Flores d’Arcais e il 5Stelle

di Beniamino Ingotti

download-96Per Paolo Flores d’Arcais la giunta romana di Virginia Raggi è andata in crisi principalmente perché in essa sarebbero stati immessi in larga e predominante misura soggetti legati all’ex sindaco di destra Gianni Alemanno. E così, proprio perché di destra e appartenenti ad un destrorso come Alemano, egli ritiene particolarmente “indifendibili” personaggi come l’assessore Muraro o come l’assessore al bilancio De Dominicis che fu a suo tempo “ammiratore sfegatato e ditirambico di Giulio Andreotti” (Il M5S corre verso il disastro, in Micromega del 6 settembre 2016). Che, nell’ottica di d’Arcais, costituisce colpa grave e inescusabile.

D’altra parte, nella giunta sarebbe esistita sì un’altra componente più moderata anche se non più che centrista, quella facente capo al superassessore Marcello Minenna e al capo di gabinetto Carla Raineri, entrambi sensibili al progetto di ospitare le Olimpiadi a Roma nel prossimo futuro e per questo anche in opposizione alla linea di Grillo e del movimento 5Stelle, ma lo scontro tra queste due fazioni alla fine avrebbe determinato la paralisi dell’azione amministrativa a dispetto delle trepidanti attese degli elettori che tutto si sarebbero augurato tranne che di dover assistere per l’ennesima volta a consueti e fallimentari giochi di potere.

download-97Se a ciò si aggiunge l’evidente incapacità politica dei vertici nazionali del M5Stelle, a cominciare da Di Maio e Di Battista, si capisce perché il gruppo politico di Grillo stia deludendo i suoi sostenitori e tradendo quei piani di innovazione politica e sociale che esso ha avuto il merito di veicolare nel Paese.

A questo punto ci si sarebbe aspettato di leggere una conclusione del tipo: «e così abbiamo scoperto che anche il 5Stelle, al pari di altri partiti, al governo del Paese o all’opposizione, è tutto fumo e niente arrosto, per cui ancora una volta i molti elettori italiani insoddisfatti dovranno cercare faticosamente altrove una valida alternativa alle attuali logiche di potere, equanimemente distribuite tra forze di governo e forze di opposizione».

E, invece, il filosofo d’Arcais, ben noto non solo per il suo notevole impegno filosofico e politico ma anche e soprattutto per la sua mordace faziosità, chiude il suo articolo in questo modo: «Questo il quadro. Desolante. E tuttavia al momento il voto M5S resta l’unico possibile, visto che le alternative sono il disastro in atto di mediocrità autoritaria e vuoto arrogante e ipocrisia e menzogne in quantità industriale dei Renzi e Berlusconi (che vuole tornare per interposta persona)».

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Poco importa che, a differenza dei Renzi e per certi aspetti persino dei Berlusconi, i pentastellati in genere siano molto carenti in termini di cultura di governo, di cultura politica e di cultura tout court; la cosa più importante è continuare a far casino, creando problemi agli attuali governanti e ai futuri governanti che non dovessero avere la stessa mentalità massimalistica di un soggetto perennemente irrequieto e instabile come Flores d’Arcais, che tuttavia, in un momento di inattesa lucidità, coglie una verità parziale ma importante: «Una stolta autoreferenzialità sta portando… questo movimento/speranza a innescare un processo di implosione: autoreferenzialità che al dunque diventa inciucio con poteri opachi e brutti assai, come il caso di Roma sta evidenziando».

Beniamino Ingotti

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