L’anomalia americana

di Giorgio Civita

imagesSi continua a parlare degli Stati Uniti come di un grande Paese non solo dal punto di vista militare ed economico ma anche da un punto di vista politico e culturale. Ma la realtà americana è molto più complicata di quella che generalmente emerge dal resoconto dei grandi media internazionali. A parte “Le nouvel observateur”, per esempio, che ha ripreso una notizia del britannico “Guardian”, quanti altri giornali e televisioni si soffermano criticamente su alcuni specifici aspetti di quello che probabilmente sarà il decisivo duello “democratico” per la conquista della Casa Bianca tra il conservatore Donald Trump e la democratica Hillary Clinton?

imagesCome spesso accade nelle presidenziali americane, entrambi i candidati sono straricchi, ma, a prescindere dalle loro reali capacità politiche e di governo che non sono qui oggetto di analisi, c’è forse un particolare inedito che li accomuna: la stessa passione per un piccolissimo Stato americano senza sbocco sul mare come il Delaware, che è un vero e proprio paradiso fiscale ed è impressionante il fatto che il suo territorio, grande quanto il piccolo Dipartimento di una zona centrale della Francia, ospiti meno abitanti (circa 900.000) che società finanziarie di comodo (circa un milione e centomila) nelle quali chiunque può nascondere i propri beni materiali o immobiliari senza che possa essere identificato e risultarne quindi vero beneficiario.

Benché il sistema fiscale del Delaware non risulti ancora illegale, è certo sorprendente che nel cuore degli USA i grandi imprenditori americani possano disporre agevolmente, pagando poche centinaia di euro per la registrazione delle loro società fasulle,  di opportunità fiscali che in altre parti del mondo vengono perseguite come illegali e criminali, dal momento che esse consentono di riciclare denaro sporco, occultare proprietà, ecc..

imagesOra, per l’appunto i due grandi paladini della democrazia americana, il pericoloso Trump e l’eterea Clinton, che si contenderanno forse il posto di nuovo presidente USA, hanno corposi interessi personali nel Delaware. L’unica differenza è che Trump non ne fa mistero, dichiarando disinvoltamente che è del tutto legittimo che si possano risparmiare quattrini in virtù di sistemi fiscali che lo consentano, mentre la Clinton, che pure in passato ha protetto fattivamente queste strutture per così dire “opache”, sembra prender tempo e limitarsi a dire che per il momento è così ma che il fisco del Delaware probabilmente dovrà essere migliorato. Di fatto la cattolica Clinton e suo marito Bill tengono ben al sicuro i loro guadagni multimilionari nelle opacissime società del Delaware, ed è semplicemente scandaloso che, negli USA e nel mondo, non si dia nel frattempo il dovuto risalto alle critiche infuocate ma più che legittime che Bernie Sanders, l’avversario interno della senatrice di New York, ha sferrato proprio su questo punto contro i coniugi Clinton.

E il popolo? Il popolo americano non fa una piega: continua a votare democraticamente per Trump o per Hillary, cioè per due personaggi che intendono governare per rendere sempre più pingui i propri affari e i propri guadagni personali. Ma che razza di democrazia è, dunque, quella americana? Domanda non nuova, ma sempre attualissima.

Giorgio Civita

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