chi viene costretto a stare molto più tempo al volante, non c’è dubbio che le sue capacità logiche siano quanto meno discutibili; se poi giustifica la sua decisione di proibire la circolazione del traffico urbano davanti alle scuole elementari o meglio solo davanti a qualcuna di esse (chissà perché!) con l’esigenza di creare più spazi e maggiore vivibilità per i piccoli allievi che le frequentano, non si accorge di essere come minimo incongruente dal momento che gli stessi bimbi di quelle scuole, quando ne escono alla fine delle lezioni, devono percorrere strade completamente intasate di traffico e quindi verosimilmente attraversate da nuvole forse invisibili ma molto dense di gas tossici che non possono non influire proprio e principalmente sulla salute di coloro che si dice di voler invece tutelare; se poi quel sindaco dichiara che certi provvedimenti, accompagnati dall’indiscriminato mandato conferito ai vigili urbani di colpire con raffiche di multe e sanzioni quanto più automobilisti possibile, mirano a scoraggiare l’uso della macchina e sono funzionali ad una sorta di logica educativa come sarebbe quella del “camminare a piedi” ai fini di una maggiore vivibilità urbana, evidentemente egli non si avvede di confondere l’imposizione autoritaria e interessata (in quanto ci sono parcheggi pubblici megagalattici a pagamento che altrimenti rischiano di rimanere vuoti o semivuoti!) con l’educazione civica e con un salutare stile di vita.

Se infine capita, ma non sarebbe ancora tutto, viste le gravi pendenze giudiziarie incombenti sull’amministrazione comunale e sulla persona dello stesso sindaco, che ci si disinteressi completamente della quiete pubblica notturna, cui ogni cittadino ha pienamente diritto, di interi quartieri della città solo per favorire attività commerciali basate principalmente sull’uso massiccio di alcolici e raduni oltremodo chiassosi e prolungati di soggetti più o meno giovani non di rado dediti all’assunzione di droghe e  frequentemente coinvolti in risse e pestaggi di ogni genere, che generano peraltro sporcizia e atti vandalici sul sagrato di una chiesa centrale della città di Cosenza, vuol dire che a quel sindaco, pur apparentemente cosí concreto ed efficiente, fa difetto il senso civico e ogni più elementare capacità etica di distinguere tra il lecito e l’illecito, tra un’amministrazione efficiente e un’amministrazione iniqua, tra interesse pubblico e interesse privato, tra diritto e arbitrio. E se è cosí ci si chiede se quel sindaco meriti solo di essere contestato a parole e a fischi dai cittadini, come pure in più di un’occasione è avvenuto, e non piuttosto di essere perseguito dalla magistratura che però fin qui stranamente, a fronte di tante denunce prodotte in tutti i modi possibili e immaginabili dai cittadini, non è ancora intervenuta.

Il signor Mario Occhiuto ha già distrutto quel poco di buono che negli anni passati aveva creato, dimostrandosi molto più limitato e vanesio di quanto si potesse pensare. Se ne è accorto persino il prudentissimo e silenzioso vescovo di Cosenza, mons. Francesco Nolè, che gli ha intimato in qualche modo di farla finita con la sua manìa di grandezza e le sue ambiguità etico-amministrative, anche se Occhiuto se l’è presa a male contestando a sua volta il prelato cosentino, nonostante non faccia mistero di essere un “terziario francescano”!

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