I delinquenti nullafacenti di Cosenza

Stasera ho appreso da Google News: aggressione in pieno centro a Cosenza. Giovane minaccia e colpisce un ambulante. Questo il titolo. In realtà, sarebbe stato più calzante con una piccola ma significativa modifica: Aggressione in pieno centro a Cosenza. Delinquente colpisce violentemente un ambulante di colore. Perchè non chiamare le cose con il loro nome? La domanda è retorica, naturalmente, perchè, dinanzi ad atti di violenza specie se gratuiti, si tende sempre ad indietreggiare. Così, però, i delinquenti per vocazione si sentiranno sempre autorizzati a delinquere senza mai arrossire per le loro deliberate manifestazioni di animalesca stupidità.

Ma cosa è accaduto in sostanza oggi pomeriggio nel centro di Cosenza? E’ accaduto che uno dei tanti giovinotti delinquenti nullafacenti che scorazzano indisturbati nella città bruzia non solo volesse impadronirsi furtivamente di un oggetto collocato sulla bancarella di un povero ambulante di colore ma, quando questi lo ha inseguito per intimargli di restituire il mal tolto, quello con tono arrogante e provocatorio gli chiedesse: “che vuoi?”. L’ingenuo ambulante ha risposto giustamente: “non rubare!”, al che il gradasso violento, ma violento solo con chi è molto più debole di lui fisicamente, gli ha mollato uno schiaffo di tale violenza, mentre gridava persino “non ti permettere”, da provocarne la rovinosa caduta in terra.

Questo accadeva mentre gli astanti, tutti codardi e deficienti, assistevano divertiti alla scena, anziché intervenire in qualche modo in soccorso del fratello ambulante. Queste poche righe vogliono essere un modesto, irrilevante, ma sincero atto di solidarietà verso tutte quelle persone che, nella nostra città come in molte altre città del mondo, subiscono angherie e soprusi, non solo per una scadente attività di polizia che si esercita solo in modo alquanto frammentario e discontinuo, ma anche a causa dell’indifferenza, della complicità e della viltà di troppa gente che ride per cose per cui bisognerebbe piangere e protestare mentre piange e impreca per questioncelle di nessunissima importanza. Ma anche la stampa dovrebbe raccontare e riportare certi fatti con parole e toni molto meno descrittivi e distaccati e molto più sdegnati e moralmente partecipativi.

Francesco di Maria

 

 

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