Chi di spada ferisce…

In tutti questi mesi ho taciuto, anzi ho quasi totalmente disertato il mio blog, non solo perchè esso non è stato concepito come una specie di bollettino di tutte le futilità che accadono nel mondo, ma anche perchè per alcuni mesi, avendo scritto articoli decisamente critici su Movimento5Stelle soprattutto e sui partiti di destra prima che il partito di Salvini e quello di Grillo si costituissero in coalizione di governo, ho tirato deliberatamente i remi in barca in attesa di capire se e fino a che punto le mie precedenti analisi fossero errate e anche per verificare pazientemente il grado di legittimità e solidità di scelte, proposte, provvedimenti di governo adottati dalla suddetta coalizione governativa, anche e principalmente in rapporto alla politica europea e al confronto con gli organi di potere della UE.

Devo confessare apertamente che io non ho affatto, come si suol dire in questi casi, aspettato maliziosamente al varco i nuovi protagonisti della vita politica italiana: ho provato, infatti, persino una certa ammirazione per l’opera certamente innovativa, checchè ne dica oggi l’ambizioso ma un pò vacuo Minniti, svolta da Matteo Salvini in materia di sicurezza e immigrazione, che sono pur sempre problematiche incandescenti comunque le si tratti, e anche e forse soprattutto per l’atteggiamento forse un pò guascone ma indubbiamente molto efficace da lui assunto, più che dal più impacciato Di Maio, verso l’Unione Europea.

Su quest’ultimo punto, in particolare, avevo ripetutamente criticato Renzi che aveva sì cominciato a interloquire con un certo piglio con i vari capi e organi politico-economici europei, ma senza quella continuità e quella risolutezza che avrebbe potuto e dovuto portare ad una svolta decisiva appunto per quanto concerne i rapporti tra Italia ed Europa. Anzi, proprio l’indecisione mostrata in tal senso da Renzi, insieme a diverse altre ragioni, avrebbe determinato all’ultima competizione elettorale la sua sconfitta e il declino politico del partito democratico. 

Ora, io non so se Salvini e la sua compagine governativa riusciranno nel tempo a conseguire i risultati sperati da gran parte del popolo italiano, ma fino ad oggi, nonostante le critiche concentriche ad essi rivolti da intellettuali, politici, giornalisti e grancasse mediatiche di vario orientamento, bisogna riconoscere che l’Italia ha avuto non solo un vero sussulto di dignità, che non mostrava più da tempo immemorabile, ma la capacità di cambiare in meglio alcune coordinate fondamentali della vita politica nazionale.

Senonchè, sia pure apprezzando positività e meriti politici dell’attuale governo, alcuni nodi cominciano a venire al pettine proprio su quel piano morale su cui in particolare il partito di Grillo aveva costruito la sua fortuna politica sino alla presa del potere in collaborazione con la Lega salviniana. I grillini si erano autoincensati come i puri, gli onesti, gli incorrotti della politica italiana, polemizzando ferocemente contro le malefatte e l’indegnità di partiti come PD e Forza italia, rei di aver portato l’Italia allo sfacelo. Oggi si apprende che anche in casa del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, s’intende dire proprio nella sua famiglia e nell’azienda di suo padre, sarebbe allignata e non da ieri la corruzione e il lavoro nero non retribuito regolarmente, e questo purtroppo resterà come una macchia indelebile sull’immagine pubblica del volitivo premier grillino nonostante i suoi sforzi di correre ai ripari per dimostrare la sua estraneità ai fatti. I Renzi, le Boschi, gli stessi famigerati Berlusconi e quant’altri non possono che “esultare” alla luce di questa disgrazia capitata a Di Maio perché a loro volta, a causa di analoghe disgrazie familiari da essi patite, erano stati bersaglio delle feroci e umilianti accuse degli stessi grillini. 

Ci sono proverbi e proverbi, nel senso che alcuni di essi non sono semplici luoghi comuni ma detti popolari largamente radicati in un’esperienza storica ultrasecolare. Ancor più attendibile e calzante deve perciò apparire, in questo caso, il detto evangelico secondo cui “chi di spada ferisce, di spada perisce”. Ma quel che più conta, probabilmente, è che da qui a non molto il Movimento5Stelle potrebbe pagare, proprio sul piano politico ed elettorale, il prezzo della sua falsa moralità oltre che della sua improvvisata competenza politica. Sì, perché qualunque cosa accada, sono sempre del parere, più volte espresso nei miei articoli di un paio di anni or sono, che il partito di Grillo è prevalentemente un partito di farabutti patentati, di  cialtroni e opportunisti di ogni specie, di avventurieri della politica che da una contingenza storica molto particolare del popolo italiano hanno tratto ragioni e possibilità per un loro inimmaginabile successo personale.

Voci di popolo, qua e là circolanti sul web, dicono che alcuni esponenti anche di spicco del movimento politico in questione, arricchitisi improvvisamente per alcune vincite milionarie al lotto, sarebbero riusciti a comprarsi addirittura la propria carriera politica sottoscrivendo regolari contratti privati e segreti con la ditta Grillo-Casaleggio. Voci che restano naturalmente calunnie fino a prova contraria; ma il popolo italiano non potrebbe che esser grato a quei magistrati che eventualmente fossero in grado di dare un riscontro di veridicità a tali voci e di operare in modo conseguente. Anche perché talvolta succede che il popolo si accanisce contro chi il popolo da bugiardo blandisce. Nel frattempo, Salvini, che d’altra parte non è a corto di scandali nel suo partito, continuerà a fare il suo abile gioco con la speranza che esso venga a coincidere il più possibile con concreti e oggettivi vantaggi del popolo italiano. 

 

 

 

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