Il virologo Burioni solo ieri ha ribadito: “un singolo vaccinato può contagiare, ma la vaccinazione ostacola il diffondersi del contagio nella comunità. Questo è un dato oggettivo su cui non si può discutere. E’ così e basta”. Parola di scienziato superattendibile ma non poco dogmatico! Ma, premesso che la virologia è a parere di molti osservatori la branca più aleatoria e approssimativa della medicina e della complessiva pratica scientifica, possibile che questo ormai affermato personaggio televisivo non legga le notizie e i documenti provenienti da Inghilterra e Israele, da cui risulta in modo incontrovertibile che i vaccinati sono ancora ben lungi dal poter essere considerati immuni dal contagio e addirittura meno contagiosi dei non vaccinati? D’altra parte, non si è interrogato per nulla, come qualunque uomo di scienza, per quanto modesto, dovrebbe fare, sullo strano e sorprendente fenomeno in atto in India, dove fino a qualche tempo fa le persone, non protette da alcun vaccino e falcidiate dal virus, morivano come mosche, mentre adesso, sempre nelle stesse condizioni e quindi senza che gli indiani possano ancora disporre di un numero almeno accettabile di vaccini, sembra che tale fenomeno si sia drasticamente ridimensionato? Continua a leggere
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Massimo Cacciari, Giorgio Agamben – A proposito del decreto sul “green pass”*
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Ho esitato a lungo prima di riproporre nel mio blog l’intervento di Cacciari e Agamben sul provvedimento governativo noto come green pass perchè ritenevo che in molti si sarebbero accodati acriticamente, come spesso accade, dinanzi al proclama pro-democrazia di due dei più famosi intellettuali italiani d’inizio terzo millennio per esprimere loro facile consenso e scontato apprezzamento, ma, dopo aver constatato che tale intervento è diventato inaspettatamente facile bersaglio di polemiche e critiche particolarmente accese (tra cui si ritrovano, con mio grande dispiacere, anche quelle di qualche sedicente “filosofo” cattolico) anche se quasi sempre superficiali sul piano logico e poco ricettive dal punto di vista etico e politico, ho ritenuto doveroso manifestare pubblicamente la mia personale, benchè scarsamente significativa, solidarietà nei confronti di entrambi i pensatori, e rendere partecipi i nostri amici visitatori della loro necessaria e sensata presa di posizione, mal capita dalla solita torma di giornalisti e commentatori ignoranti.
F. di Maria
Regno Unito, report sconvolge gli esperti.Contagiati Covid: 89% sono vaccinati*
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Il ministero della Salute inglese a lavoro: non è chiaro perché i vaccinati si contagino più dei non vaccinati: l’89% vaccinati contro l’11% non vaccinati
Il ministero della Salute britannico ha pubblicato sul suo sito ufficiale un report datato 20 agosto 2021 e che fa un briefing relativo al periodo 1 febbraio 15 agosto 2021. Sul rapporto si stanno interrogando gli esperti, intenti a capirne i motivi, dopo la massiccia campagna di vaccinazione nazionale. Nel Paese l’89% delle persone risultate contagiate per Covid erano vaccinate contro il virus. L’altro 11% è relativo a persone non vaccinate. La variante Delta, dominante in UK ha contagiato 386.735 soggetti di cui 337.834 con un’età inferiore a 50 anni e 48.264 con un’età superiore ai 50 anni. Parlando degli over 50, 48.264 sono coloro che seppur vaccinati si sono contagiati, mentre solo 4.891 si sono contagiati ed erano non vaccinati, tutto probabilmente sempre a causa della variante Delta. In proporzione coloro che finiscono in emergenza sono un decimo rispetto all’ammontare dei contagiati ma la statistica depone ancora una volta a favore dei non vaccinati: il rapporto è circa 4 vaccinati in emergenza contro un non vaccinati. E parliamo sempre di over 50.
La contabilità dei deceduti con la stessa età invece (in proporzione un 48esimo rispetto al numero complessivo dei contagiati) depone sempre a favore dei non vaccinati: se 1076 sono i deceduti vaccinati, risultano essere 318 i non vaccinati. Continua a leggere
Come e perchè la fede cristiana è fondata sulla ragione
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1. Chiarimenti preliminari
Il dirlo in modo netto e lapidario potrà apparire forse provocatorio o addirittura scandaloso, ma è giunto il tempo di provare ad aprire qualche pagina innovatrice intorno alla natura della fede cristiana, della quale ultima è noto il rapporto talvolta conflittuale o antagonistico o semplicemente propedeutico con la ragione e la razionalità dei filosofi ma della quale soprattutto nessuno mai ha osato riconoscere un preciso fondamento di razionalità, come se la Rivelazione divina tutto potesse e possa essere tranne che una potentissima, inedita e luminosa, anche se sconvolgente, manifestazione di razionalità.
E’ universalmente noto che Dio come Logos significa Dio come Parola, come Pensiero, come Ragione. Perciò, «La Parola», nella sua complessa, articolata, profonda e sofisticata struttura linguistica, discorsiva, etica e infine spirituale, ma non la parola di origine e derivazione storiche, bensì la parola del “principio” e dell’“eterno”, la parola ontologica, che tutto contiene sia in atto che in potenza e di cui lo spazio e il tempo storici, come tutte le creazioni culturali che vi hanno luogo, sono solo una piccola e breve anche se essenziale e significativa parentesi, è la luce del mondo, la guida a tutte le verità, la chiave di tutti i misteri, lo specchio dell’invisibile rifratto anche se molti non vi si soffermano con la dovuta attenzione. Quella parola divina è parola di vita e di verità e, mentre gli uomini, con le loro minuscole, seppur talvolta preziose ed esaltanti sillabe di conoscenza e di vita, passano, essa rimane a beneficio di quanti in ogni epoca storica, anche dopo comprensibili e faticosi travagli interiori o ingiustificati ritardi, vi si vogliano accostare.
Riconoscere che Cristo è il Logos, la Ragione, il senso originario e ultimo di tutte le cose, nella loro più elevata dimensione di universalità, significa per i cristiani riconoscere che la fede in Cristo non può non essere fondata sulla ragione. Se Cristo-Dio è non uno dei tanti logoi prodotti storicamente ma è il Logos per antonomasia, con una valenza di assolutezza ontologica comprensiva della stessa effettualità storico-umana, e quindi il Logos che, attraversando e incrociandosi continuamente con il cammino storico dell’umanità, ne ispira processi o dinamiche di scoperta senza mai lasciarsi rinchiudere nelle categorie o nei modelli di pensiero e di ricerca via via elaborati dall’ingegno e dallo spirito umani, chi dichiara la sua fede in Cristo non può poi sostenere, pur trattandosi di problematica complessa e sempre dibattuta nei secoli, che la fede religiosa e più specificamente la fede cristiano-cattolica non sia fondata sulla ragione. Continua a leggere
Il Magistero via twitter scade nel ridicolo*
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“Vaccinarsi è un atto d’amore”: il tweet di ieri di papa Francesco non solo è banale e inconsistente, ma mette in mostra una tendenza ormai consolidata a intervenire e dare direttive precise su temi tecnici, che sono opinabili e comunque non sono al centro della missione della Chiesa.
“Vaccinarsi è un atto d’amore”. Non si sentiva per niente il bisogno di una simile banalità detta nientemeno che dal Pontefice regnante. È vero che Twitter non permette di scrivere trattati articolati, ma non è forse che si sceglie Twitter proprio per dire banalità senza approfondire nulla? È vero che la frase è la sintesi di un videomessaggio alle popolazioni dell’America Latina, ma non è che ascoltando tutto il contenuto il giudizio cambi di molto. Non diamo, quindi, la colpa a Twitter, anche se lasciar perdere Twitter sarebbe una gran cosa per il Vaticano e il papa: obbligherebbe ad articolare discorsi un po’ più ragionati. Continua a leggere
Per un perdono personale e comunitario non banale
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Il perdono evangelico è un valore prezioso e fondante della nostra fede in Cristo, anche se oggi rischia spesso di essere percepito come un disvalore e di essere ridotto ad uno dei tanti slogan banali di questo tempo. Perdonare non significa, magari con il corpo e l’anima ancora sanguinanti, essere pronti a riabbracciare chi ti abbia fatto deliberatamente del male. Bisogna sempre sforzarsi di comprendere i limiti, le insufficienze, le manchevolezze altrui, ma se qualcuno, notoriamente dotato di normali capacità di intendere e di volere, esercita sul prossimo, su qualunque prossimo, atti di manifesta ostilità, è evidente che, prima di pensare alla parola perdono, occorra innanzitutto censurarne i gesti aggressivi e, in secondo luogo, appellarsi ad una ragionevole esigenza di analizzare e capire, se possibile, le ragioni dell’offesa arrecata. Continua a leggere
La laicità mistificata
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Laicità dello Stato significa, per fare capire subito il concetto ai più stupidi e retrogradi come me, che ognuno può esprimere liberamente e far valere democraticamente le idee che vuole, ivi comprese idee di natura religiosa e cristiana, su qualunque tema, a condizione di non rivolgerle direttamente e applicarle specificamente ad uno o più individui di cui sia facilmente individuabile l’identità personale. Se io dico che quasi tutti gli avvocati sono dei lazzaroni imbroglioni o che gli insegnanti in genere sono dei lavativi che godono di troppe ferie a fronte di un numero molto ridotto di ore lavorative oppure che troppi medici sono molto avidi di denaro, o ancora che i preti cattolici sono spesso inaffidabili e impreparati, esprimo certo giudizi severi e non necessariamente fondati, che hanno tuttavia pieno diritto di cittadinanza in uno Stato laico e democratico fino a quando il loro uso o la loro utilizzazione non sia mai ad personam e quindi non siano mai adoperati per colpire questa o quella persona.
Nello Stato laico deve essere altresì garantito il diritto di esprimersi liberamente sui cosiddetti “diritti civili”, dev’essere quindi garantita la facoltà di approvare o non approvare le unioni omosessuali, senza che nell’una o nell’altro caso debbano essere previste sanzioni che limiterebbero in entrambi i casi la libertà di pensiero, di opinione, di espressione, della persona, e consentendo eventualmente alla maggioranza popolare, pur facendo comunque salvo il diritto della minoranza a dissentire e protestare, di tradurre in leggi le proprie convinzioni nel rispetto di riconosciuti e consolidati procedure, princìpi, valori democratici. Continua a leggere
L’autogol del cardinale Bassetti*
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C’è chi gioca nella nostra squadra, ma vuole vincere a suon di autogol. Il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in occasione della santa Messa per gli operatori dell’informazione, ha dichiarato: «Noi siamo per la difesa e la dignità di tutti, di qualunque uomo o donna, bisogna difendere sempre i diritti della persona. Mai omologare». Poi si è riferito al Ddl Zan, proposta di legge che «andrebbe più corretta che affossata. Io penso che la legge potrebbe essere fatta meglio perché la legge dovrebbe essere chiara in tutti i suoi aspetti senza sottintesi. Chiedo solo chiarezza».
Non vogliamo qui analizzare i motivi per cui questo disegno di legge non difetta di chiarezza, né vogliamo mettere sotto la lente di ingrandimento le ragioni erronee secondo le quali il Ddl Zan dovrebbe essere solo migliorato e non cancellato in radice. Invece desideriamo appuntare qualche riflessione sulle possibili motivazioni che hanno portato il Presidente della Cei ad accettare una legge che non vuole tutelare le persone omosessuale e transessuali, bensì l’omosessualità e la transessualità, proprio quando il laicato cattolico solo sabato scorso è sceso in piazza Duomo per dire un netto «No» al Ddl Zan. Continua a leggere
La disobbedienza come obbedienza a Dio
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Obbedire per i cattolici significa obbedire a Dio prima che agli uomini anche se gli uomini siano presbiteri, vescovi o papi. Si deve obbedienza cieca solo alla Parola di Dio, correttamente intesa e interpretata: quante volte Gesù dice ai discepoli, un po’ preoccupato: state attenti a come ascoltate! E, naturalmente, si deve obbedienza ai suoi ministri solo se o quando la loro parola sia un fedele riflesso della parola
divina. Più in generale, si deve obbedienza a chiunque, anche al di fuori del sacerdozio e della vita consacrata, esprima giudizi, moniti, esortazioni assolutamente veritieri e conformi alla divina volontà. Non mi pare che dai racconti evangelici sia possibile ricavare, evincere o dedurre indicazioni o posizioni interpretative diverse da quella appena enunciata. Si deve, certo, obbedienza all’autorità, a quella civile come a quella religiosa, nei limiti in cui, nell’uno come nell’altro caso, non si tratti di obbedire a leggi o provvedimenti manifestamente contrari alle leggi di Dio, per cui obbedienza e disciplina non possono mai essere intese evangelicamente in senso assoluto se non unicamente in relazione ai contenuti originari e costitutivi degli insegnamenti divini. Continua a leggere
Un enigma chiamato Unione Europea
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Dopo vent’anni dalla sua nascita, è molto difficile sostenere che l’Unione Europea contenga, sia pure embrionalmente, una nuova forma di statualità, di società o comunità politica. E se ci si chiede quale sia realmente l’originalità e la funzione politica di questa complicata forma di governo, la risposta appare molto difficoltosa e incerta, giacchè la prassi ha dimostrato chiaramente che essa, lungi dal rappresentare lo strumento ideale dell’unificazione e del progresso economico, sociale e culturale di tutti i paesi europei, è stata e continua ad essere principalmente fonte di divisione, di conflittualità, oltre che di sostanziale regresso economico e finanziario per la maggior parte di essi. Qualcosa di analogo era accaduto nell’epoca primonovecentesca dei totalitarismi europei, quando, al loro sorgere, furono molti a pensare che essi avrebbero introdotto in un’era storica di ordine, di prosperità e di pace su tutto il continente europeo, mentre poi, come subito ebbe a temere i loro più convinti oppositori, avrebbero presto mostrato il loro volto di violenza organizzata, di repressione di tutte le libertà civili, politiche e religiose, di ferocia militarista e guerresca. Continua a leggere