“Ipocrita e cieco” è solo Netanyahu

«Chiunque condanni gli attacchi in Francia, deve condannare quelli in Israele: è lo stesso terrore. Chi non lo fa è ipocrita e cieco». Sono parole forti quelle pronunciate dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, poche ore dopo gli attacchi che ieri hanno insanguinato Tel Aviv e la Cisgiordania, ultimi di una lunga serie di violenze. «Dietro questi atti di terrorismo — ha specificato — c’è l’estremismo che cerca di distruggerci, lo stesso che colpisce a Parigi e minaccia tutta l’Europa» (da “L’Osservatore Romano” del 20 novembre 2015). Ci si limita a contestare con sdegno queste parole sfrontate del premier israeliano Netanyahu, perchè il terrorismo islamico che si abbatte sulla Francia ha un’origine e finalità molto diverse da quelle che contraddistinguono la disperata resistenza palestinese contro la feroce oppressione israeliana. Il terrorismo è sempre abominevole ma a volte, come nel caso francese, è del tutto gratuito e intollerabile, anche se reso possibile da tanta imperizia francese ed europea, mentre altre volte, come nel caso del conflitto (si fa per dire) israelo-palestinese, risulta chiaramente provocato dall’insaziabile avidità di dominio del contendente più potente e più ricco. Nessuna possibilità comparativa, dunque, tra quel che accade in Francia e quel che accade in Palestina e sul territorio israeliano: se c’è uno veramente affetto da ipocrisia e inguaribile cecità, questo è solo il sig. Netanyahu, sempre pronto non solo a disconoscere l’evidenza dei fatti ma a fare un uso ipocrita e volgarmente strumentale delle tragedie altrui. Sino a che sarà guidato da uomini come Netanyahu, Israele non potrà e non dovrà essere accolto a pieno titolo tra le “nazioni civili”, e sia pure tra le “nazioni civili” di un mondo sempre più incivile.

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