Il dopo Renzi. Ma cosa vogliono questi straccioni?

E’ vero: Renzi si era impegnato a dimettersi se la riforma costituzionale fosse stata bocciata, perché essa rappresentava il più ambìto obiettivo della sua azione di governo. La riforma costituzionale non è passata e Renzi, molto dignitosamente, si è dimesso. La bocciatura referendaria, però, non implica affatto una bocciatura popolare del governo Renzi, come invece si ostinano a ripetere con toni sempre più grotteschi i partiti di opposizione, con organi di stampa annessi e connessi, e con l’evidente intenzione di forzare la volontà del Presidente della Repubblica ad assecondare il loro desiderio di andare subito a nuove elezioni politiche. Lo stesso Renzi, per non mostrarsi pavido, avrebbe voluto questa soluzione: riforma elettorale subito e, al più per fine febbraio 2017, al voto! Ma, giustamente, Mattarella ha fatto valere le sue prerogative costituzionali che gli consentono, anzi gli impongono di decidere il da farsi non a casaccio ma secondo una corretta ed obiettiva valutazione della crisi in atto.

Qual è stato l’ineccepibile ragionamento di Mattarella? Si è votato su un referendum costituzionale: il popolo si è opposto, in larga ma non schiacciante maggioranza, alla riforma proposta da Renzi e dal ministro Boschi sulla Costituzione e solo su essa, ma, né esplicitamente né implicitamente, ha manifestato un suo giudizio sulla complessiva attività del governo Renzi, perché anzi se, in tal senso, si volesse inferire dal risultato referendario una qualche indicazione proprio su Renzi e il suo operato politico, vista la forte e forse eccessiva personalizzazione che quest’ultimo ha voluto imprimere alla battaglia referendaria, si potrebbe anche e non irragionevolmente sostenere che circa il 41% dei voti sono andati al premier dimissionario. Che, se fosse vero e allo stato non si può peraltro dire che sia falso, sarebbe davvero un’enormità, perché significherebbe che Renzi avrebbe stravinto su tutti i partiti di opposizione messi assieme con in più parte non proprio residuale della sinistra e della stessa sinistra interna al PD!

Dunque, che adesso i vari piagnoni della politica italiana, da Berlusconi a D’Alema, da Speranza a Meloni, da Brunetta a Fassina, da Boccia a Fratoianni, da Grillo ai suoi replicanti come Di Maio, Di Battista e via dicendo, parlino di tradimento della volontà popolare da parte di Mattarella che ha dato incarico a Gentiloni di formare un nuovo governo, tirando in ballo per l’ennesima volta poteri forti e cospirazioni internazionali non meglio precisate, è semplicemente patetico ma soprattutto indicativo di quanto sia basso il livello della cultura politica e costituzionale di coloro che, ironia della sorte, sarebbero stati, il 4 dicembre scorso, i grandi custodi e gli inflessibili difensori della Costituzione repubblicana!

Questo è un sito cattolico ed è doveroso sforzarsi, sia pure nei limiti della necessaria dialettica politico-culturale, di non infierire su chicchessia, ma d’altra parte, poiché evangelicamente è detto che non bisogna dare le cose sante ai cani e non bisogna gettare le perle davanti ai porci, non ci si può esimere dal rilevare ex analogia in senso politico, e fatta naturalmente salva l’abissale differenza tra le cose di Dio e le cose degli uomini, che qui si ha a che fare con un’intera classe politica di miserabili, di gente che alla politica attribuisce il compito di veicolare innanzitutto inconfessate aspirazioni di potere personale e di gruppo, quali che siano le capacità, le competenze, e la stessa integrità morale (in vero molto scarse) che possano essere offerte a garanzia della propria volontà di governare un intero Paese.

Qui si ha a che fare con straccioni della politica, non già con straccioni come i barboni, i senzatetto, i disoccupati, gli sventurati di ogni genere, con i quali e per i quali bisogna solo solidarizzare e pregare il Signore, ma con quegli straccioni ben vestiti e dalle apparenze forse rispettabili che vivono non di politica e per la politica ma semplicemente dei soldi, dei privilegi, degli affari e delle mille comodità della politica, pur essendo individui fondamentalmente incolti, irriflessivi, faziosi e non di rado indecorosi.

Stiano attenti gli italiani per il futuro a non premiare troppo questi straccioni, questi cialtroni, che hanno sempre e comunque da dire e da ridire, da far cagnara anche o soprattutto quando non ce ne sarebbe alcun bisogno, perché, a premiarli troppo, si corre il serio rischio di scivolare verso situazioni di vita di gran lunga peggiori di quelle precedenti, di quelle che potevano sembrare e non erano condizioni ormai insopportabili di vita per un intero popolo. Stiano attenti, perché non tutti i pezzenti, specialmente se li si lascia fare senza porre per tempo dei paletti precisi, sono persone miti, inoffensive e degne di rispetto.

 

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