Commento al programma politico-elettorale di Giorgia Meloni*

  • I periodi, i brani o i termini corsivati e in grassetto, contenuti nell’esposizione, sono da considerare come espressione dei dubbi metodologici o di vere e proprie obiezioni concettuali e politiche dell’autore dell’articolo, sia pure nel quadro di una posizione di sostanziale ma non indiscriminato consenso verso il programma politico-elettorale di Giorgia Meloni.

Quello che segue è un abbozzo di libero e organico commento critico del programma politico-elettorale della democratica di destra onorevole Giorgia Meloni, verso il quale si intende manifestare sostanziale ma non indiscriminato consenso. Non intendo nascondere il mio originario orientamento politico di “sinistra”, di una sinistra cristiana, che non esiste più e forse non è mai esistita. La realtà storica che stiamo vivendo in questi primi decenni del terzo millennio mi impone di riconoscere che gli schieramenti politici italiani di questo periodo sono completamente privi di ancoraggio a concezioni e programmi politici fondati su idealità e valori seri e duraturi, non semplicemente dichiarati e proclamati ma realmente e coerentemente pensati, vissuti e perseguiti, ad eccezione del partito guidato da Giorgia Meloni, anzi, a scanso di equivoci e di clamorose e sempre possibili smentite, ad eccezione del partito pensato e proposto, sul piano programmatico, da Giorgia Meloni, donna, per quel che è dato capire, semplice ma determinata, paziente ma energica e risoluta, colta ma non saccente e tronfia, ben consapevole del fatto che la vera vocazione politica è quella che non viene esercitandosi in giochi estemporanei o persistenti di potere, negli intrallazzi di palazzo, nella natura equivoca e compromissoria dell’impegno politico, ma nella chiarezza, nella stabilità e nella solidità delle idee e dei valori che si professano con immutabile fedeltà in relazione al perseguimento del bene comune e alla difesa degli interessi nazionali.

L’intelligenza etico-politica di Giorgia Meloni non è istintiva, umorale, opportunistica e cinica, ma riflessiva e logicamente consequenziale anche se vivace e dinamica, lungimirante senza essere avulsa dalla concretezza della quotidianità, patriottica senza essere nazionalista, comprensiva di un senso alto ma non statolatrico della statualità, e infine rispettosa di una società laica in cui però possano essere liberamente e pubblicamente affermati, con modalità per l’appunto laiche di espressione e di giudizio, i valori religiosi e, più specificamente, cristiani e cattolici.

In questo blog ho avuto in passato occasione di soffermarmi criticamente su alcuni leaders di partito e di governo, per esempio su Renzi o Salvini, delle cui fortune politiche avrei cercato di spiegare i motivi e le contingenze, delle cui azioni politiche avrei cercato di cogliere elementi di forza e di debolezza, della cui esperienza politica e di governo avrei individuato, da un certo momento in poi, gli errori grossolani che ne avrebbero determinato una drastica riduzione di consenso popolare e l’attuale irrilevanza politico-elettorale. Di Giorgia Meloni vorrei poter solo apprezzare ed elogiare per lunghissimo tempo la sua odierna lucidità politica, la sua integrità morale, la sua lealtà e il suo spirito parresiaco, il suo spirito di indipendenza non solo rispetto alle insulse provocazioni dei suoi nemici o avversari e ad un conformismo mediatico spesso insinuante e indecoroso, ma anche rispetto agli attuali, scomodi e inaffidabili alleati politico-elettorali, che tendono a danneggiare piuttosto che a proteggere l’immagine meloniana di destra sociale; vorrei sostenerla criticamente senza sottacerne eventuali limiti, incertezze, zone d’ombra ed errori, proprio come comincio a fare qui con questo commento, intensive più che extensive, al suo programma politico-elettorale, nella certezza che la stessa prediliga più l’estimatore che le rivolga domande, sollevando talvolta dubbi e obiezioni, che non l’estimatore acritico mosso non tanto da motivazioni e argomentazioni razionali preposte a seri e credibili progetti di profondo e significativo rinnovamento della vita politico-istituzionale dell’Italia quanto da impulsive e astiose ragioni politiche di opposizione agli schieramenti di centro e di sinistra, ai quali pure non sembra possibile rivolgere ad oggi apprezzamenti o complimenti di nessun genere.

 Nel programma di Giorgia Meloni campeggiano la tutela e la difesa degli interessi nazionali nel quadro del rispetto delle alleanze internazionali e delle relazioni politico-diplomatiche già consolidate in molte regioni del mondo. Ne consegue il riconoscimento del fondamentale ruolo di centralità della NATO nel sistema internazionale di vigilanza e difesa militare passiva e attiva del mondo occidentale e, segnatamente, dei Paesi occidentali che ne sono membri a pieno titolo, come l’Italia. Vengono ritenute indispensabili un’adesione e una partecipazione attiva e responsabile al processo di integrazione europea in funzione di una Unione Europea capace di rendere idonei i suoi organismi burocratici e direttivi al soddisfacimento delle reali e specifiche  istanze economiche e politiche di ciascuno dei suoi Paesi-membri, pure tenuti a convergere su regole condivise, senza adottare provvedimenti o procedimenti fiscali e finanziari sulla base di criteri aprioristici e astratti.

Tale puntualizzazione circa una modulazione unitaria e diversificata ad un tempo della governance europea viene altresì postulando una ragionevole revisione delle vigenti regole del Patto di stabilità anche e soprattutto alla luce di oggettive e attuali criticità come la guerra in corso in Ucraina e la connessa fase di sensibile instabilità economica e finanziaria. Considerando in particolare che l’Italia, ancor più di altri paesi europei mediterranei, occupa una posizione di centralità e assolve vocazionalmente una funzione strategica di fondamentale importanza nell’intera area mediterranea, occorrerà che, anche sotto questo aspetto, l’Europa sappia e voglia valorizzarne realisticamente, con adeguate misure finanziarie e con una saggia ed equa gestione dei flussi migratori, le risorse umane e le capacità di rigoroso contenimento o pacifica neutralizzazione di fenomeni migratori di massa incompatibili con le sue pur generose capacità di accoglienza e di integrazione territoriale, occupazionale, sanitaria e culturale.

Sarà peraltro opportuno e necessario riannodare anche a questo scopo, in modo sempre più rispettoso e stringente ad un tempo, un rapporto di collaborazione con i Paesi amici o non ostili del continente africano, destinando loro ingenti investimenti finanziari utili sia al loro sviluppo interno e alla loro stabilità politica, sia al potenziamento delle strutture nazionali di acquisizione di essenziali risorse naturali di cui l’Italia, al pari di molti altri Paesi europei, necessiterà sempre più, a causa del drammatico conflitto in corso nel cuore dell’Europa,  soprattutto nell’immediato futuro. Infine, fatto naturalmente salvo il moderno e prezioso principio della laicità dello Stato, che resta tuttavia tema di pubblico dibattito e critico approfondimento, Fratelli d’Italia vorrà impegnarsi in quella che ritiene essere la doverosa difesa delle oggettive radici ebraico-cristiane e dell’identità cristiana e cattolica della civiltà europea, anche se nel corso dei secoli la storia continentale europea avrebbe conosciuto anche innesti, parziali ma significativi, di altre civiltà come quella greca e islamica.  

Queste sono le coordinate storico-politiche generali entro cui dovrebbero venir prendendo corpo le specifiche misure governative della destra di Giorgia Meloni nella prossima legislatura: una congrua utilizzazione del PNRR anche se non senza una revisione dello stesso da concordare con la Commissione Europea in conseguenza di condizioni e priorità economico-finanziarie nel frattempo mutate a causa della guerra in Ucraina e della connessa crisi economica e commerciale, dove però deve osservarsi che i regolamenti europei, pure ben presenti a Fratelli d’Italia, al riguardo sembrerebbero essere tuttavia più stringenti e condizionanti di quanto forse il partito non abbia valutato; l’efficientamento dei fondi europei in relazione all’incremento crescente dei costi energetici e delle materie prime; la completa attuazione dei provvedimenti già pensati per il meridione e aree disastrate o ancora prive di collegamento con le grandi arterie viarie del territorio nazionale e dei relativi servizi e opportunità di sviluppo; l’ammodernamento di tutte le infrastrutture e la realizzazione delle opere pubbliche nazionali ai sensi del “Decreto Sblocca cantieri” del 2019, che prevede già una notevole semplificazione del Codice degli appalti, nonché il potenziamento della rete digitale con estensione di banda ultralarga sull’intero territorio nazionale e della rete per l’alta velocità in virtù della quale possa essere garantito un completo collegamento tra Nord e Sud, Sicilia compresa, possibilmente anche grazie alla forse auspicabile realizzazione del Ponte sullo Stretto (la quale, tuttavia, andrebbe considerata più nel quadro di possibili opzioni di governo che non come impegno realisticamente vincolante dello stesso); difesa e rafforzamento delle infrastrutture pubbliche e private di preminente interesse nazionale.

Altrettanto qualificanti del programma di centro-destra nell’ottica di Giorgia Meloni sono le riforme istituzionali, a cominciare dalla proposta relativa alla elezione diretta del Presidente della Repubblica, che, per quanto non insensata nell’attuale fase storica nazionale ed internazionale, presuppone tuttavia una riforma della Costituzione su questo specifico tema e  presenta oggettive controindicazioni che potrebbero essere tuttavia superate solo per mezzo di misure giuridiche costituzionalmente vincolanti, come per esempio quella che prescriva che a candidarsi alla Presidenza della Repubblica siano, a giudizio di un’apposita commissione di saggi eletta e rinnovata ogni quinquennio, nomi di riconosciuta levatura intellettuale e di specchiata integrità etico-professionale. A queste condizioni o a determinate condizioni da formulare prossimamente in modo adeguato e condivisibile, probabilmente, a chi come il dottor Cottarelli esprime un giudizio negativo sull’elezione diretta del Capo dello Stato in quanto essa veicolerebbe un eccesso di personalizzazione politica, l’on. Meloni potrebbe replicare che la figura di un Capo dello Stato direttamente eletta dal popolo potrebbe finalmente conferire alla vita politica e parlamentare italiana una inedita e granitica garanzia di forte responsabilizzazione politica oggi letteralmente inesistente.   

Le riforme istituzionali investono altresì il mondo della giustizia e della Pubblica Amministrazione, ai sensi e nel rispetto dei relativi dettati costituzionali; per ciò che si riferisce alla giustizia, la riforma dell’ordine giudiziario dovrà incardinarsi sulla separazione delle carriere e sulla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, su una riforma dei processi civile e penale, nel senso che dovrà esserne garantito il senso di equanimità, equilibrio, imparzialità della parte giudicante, e una durata ragionevolmente breve, con diritto delle parti in giudizio alla buona fama fino a che non emergano elementi processuali talmente oggettivi e inequivocabili di giudizio da legittimare, indipendentemente dalla natura delle sentenze emanate dai giudici, liberi e insieme corretti e responsabili commenti giornalistici e mediatici; anche le pene andranno comminate, specialmente in relazione alla complessiva prassi economica e alle specifiche attività professionali, secondo criteri di maggiore razionalità rispetto alle odierne pratiche giudiziarie e riservando particolare attenzione acché siano garantiti sia la tradizionale “certezza del diritto” sia la effettività degli anni di pena inflitti agli imputati eventualmente giudicati colpevoli, ai quali tuttavia andranno sempre e pienamente riconosciuti, in qualunque momento, tutti i diritti di possibile revisione dei processi e relative sentenze che li abbiano visti soccombere.

Quanto alla riforma della Pubblica Amministrazione, andrà attuato l’iter relativo al riconoscimento delle Autonomie (comma 3, art. 116) nel rispetto di tutti i meccanismi perequativi previsti dall’art. 119, attuazione della legge sul federalismo fiscale e su Roma Capitale, e resa effettiva la valorizzazione degli enti locali. Inoltre, occorrerà metter mano ad una sostanziale informatizzazione, semplificazione e sburocratizzazione delle molteplici relazioni intercorrenti tra cittadino e Pubblica Amministrazione. Naturalmente, il buon governo ipotizzato per la sua parte politica dall’onorevole Meloni prevede anche una riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi, con parallela abolizione di microtributi e con concessione di agevolazioni fiscali e di depenalizzazione di eventuali inadempienze a quegli utenti che ne siano responsabili in accertata buona fede o per oggettiva e dimostrabile causa di forza maggiore, e con applicazione del sistema fiscale cosiddetto flat tax (imposta piatta ed unica), che sembra tuttavia presentare, sia pure in previsione di rattoppi e adattamenti adeguati ma pur sempre ipotetici e generici, delle evidenti criticità anche sul piano giuridico-costituzionale, essendo manifestamente congegnata per favorire i redditi alti e penalizzare quelli medio-bassi (indipendentemente dalla aliquota), là dove non sembra sufficiente precisare che “paga di meno, chi assume di più”, se poi di fatto finisce per “pagare meno tasse solo chi guadagna di più”. Più opportuno ed equo sembrerebbe invece una riduzione certa ed esigibile delle tasse su imprese, innovazione, formazione, lavoro e famiglie, nel quadro si intende di una politica di sviluppo nazionale attenta, intelligente, efficiente e lungimirante, che non disdegni naturalmente di operare tagli severi agli sprechi e di contrastare in modo coerente e implacabile l’elusione e l’evasione fiscali

D’altra parte, particolare attenzione andrà rivolta all’infanzia e alla famiglia, con l’adozione di tutta una serie di forme economiche e sociali di sostegno a favore della natalità come di tutti i soggetti, i bimbi, i giovani disoccupati e le donne-madri occupate, le coppie che devono acquistare una prima casa, e via dicendo, che gravitano intorno alle relative problematiche; ma anche alla tutela della proprietà privata, salvo facendo il principio che, ove si configuri come “prima abitazione”, essa sia del tutto esente da tasse di qualsivoglia natura, e poi, in considerazione delle sue dimensioni, del suo valore immobiliare complessivo, del suo uso e della sua destinazione, risulti pur sempre compatibile con il bene comune e gli interessi generali dello Stato e funzionale ad un ordinato, organico e democratico  svolgimento della vita associata.      

Dovranno altresì essere resi, a mezzo di adeguati investimenti finanziari, più capillari, puntuali e qualificate la presenza e l’operatività delle forze dell’ordine (corpi di polizia e forze armate) su tutto il territorio nazionale, anche sotto il profilo tecnologico ed informatico, sia al fine di prevenire e reprimere tutti gli illeciti condannati dalla legge, anche sulla base di forme internazionali di collaborazione e accordi tra corpi di polizia di diversi Stati, sia al fine di difendere la sovranità e l’integrità territoriale dello Stato italiano da eventuali aggressioni o minacce di carattere militare o di altra natura (ad esempio, fenomeni immigratori clandestini, abnormi o non compatibili con le possibilità/capacità ricettive e integrative dello Stato). In particolare, le forze armate (esercito, marina, aviazione), dovranno essere potenziate, modernizzate e poste in condizione di essere rapidamente operative per ogni evenienza ivi compresa quella per cui risulti necessario supportare, nel quadro delle alleanze e degli accordi internazionali, eventuali interventi militari in Paesi esteri o in aree del mondo ad elevato rischio di terrorismo o di destabilizzazione politico-militare.

Azioni incisive e urgenti dovranno essere poste in essere per il contrasto al crescente fenomeno della violenza nei confronti delle donne, per la lotta alle mafie e al terrorismo, allo spaccio e alla diffusione delle droghe, anche a mezzo di campagne di informazione e prevenzione, per il contrasto di ogni forma di antisemitismo, di discriminazione religiosa e del cosiddetto integralismo islamico, per la riduzione progressiva della microcriminalità e del fenomeno delle baby gang, e ancora per la riqualificazione di zone e strutture civili, ambientali, viarie, abitative in stato di degrado e di diffusa illegalità, come per la ristrutturazione di centri storici e popolari abbandonati, luoghi e opere di grande pregio intellettuale e di arte trascurati ma depositari di cospicui e ancora vitali patrimoni culturali. Dovranno essere varate norme di sicurezza sul lavoro particolarmente stringenti e vincolanti e i rapporti contrattuali di lavoro dovranno sempre avere il crisma della legalità anche in materia assicurativa e retributiva. 

Centrale e prioritaria dell’attività governativa dovrà essere la lotta all’immigrazione irregolare o clandestina e per una distribuzione razionale, ordinata ed equanime tra i vari Stati europei, tanto degli immigrati di sbarco quanto di quelli regolari, non senza coordinare a tale scopo ogni decisione e attività nazionale, sulla base di una nuova, articolata, vincolante e inderogabile normativa erogata dagli organi deliberativi e direttivi della UE, con quelle degli altri Paesi membri della stessa. Altrettanto prioritario nell’agenda governativa sarà l’impegno volto a sostenere in tutti i modi e con tutti i mezzi legittimi possibili la guerra di resistenza del popolo ucraino contro la Russia dittatoriale, militarista ed imperialista di Putin, che costituisce altresì una minaccia in atto non solo per i Paesi europei che appartennero all’ex Unione Sovietica ma per tutto l’emisfero europeo occidentale.

Non si potrà mancare di curare e favorire, con controlli periodici effettivi da parte di organi a ciò preposti, lo sviluppo di una sanità di prossimità, della medicina territoriale e predittiva, nonché l’incremento dell’organico di medici qualificati e operatori sanitari, l’aggiornamento privo di inutili e dannosi allarmismi politico-mediatici di piani antipandemici, con particolare riferimento alla diffusione del Covid-19 in vero non adeguatamente contrastata dalle terapie vaccinali fin qui adottate, senza tuttavia trascurare alcun comparto medico-sanitario per evitare che ne risenta in modo del tutto ingiustificato la cura costante e puntuale di qualsiasi altra patologia, di embrionale, media e alta gravità. I medesimi piani antipandemici saranno peraltro predisposti e posti eventualmente in essere senza minimamente comprimere le libertà individuali garantite dalla Costituzione, soprattutto alla luce del fatto che la resistenza opposta da una parte sia pure modesta della popolazione alle campagne di vaccinazione si sia rivelata anche e soprattutto aposteriori giustificata (si pensi a recenti studi internazionali, di cui sarebbe possibile fornire gli estremi specifici, da cui emergono controindicazioni anche piuttosto serie in riferimento ai vaccini fin qui elaborati e iniettati in quasi tutti i Paesi del mondo). Infine, l’intera struttura sanitaria andrà resa più snella e agile, meno burocratica e più funzionale alle istanze di immediata ed efficace assistenza a favore di tutti i cittadini che ne necessitino e ne facciano richiesta, con abbattimento dei tempi ordinari di attesa al fine di poter usufruire di controlli sanitari routinari, trattamenti medico-sanitari di particolare complessità, interventi chirurgici di qualunque genere e grado di difficoltà in tutte le sedi sanitarie pubbliche nazionali preposte ad erogare gratuitamente i servizi corrispondenti.

Seguono tutta una serie di interventi necessari nel settore del lavoro, dell’impresa e dell’economia, che andranno difesi con provvedimenti oculati e rigorosi, tra cui il taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori, la tutela del potere d’acquisto di famiglie, lavoratori e pensionati di fronte alla crisi economica e agli elevati tassi di inflazione, interventi sull’IVA per calmierare i prezzi dei beni di prima necessità e ampliamento della platea dei beni con IVA ridotta, riduzione IVA sui prodotti energetici, defiscalizzazione e incentivazione del welfare aziendale, anche attraverso detassazione e decontribuzione, premi di produzione e buoni energia, maggiori tutele per il lavoro autonomo, ivi comprese le cosiddette attività di consulenza esterna alle quali lo Stato dovrà riservare maggiore attenzione soprattutto ai fini pensionistici, come per le libere professioni esercitate nel rispetto delle leggi vigenti, e ancora tutela delle micro e delle piccole medie imprese, lotta alla concorrenza sleale, estensione della possibilità di utilizzo dei voucher lavoro, in particolar modo per i settori del turismo e dell’agricoltura, contrasto al lavoro irregolare, rafforzamento della prevenzione degli infortuni e defiscalizzazione dei costi della sicurezza sul lavoro, rafforzamento dei meccanismi di decontribuzione per il lavoro femminile, gli under-35, i disabili, e per le assunzioni nelle zone svantaggiate, e ancora incentivi all’imprenditoria femminile e giovanile, in particolare nelle aree più depresse, facilitazione per l’accesso al credito per famiglie e imprese, politiche di sostegno alle aziende ad alta intensità occupazionale, rafforzamento delle politiche attive per il lavoro, innalzamento del limite all’uso del denaro contante, allineandolo alla media dell’Unione Europea, sebbene, anche in questo caso, risulti molto opinabile, sotto il profilo costituzionale, la limitazione della libertà di scelta del cittadino, che avrebbe il diritto di usare il suo denaro nelle forme e nei modi legittimi che ritenga più opportuni e convenienti per le proprie personali esigenze.

Il programma politico della destra prevede poi una ridefinizione degli attuali ammortizzatori sociali al fine di poter sostenere ampie fasce di bisognosi in modo più equo ed universale, anche attraverso una modifica sostanziale del già sperimentato reddito di cittadinanza che, per più di un aspetto, ha mostrato limiti e ambiguità, risultando largamente inefficace e talvolta iniquo sotto il profilo economico e sociale. Sarà invece necessario aumentare pensioni minime, sociali e di invalidità, ormai manifestamente inadeguate alle mutate condizioni economiche di vita, ma, più in generale, bisognerà tornare con qualche innovazione tecnico-giuridica sul sistema pensionistico complessivo per renderlo più flessibile, solidale e funzionale non solo al soddisfacimento di giuste esigenze esistenziali soggettive ma anche ad un ricambio generazionale necessario e dinamico che contribuisca a rilanciare in modo significativo il sistema produttivo nazionale. Al tempo stesso, andrà ulteriormente promossa l’immagine dell’Italia nel mondo, della genuinità e dell’eccellenza dei prodotti italiani in generale, anche attraverso iniziative e forme di pubblicizzazione internazionali inedite e particolarmente coinvolgenti, come anche dei suoi tesori paesaggistici, artistici e culturali, già tradizionalmente e ampiamente accreditati presso l’opinione pubblica mondiale. In generale, tutto ciò che potrà arrecare indiscutibili vantaggi all’offerta turistica del e nel nostro Paese dovrà essere attentamente considerato anche per stabilire, di volta in volta, in che misura possa o debba essere convenientemente valorizzato.  

Il problema del reperimento di fonti energetiche alternative e dell’autosufficienza energetica all’indomani della subentrata crisi dei rapporti con la Russia sarà anch’esso prioritario nell’agenda governativa della prossima legislatura e si tratterà quindi di puntare ad un significativo aumento della produzione dell’energia rinnovabile, ad una oculata diversificazione degli approvvigionamenti, ad un ricorso non preconcetto al nucleare pulito e sicuro, ad una piena utilizzazione delle risorse nazionali anche attraverso la riattivazione e la nuova realizzazione di pozzi di gas naturale, badando al tempo stesso ad adottare e a sostenere vigorosamente in ambito UE politiche di price-cap, ovvero di regolamentazione dei monopoli naturali, al fine di esercitare quindi un vigile controllo sui prezzi dei beni e dei servizi offerti dalle aziende di servizio pubblico. Strettamente connessa alla questione energetica è quella ambientale e climatica, per cui l’Italia dovrà reiterare il suo impegno a rispettare gli impegni internazionali finalizzati a contrastare e rallentare cambiamenti climatici da molti osservatori ritenuti già irreversibili. Occorrerà, in pari tempo, definire e attuare un piano strategico nazionale di economia circolare che risulti capace di ridurre il consumo di risorse naturali, di aumentare il livello qualitativo e quantitativo del riciclo dei rifiuti, favorendo una minore produzione e il recupero di rifiuti, di materia prima e di energia. La trasformazione dei rifiuti in energia rinnovabile dovrà avvenire attraverso la realizzazione di impianti innovativi e sostenibili. Indispensabile sarà anche un piano straordinario di resilienza delle aree a rischio di dissesto idrogeologico con interventi mirati, l’istituzione di nuove riserve naturali per una più sicura protezione della biodiversità e di nuovi e precisi strumenti di controllo della qualità delle acque marittime e interne, una ristrutturazione, ove necessario, del sistema idrico anche al fine di limitare la dispersione delle acque, ma più in generale dovranno essere approntate tutta una serie di misure mirate per la tutela quanto più ampia e incisiva possibile dell’intero ecosistema nazionale, a cominciare da una incentivazione del trasporto pubblico e dalla promozione di politiche di mobilità urbana sostenibile.

Un comparto, poi, centrale e decisivo per la formazione delle giovani generazioni e la qualificazione delle future classi dirigenti della nazione, è quello che si articola nelle problematiche della scuola, dell’università e della ricerca, dove dovrà essere riaffermato, al di là delle annose e consuete problematiche di edilizia scolastica e di servizi scolastico-universitari, un rigoroso principio meritocratico in tutte le fasi del percorso scolastico, universitario e professionale, anche se bisognerà porsi il delicato problema di come coniugare l’istanza meritocratica — che non potrà essere concepita una tantum in termini puramente concorsuali, ma dovrà essere reiterata, anche successivamente, durante l’esercizio delle attività professionali di tutti gli immessi in ruolo sia pure con modalità diversificate di natura contrattuale, con una verifica periodica dei livelli quantitativi e qualitativi dei risultati scientifici e/o professionali da essi via via raggiunti — con la richiesta “politica” di eliminazione del precariato del personale docente a prescindere (sembrerebbe di capire) da criteri oggettivi e sperimentati di merito. Va precisato che un sistema meritocratico tende a presupporre che lo Stato si preoccupi di sostenere concretamente, con sussidi finanziari non irrisori, borse di studio, viaggi di specializzazione  e corsi o opportunità di approfondimento specialistico, gli studenti meritevoli e incapienti e, successivamente, giovani professionisti freschi di laurea ma già segnalatisi per le loro eccellenti capacità di studio, di ricerca o di applicazione scientifico-tecnologica. Per quanto riguarda la scuola media primaria e secondaria, tuttavia, andrà rimesso al centro di qualsivoglia attività di insegnamento e di istruzione il momento educativo, con il suo insostituibile corollario di regole civili e valori morali universali da interiorizzare e rispettare, senza concessioni di deroghe di sorta e di aperture ad un conformismo socio-culturale corrente di pensiero e di comportamento rispetto al quale la scuola è chiamata istituzionalmente ad interagire criticamente e non già a dipendere meccanicamente. L’educazione intellettuale, morale, civile, dovrà costituire il fulcro di ogni processo di apprendimento, ben consapevoli del fatto che, a prescindere da esso, non può darsi alcuna reale formazione dell’uomo e del cittadino, anche in relazione ad una materia così equivoca e mal gestita come quella relativa ai cosiddetti “diritti civili”, né potrà mai vedere la luce un’Italia realmente e coralmente libera e giusta.   

Francesco di Maria

 

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