Solidarietà alla dottoressa De Mari e difesa del vangelo

downloadSulla coraggiosa presa di posizione della dottoressa De Mari è intervenuto anche un tizio famoso nella pubblicistica nazionale per firmarsi sempre con diversi pseudonimi, cui ricorre non già per spirito di umiltà ma solo per circondare la sua identità personale di mistero e di sempre maggiore notorietà. Il soggetto in questione, che in vero non è sempre privo di arguzia argomentativa,  è il signor Renato Pierri, questo lo pseudonimo adoperato in occasione del suo intervento molto polemico ma completamente fuori luogo sulla dottoressa sopra citata. Egli, di dichiarata fede cristiana, ma anche portatore di un’interpretazione sui generis del Vangelo di Cristo, ha ritenuto di dover censurare, principalmente sul piano religioso, e al pari di tanti illuminati “progressisti” del nostro Paese e di tanti altri ispirati teorici del “gender”, Silvana De Mari per aver quest’ultima rivendicato il suo diritto e il diritto in genere all’omofobia, perché ove tale diritto non fosse più pubblicamente riconosciuto finirebbe per essere vanificata ed annientata di fatto la stessa libertà di parola e persino il cristianesimo con la sua vincolante prescrizione di dare testimonianza con la vita e la parola alla propria fede in Cristo e al suo messaggio salvifico.

Sta di fatto, sostiene il Pierri, che la libertà di parola non implica la libertà di offendere e, d’altra parte, Gesù non avrebbe mai pronunciato alcuna parola contro l’omosessualità. E cosí conclude: «I peccati sessuali nel Vangelo non hanno molto rilievo. Sono ben altri i peccati che preoccupavano il Signore. Gesù ha fatto capire chiaramente che gli uomini davanti a Dio sono tutti uguali. Fare discriminazioni in base alle tendenze sessuali va contro la ragione e contro il Vangelo». Nel fare queste affermazioni, il signor Pierri da una parte confonde la sacrosanta facoltà del giudizio individuale sul piano culturale o etico-religioso in genere con la volontà di offendere qualcuno in particolare (per cui è del tutto legittimo, al pari di moltissime altre tematiche, affermare che la pratica omosessuale è contro natura e dannosa anche alla salute di chi la eserciti, senza che ciò comporti alcuna offesa per i singoli che dovessero rientrare nella relativa categoria), e dall’altra  si pone deliberatamente in contrasto non solo con il Vangelo, che non essendo stato annunciato per ipocriti e idioti patentati ma per gente in buona fede non poteva essere incentrato anche su questioni certo importanti come le pratiche omosessuali e altre pratiche perverse ma virtualmente pruriginose e soprattutto ben chiare e ben definite nella coscienza religiosa del popolo ebraico e quindi non bisognose di particolari o speciali riflessioni, ma con la stessa Tradizione religiosa cristiano-cattolica e il magistero della Chiesa.

Peraltro, i cattolici devono preoccuparsi di quel che sostenevano veri giganti della fede e della teologia cristiana, come per esempio Agostino o Tommaso d’Aquino, non certo delle demagogiche fesserie spesso sostenute da questo falso Solone del pensiero laico-religioso. Nelle “Confessioni” (3, 8) il primo scriveva: «I peccati contro natura quali quelli dei Sodomiti, sono sempre degni di detestazione e di castigo: e anche se fossero commessi da tutte le genti, queste sarebbero ree di uno stesso crimine di fronte alla legge di Dio, la quale non ammette che gli uomini si trattino in quel modo. Così infatti viene violata la società che deve esistere tra noi e Dio, profanando con la perversità della libidine la natura di cui egli è l’autore», mentre l’Aquinate, nell’ammonire a non voler disconoscere ciò che Dio ha determinato per natura, affermava in modo inequivocabile: poiché nel vizio contro natura si trasgredisce ciò che è determinato per natura nell’uso dei piaceri venerei, ne segue che questo è il peccato più grave in tale materia” (Somma teologica, II-II, 154, 12).

I cattolici, pertanto, hanno il dovere di manifestare la loro piena e convinta solidarietà verso l’onesta e coraggiosa dottoressa Silvana De Mari, quale che possa essere la decisione sul suo futuro di medico da parte dell’Ordine dei medici di Torino, sollecitato da molti spiriti abietti a decretarne la radiazione immediata. Contrariamente a quanto scritto scioccamente da Pierri, la dottoressa De Mari conosce bene princípi essenziali del vangelo di Cristo.

 

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