Pannella è morto. Un bilancio

download (87)

di Valerio Ripoli

I radicali pannelliani hanno rappresentato in Italia quello che le cosiddette “teste di cuoio” rappresentano per qualunque compagine militare o armata, ovvero l’avanguardia scelta per sferrare il primo attacco vincente in una battaglia o in una guerra. Essi si sono sempre dati il compito o la funzione di attaccare duramente, e sia pure progressivamente, per primi, non solo alcuni princípi fondamentali della cultura e della legislazione italiane ma gli stessi capisaldi della legislazione divina e della dottrina cristiana, pur non disdegnando di elogiare strumentalmente e distorsivamente l’etica evangelica dell’amore.

La loro è stata una sequenza impressionante di azioni aggressive: divorzio, contraccezione, aborto, fecondazione assistita, antiproibizionismo in rapporto alle droghe, eutanasia, indiscriminata libertà sessuale e disinvolto omosessualismo. Da sempre presunti download (89)campioni della cosiddetta “rivoluzione sessuale”, in realtà essi hanno preso principalmente di mira la famiglia e la società oltre che la Chiesa di Cristo, sempre accusata di clericalismo e di ingerenza negli affari dello Stato e nella coscienza morale di tutti i cittadini.

Adesso, con la morte inevitabile di Pannella, si potrebbe sperare in un allentamento della ipertrasgressività umana ed etico-politica dei suoi eredi, ma non ci si potrebbe meravigliare se da qui a poco essi dovessero aprire pubblicamente nuovi fronti di lotta come pedofilìa, imagesincesto, zoofilìa a sfondo sessuale, infanticidio, sia pure, com’è ovvio, nel nome di universali diritti umani e di quella felicità universale laidamente laicista ed edonistica che un futuro Governo sovranazionale e mondiale potrebbe voler imporre, ben al di là di talune attuali ed equivoche direttive europee non solo in materia economica ma anche in materia morale ed educativa, per conto di quell’Anticristo che ha il compito di ostacolare e ritardare quanto più possibile l’avvento del Regno di Dio in terra.

Purtroppo, nel curriculum del partito radicale italiano, non c’è traccia di un impegno sociale finalizzato a proteggere i ceti meno abbienti e categorie di persone come i pensionati, come i soggetti che vivono con una modesta pensione di reversibilità, come i giovani disoccupati, come tanti individui sfruttati nei luoghi di lavoro e via dicendo, vuoi perché in questi campi i radicali non potrebbero avere l’esclusiva, vuoi anche e soprattutto perché essi, pur sbraitando a destra e a manca, hanno sempre corteggiato i potenti di qualunque area culturale, religiosa e politica per ottenere da essi o grazie ad essi cospicui finanziamenti pubblici e privati.

imagesPannella e i suoi sono stati sempre maestri nel saper assemblare, con sofisticati strumenti propagandistici e mezzi culturali non eccezionali ma indubbiamente adeguati, tutto e il contrario di tutto, il laico e il credente, l’ateo e i cosiddetti “papi buoni” (si legga unicamente papa Francesco), il fascista e il comunista, e ovviamente il liberale e il socialdemocratico, il liberista e lo statalista, allo scopo di poter utilizzare qualunque tipo di strategia politica, che per essere perseguito e attuato ha sempre bisogno di aiuti, di appoggi amichevoli, di alleanze, quelle che possono servire in quel determinato momento, in quella determinata congiuntura politica, in presenza di quel determinato governo e di quella determinata maggioranza parlamentare.

Molti sono usciti negli anni dalle fila radicali, ma, lungi dallo spezzare i rapporti di amicizia con Pannella e soci, costoro non solo hanno conservato legami affettivi con i fedelissimi del partito, ma anzi proprio questi legami, al momento opportuno, vengono fatti valere e fruttare vicendevolmente dagli uni e dagli altri.

Pannella è morto. Cos’altro si può ragionevolmente dire di lui, se non che bisogna pregare per lui e augurargli, non sarcasticamente ma con fraterno spirito cristiano di carità, di riposare in pace sotto lo sguardo misericordioso di Cristo?

Valerio Ripoli

 

 

Lascia un commento