I virologi sono scienziati?

Delle scienze mediche e biologiche è probabilmente la virologia quella più incerta e claudicante. Lo è sino al punto di rendere alquanto problematica la definizione, che pure le è stata assegnata, di scienza. Certo, le scienza più rigorose, come la matematica, la fisica, la chimica o la biologia, tali si possono definire pur sempre in termini di relatività, anche se ciò non sminuisce affatto l’universale portata epistemica delle loro conquiste e dei loro risultati. Ma, nel caso della virologia, non c’è dubbio che le chiacchiere tendano a sopravanzare di gran lunga le evidenze clinico-scientifiche: basti pensare a quel folto gruppo di virologi italiani che, pur venendo sistematicamente contraddetti dai fatti, pretendono di impartire ordini e norme sanitarie di comportamento ad un’intera popolazione che, pur timorosa sul da farsi e sul come comportarsi, ha potuto constatare come gli scienziati ufficiali, che forniscono non gratuitamente la loro opera diagnostica al governo italiano, in realtà navighino a vista e incappino non di rado in sonore smentite fattuali. A dire il vero, esistono anche virologi che, nell’interpretare molto diversamente cause e tempi della crisi epidemiologica, hanno saputo prevedere quel che i sapientoni governativi hanno del tutto ignorato, e cioè che con il caldo estivo il coronavirus sarebbe morto e quasi completamente sparito.

In effetti,  uomini di scienza (come Zangrillo, Bassetti, Tarro e altri), misconosciuti e sprezzantemente definiti “negazionisti” dalla scienza ufficiale e connesso apparato politico di Stato, ma molto più affidabili di quest’ultimi in termini di esperienze cliniche, avevano previsto che con l’arrivo dei mesi estivi il corona, non diversamente da altri virus respiratori, si sarebbe attenuato fin quasi a sparire, e così è stato, mentre, ancora in queste ore, i virologi ufficiali, ormai noti come tromboni fallimentari della scienza medica e biologica italiana, continuano a ripetere che il virus sarebbe invece ancora circolante come dimostrerebbero i focolai accesi in diverse regioni italiane. 

E’ vergognoso che costoro, nel frattempo, non trovino il modo di notare che le autorità politiche di governo, proprio mentre raccomandano prudenza ai cittadini e impongono regole restrittive a molti comparti della società civile ed economica, non abbiano posto e non pongano limiti di sorta, da sud a nord, a sbarchi sistematici di ingentissimi gruppi di immigrati, tra i quali si registra un numero cospicuo di positivi al covid. E’ evidente che, se in un ambiente letale per il virus vengono immessi virus provenienti da altri ambienti geografici e quindi virus infettivi ancora ben vivi, qualche focolaio debba necessariamente crearsi, ma altro è prendere atto di questa ovvietà, altro è sostenere in modo mistificatorio che il virus è in quanto tale ancora circolante e in grado di colpire masse di persone, anche se in una ipotetica stagione di caldo torrido.

Ecco: questi signori irriflessivi e irresponsabili, che non si preoccupano affatto di non destare allarme nella nostra popolazione e che si affannano a prorogare, contro ogni principio costituzionale, lo stato di emergenza per paura di non poter più controllare lo sdegno popolare ormai straripante e di dovere alzare le terga dalle loro poltrone dorate, sono in realtà dei ciarlatani superpagati, nel caso degli esperti tipo Burioni, Galli ecc., e degli incalliti disonesti, nel caso dei politici al governo, che non hanno alcuna intenzione di servire il popolo italiano ma che di esso si servono cinicamente per pura e semplice brama di potere.

 Francesco di Maria  

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