La laicità mistificata

Laicità dello Stato significa, per fare capire subito il concetto ai più stupidi e retrogradi come me, che ognuno può esprimere liberamente e far valere democraticamente le idee che vuole, ivi comprese idee di natura religiosa e cristiana, su qualunque tema, a condizione di non rivolgerle direttamente e applicarle specificamente ad uno o più individui di cui sia facilmente individuabile l’identità personale. Se io dico che quasi tutti gli avvocati sono dei lazzaroni imbroglioni o che gli insegnanti in genere sono dei lavativi che godono di troppe ferie a fronte di un numero molto ridotto di ore lavorative oppure che troppi medici sono molto avidi di denaro, o ancora che i preti cattolici sono spesso inaffidabili e impreparati, esprimo certo giudizi severi e non necessariamente fondati, che hanno tuttavia pieno diritto di cittadinanza in uno Stato laico e democratico fino a quando il loro uso o la loro utilizzazione non sia mai ad personam e quindi non siano mai adoperati per colpire questa o quella persona.

Nello Stato laico deve essere altresì garantito il diritto di esprimersi liberamente sui cosiddetti “diritti civili”, dev’essere quindi garantita la facoltà di approvare o non approvare le unioni omosessuali, senza che nell’una o nell’altro caso debbano essere previste sanzioni che limiterebbero in entrambi i casi la libertà di pensiero, di opinione, di espressione, della persona, e consentendo eventualmente alla maggioranza popolare, pur facendo comunque salvo il diritto della minoranza a dissentire e protestare, di tradurre in leggi le proprie convinzioni nel rispetto di riconosciuti e consolidati procedure, princìpi, valori democratici.

In questo momento, in Italia come in Europa, viene agitato lo spauracchio della omotransfobia in realtà solo allo scopo di impedire a molta gente di manifestare la propria contrarietà morale, civile, culturale, religiosa, giuridica e politica al tentativo di Stati massonici e tecnocratici di livellare le coscienze dei singoli e dei popoli in funzione dell’avvento di un’epoca in cui siano completamente superate tutte le tradizioni, le culture, gli usi, i costumi, le credenze religiose dei singoli Stati e venga realizzandosi quell’umanità mondialista completamente libera tanto da barriere economico-finanziarie e sociali-culturali quanto da remore e pregiudizi etico-religiosi specificamente sessuali, quell’umanità planetaria pagana preconizzata dal conte Kalergy nel 1923 con il suo paneuropeismo e destinata, nella mente dei molti suoi epigoni contemporanei, a soppiantare definitivamente la società e la cultura cristiane.

Peraltro, che io sappia, tutti coloro che hanno paura di qualcosa, del buio, dell’acqua, degli spazi molto ampi, dei contatti fisici e via dicendo, generalmente sono oggetto di comprensione umana, di compatimento, non certo di disprezzo e di discriminazione e, semmai, vengono ben tollerati o, nei casi più gravi, vengono aiutati a guarire in modo pacifico: non si pensa certo a colpevolizzarli o addirittura a punirli e a perseguirli legalmente e penalmente. Le malattie, al più, si curano non con leggi repressive ma con terapie convincenti ed efficaci. Si ritiene invece, e curiosamente, che in materia sessuale, la fobia, e segnatamente quella per l’omosessualità o transessualità e forme di sessualità comunque atipiche e per molti abnormi, debba essere repressa ed emarginata: si vede che questa fobia dev’essere piuttosto pericolosa, ma per chi? Per quelli che la manifestano in relazione a un virus di cui ancora molti non comprendono la pericolosità umana e sociale oppure per quelli che la combattono nel nome della perversione e dell’intolleranza?

Oggi l’Europa attacca Orban, considerato un fanatico nazionalista di destra, perchè il premier ungherese non è disposto a cancellare una legge approvata dal parlamento ungherese pochi giorni fa al fine di vietare la “promozione” in qualunque forma e con qualunque mezzo l’ideologia omosessualista ai minori, ma francamente non si capisce per quale motivo eurocrati come Draghi, da sempre ambigui e molto più sensibili ai valori monetari e finanziari che non a quelli morali e religiosi, pretendano di attaccare, nel nome di universali valori umanitari, coloro che, nonostante siano difettosi e peccatori come tutti, si sforzano in modo del tutto legittimo di difendere il proprio popolo, le famiglie e i bambini, dalla barbarie pansessualista e sessuopatica del nostro tempo. Qui non è tanto in gioco il rispetto del Concordato, ma l’autorevolezza e la credibilità morale e spirituale della Chiesa cattolica: dovrebbero capirlo i nostri cardinali e decidersi ad essere molto meno timidi di quanto generalmente appaiano nell’affrontare i nemici della fede e dei popoli su questioni di primaria e vitale importanza per l’intera umanità.   

Francesco di Maria

  

 

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