Terremoti, fede e politica

imagesPuò un terremoto mettere in crisi la fede in Dio o, al contrario, può rappresentare uno stimolo ad approfondire la conoscenza di Dio stesso e della nostra esistenza terrena? Se Dio è onnipotente, perché, ci si chiede talvolta, non impedisce che la natura da lui creata possa essere cosí distruttiva e provocare un numero cosí alto di vittime? Può rientrare anche un fenomeno tellurico particolarmente disastroso come il terremoto di L’Aquila o di Amatrice nell’attuazione della volontà divina e nel disegno redentivo universale di Dio avente per oggetto la storia degli uomini?

Il vero uomo di fede, pur restando fortemente scosso e turbato, conosce la risposta a questi interrogativi. Egli sa che né l’onnipotenza né la misericordia divine possono essere messe in discussione dalle catastrofi naturali per il semplice fatto che la natura, non meno dell’uomo, è “ferita” e indebolita rispetto a tutte le sue potenzialità a causa del peccato originale. Da quel momento, così come l’uomo è un miscuglio di bene e di male e un soggetto rigenerato e rigenerabile solo per mezzo della morte e della risurrezione di Cristo, anche la natura non ha solo un volto benigno e benefico ma anche un volto maligno e malefico che produce “mostruosità” appunto naturali tra cui i cataclismi, i disastri imagesgeologico-ambientali, e poi soprattutto le malattie e la morte. La natura non è perfetta, come troppo spesso si pretende, ma, pur avendo leggi che ne regolano i cicli e i molteplici processi interni come anche la relativa stabilità nel quadro delle meccaniche fisico-cosmiche, essa ha anche i suoi squilibri, le sue disfunzioni o anomalie, i suoi processi di invecchiamento e deterioramento, certo favoriti o accelerati dall’incuria umana ma da essa non univocamente determinati.

 Coloro che pensano che tutto ciò che accade in questo mondo sia attribuibile esclusivamente all’abuso umano o all’uso arbitrario delle risorse naturali, nonché alla mancanza di preventivi e adeguati piani di messa in sicurezza delle strutture materiali più a rischio, sono decisamente in errore: tutto ciò che ha avuto un inizio è in se stesso soggetto a invecchiamento, a corruzione e infine alla morte. Almeno per i credenti, questo dovrebbe essere un punto fermo ed è inutile farsi illusioni circa le capacità umane di porre un argine al declino irreversibile anche geologico del pianeta terra.

Per quanto le case, gli immobili di ogni genere, le stesse infrastrutture territoriali, possano essere messe in sicurezza, come si suole dire, esse non sarebbero mai abbastanza sicure, perché non può escludersi aprioristicamente, solo per esemplificare, che domani un “semplice” terremoto del 6° grado della scala Richter possa durare, anziché uno o due minuti, ben 3, 5 o 10 minuti, e che, per questa semplice ragione, finisca per produrre effetti ancora più devastanti di un terremoto del 9° grado Richter ma di durata molto inferiore. Questo ovviamente non significa che la politica e l’amministrazione centrale e periferica dello Stato non debba preoccuparsi di adottare misure antisismiche più efficaci di quelle fin qui realizzate, ma se il problema fosse quello, come recentemente ha affermato il noto geologo Mario Tozzi, di realizzare “una manutenzione antisismica di tutti gli edifici pubblici e privati” della nostra penisola, non solo ci si troverebbe a percorrere la via di un assoluto irrealismo, anche per evidenti motivi economici (dove prendere miliardi e miliardi di euro specialmente in un momento storico di grave disagio economico per le stesse società occidentali e di ancora galoppante disoccupazione giovanile?), ma si rasenterebbe persino il ridicolo, giacché la prospettiva emergente dal ragionamento di Tozzi sarebbe quella di smantellare tutta l’Italia per rifarla antisismica!

Peraltro, una volta resa perfettamente antisismica, essa potrebbe facilmente sparire dalla carta geografica se, per esempio, sul nostro Paese cadesse un meteorite di grosse proporzioni che, come insegna anche una recentissima esperienza astronomica di fallito avvistamento di un meteorite che ha sfiorato la terra qualche settimana fa, potrebbe persino sfuggire alle potentissime lenti astronomiche internazionali che scrutano il cosmo e vigilano sulla sicurezza del nostro pianeta. Non è questione di fatalismo, ma di semplice e comune buon senso!

imagesLa verità è che, come sia uomini di fede sia uomini di scienza possono senz’altro riconoscere, ci saranno sempre forze fisiche e cosmiche (corpi celesti, meteoriti, tempeste elettromagnetiche di origini solari ecc.) capaci di abbattersi distruttivamente, e non necessariamente per motivi già noti alla comunità scientifica, sulla terra.

Perciò, che si agisca con senso di responsabilità o con sempre maggiore senso di responsabilità ma anche con la serena coscienza che, qualunque cosa si faccia, qualunque opera preventiva si venga doverosamente attuando, la vita umana in questo mondo è e resterà sempre e comunque precaria.  Credenti e laici rigorosi e coerenti non ne saranno particolarmente spaventati anche se per motivi diversi: i primi a ragione della loro speranza in “nuovi cieli e nuova terra”, i secondi a ragione della loro fede esclusiva nei valori relativi e transitori di questo mondo terreno.

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