Con Salvini se ha ragione, contro Salvini se ha torto

Pare abbia scritto Aristotele: “C’è solo un modo per evitare le critiche: non  fare nulla, non dire nulla e non essere nulla”. Hanno perfettamente ragione i lettori che hanno voluto scrivermi in privato per contestarmi le mie simpatie per il segretario della Lega Matteo Salvini in relazione alle ultime avventate dichiarazioni di quest’ultimo a favore dell’assassinio voluto da Trump del generale iraniano Soleimani. Peraltro, l’articolo “salviniano” che ha preceduto quello qui pubblicato è stato scritto male perché troppo frettolosamente anche se non rinnego le riserve espresse su certo diffuso protagonismo della magistratura italiana. Tuttavia, non ho difficoltà a dichiarare che le parole faziose pro-USA pronunciate in questo caso da Salvini non sono solo sgradevoli ma anche il primo clamoroso errore politico oltre che morale (perché non si gioisce per la morte di nessuno) da lui compiuto da quando è alla guida della nuova Lega.

Errore politico per quanto riguarda la politica estera perché guastarsela con l’Iran per l’Italia non è meno pericoloso e destabilizzante che guastarsela con gli USA, soprattutto trattandosi di una vicenda relativa esclusivamente ai rapporti diretti tra Iran e Usa-Israele, e anche per quanto riguarda la politica interna perché è molto probabile che una quota considerevole di simpatizzanti della Lega provenienti dal PD non abbia affatto gradito questa improvvida uscita salviniana a favore peraltro di un personaggio politico che sta sullo stomaco di buona parte della stessa Destra americana e mondiale. Saggia ma anche calcolata è stata invece la mossa di Meloni che ha indirettamente criticato le parole salviniane invitando principalmente il suo alleato a non fare tifo da stadio su questioni cosí delicate, benché si possa forse in parte a ragione eccepire che, per le sue forse pregresse e inconfessate simpatie dittatoriali, la segretaria di FdI possa optare più per una dittatura sia pure teocratica come quella iraniana che per una falsa ed ipocrita democrazia liberale come quella americana.

Più in generale, è sempre sbagliato politicamente schierarsi in modo unilaterale con questa o quella linea politica di un governo straniero a meno che l’intesa non si fondi su comuni e rilevanti presupposti etici, culturali e religiosi ed è anche per questo che il “cattolico” Salvini dovrebbe prestare più attenzione alle parole che dice e alle scelte che fa: per il suo bene e forse, soprattutto, per il bene del suo e nostro Paese che, piaccia o no, al momento ha i suoi maggiori punti di forza in uomini come Salvini e in donne come Giorgia Meloni, anche lei a rischio come il primo per una visibilità mediatica che comincia a rendere un po’ troppo disinvolta.

Francesco di Maria

Lascia un commento