I vincitori del referendum costituzionale e la sconfitta dell’Italia

downloadHanno vinto! Hanno battuto Renzi sul referendum costituzionale! Adesso, dopo le giuste dimissioni del presidente del Consiglio, sono loro virtualmente, i Berlusconi, i Salvini, i Meloni, i Grillo, i D’Alema i Bersani e i Fassina, a doversi assumere la responsabilità politica di tutelare il popolo italiano, i suoi legittimi interessi nazionali in un contesto politico internazionale oltremodo complicato e irrequieto. Renzi ha avuto il merito di dirlo chiaramente prima del voto: voglio far saltare qualche centinaio di posti in parlamento, voglio liberare l’Italia dal suo eccesso di burocrazia e dai troppi parassiti che, a diversi livelli, complicano inutilmente anziché agevolare doverosamente la vita politica e istituzionale; voglio rendere l’Italia più agile, meno elefantiaca, più essenziale e più funzionale al soddisfacimento delle vere priorità del Paese-Italia.

Ma i parassiti, i parassiti soprattutto, insieme certo ad una minoranza di persone oneste che in perfetta buona fede hanno votato “no”, non gliel’hanno permesso, hanno gridato allo strisciante colpo di Stato e hanno finito per fornire un valido alibi a tutti quei cittadini che vivono stabilmente di raccomandazione e di imbrogli, anche indipendentemente da oggettivi e inderogabili bisogni umani o da comprovate capacità professionali e meriti economici, sociali, culturali, e che pertanto non possono fare a meno dei loro uomini e donne parlamentari di riferimento sempre così pronti a soddisfarne richieste molto più spesso illecite che lecite nella speranza di essere contraccambiati col voto al momento opportuno. Possibile? Ma, per esempio, il partito di Grillo, cosí integro e intransigente sulle questioni di principio, cosa c’entra con il malcostume partitico italiano? Giornalisti spocchiosi e faziosi come i Travaglio o gli Scanzi pongono domande del genere a dispetto della miserevole realtà morale e della sostanziale incompetenza politica e culturale che stanno alla base di quel partito, anche se io sono tra coloro che ritengono che questo fenomeno in atto da baraccone finirebbe nel momento stesso in cui fosse chiamato a governare da solo l’Italia.

downloadPiù in generale, Renzi ha perso perché in Italia non si vuole un potere democratico concentrato e accentrato ma un potere democratico (per così dire) quanto più possibile partecipato, in modo che tutti possano sentirsi sempre non già ugualmente “liberi” ma ugualmente protagonisti e liberi di crearsi clientele più o meno ampie, con la conseguenza di perpetuare quella perenne disseminazione di potere che, alla lunga, ha significato, per il nostro Paese, non tanto democrazia e pluralismo quanto principalmente spreco di risorse, paralisi istituzionale, disoccupazione e stasi economica, cialtroneria culturale e indifferentismo etico in tutti i settori della vita civile e produttiva nazionale.

Ora, questa situazione, con la vittoria dei “no”, è destinata a peggiorare ulteriormente e ad incancrenirsi in modo irreversibile, se nel frattempo non dovesse sopraggiungere qualche evento tanto provvidenziale quanto al momento imprevedibile.

Come sopra si diceva, i vincitori non possono ora non assumersi la responsabilità politica di tutelare il popolo italiano. Ma il problema è che se la dovrebbero assumere tutti insieme e questo, al momento, non sembra proprio possibile, visto che la destra dichiarata di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, resta assolutamente divisa al suo interno, mentre i 5Stelle perseguono il sogno, sia pure semplicemente dichiarato, di poter governare da soli e la minoranza faziosa di sinistra coltiva semplicemente vaghi sogni di rivincita e di riappropriazione di un partito che ormai sembrava sfuggitole definitivamente di mano.

imagesIn ogni caso, questo è l’esito della volontà popolare, e, come si sa, il popolo è sovrano anche se non sempre il popolo è innocente. E allora che fare? Niente, assolutamente niente: prima di andare a nuove elezioni politiche, forse il presidente Mattarella potrà verificare se esistano le condizioni di un governo di scopo che dia vita ad una nuova legge elettorale ma di quel che potrà succedere domani e nei giorni successivi non mancherà certo l’occasione di parlare. Per ora, senza ovviamente voler generalizzare, il dato centrale è questo: che si è voluto stroncare il potere di uno, particolarmente abile, competente, volitivo e capace di assicurare all’Italia la migliore guida politica oggi possibile, per salvare il potere di molti che nel disordine o nel caos democratico sguazzano per continuare a pescare nel torbido a beneficio proprio e di pochi.

Non è qualcosa di inedito, ma qualcosa che si ripete spesso nella storia degli uomini e non sempre per preservare gli Stati da dittature o totalitarismi di vario genere, bensí anche, talvolta, com’è accaduto in questo caso, per dissiparne ricchezza e potenzialità produttive altamente proficue, per fare del bene pubblico un’espressione vuota di senso e finalizzata solo al bene privato di singoli individui e determinati gruppi sociali.

 

 

 

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