Bruxelles, capitale dell’Europa e dello jihad

 di Virginia Ortalis

Bruxelles-musulmaneConcordo con la linea di questo blog, soprattutto per quanto riguarda il giudizio sull’islam e la necessità di non accentuarne importanza e visibilità mediatica anche attraverso quello strumento di presunta ma falsa pacificazione che dovrebbe essere il dialogo interreligioso. In effetti, la situazione è più drammatica di quel che, anche a causa di un’informazione conformista e ottusa, generalmente si pensa. Un Paese ufficialmente cattolico come il Belgio non solo non ha quasi più niente di cattolico, visto che in esso circa 1500 persone ogni anno ricorrono all’eutanasia estesa per legge persino ai bambini, che è in vertiginoso aumento il numero dei suicidi (2000 all’anno negli ultimi tempi), che cala in modo impressionante il numero dei matrimoni “cattolici” e che i bambini battezzati sono solo il 15% della popolazione infantile, che il numero dei praticanti cattolici si fa sempre più esiguo.

Parallelo a questo processo di scristianizzazione corre un processo di forte islamizzazione della società belga. Il maggior numero di combattenti nelle fila dell’Isis proviene dal Belgio, che risulta essere la città più “terrorista” d’Europa, una vera centrale del terrorismo islamico in tutta la parte occidentale del continente europeo, per cui Bruxelles, che ogni giorno sentiamo nominare da tutte le televisioni del mondo come la sede in cui si prendono decisioni importanti per il destino dei popoli europei, non è più solo la capitale dell’Unione Europea ma è anche la capitale dello jihad e, in definitiva, della “guerra santa”.

Bruxelles, come tutto il Belgio, è una città dominata da un nichilismo utilitaristico, nato appunto dalla progressiva frantumazione della tradizionale communitas cristiana e dalla inarrestabile perdita di valori e di punti di riferimento spirituali che apre la porta a comportamenti edonistici, cinici e disperati al tempo stesso. E’ una città in cui ormai il numero di studenti che studia la religione islamica ha superato quello degli studenti che studiano la religione cattolica, in cui un cittadino su tre è musulmano, e il nome anagrafico più frequente tra i nuovi residenti di origine araba è Mohammed. Questo per dire che l’islam già oggi figura come la prima religione del Belgio e che, secondo previsioni abbastanza attendibili, proprio Bruxelles in particolare dovrebbe essere a maggioranza musulmana!bruxelles-araba-e1398499890550

Ma le cose non potevano certo andare diversamente in un Paese, il Belgio per l’appunto, sede della UE, che ha adottato la forma più radicale di multiculturalismo che l’Europa abbia mai adottato. Si pensi che il governo belga sin dal 1974 riconosceva ufficialmente la religione islamica con immediato inserimento di essa nel curriculum scolastico della nazione. Oggi il 75% dei musulmani belgi sono praticanti: esattamente l’opposto di quel che accade in casa cattolica. Oggi gli imam, proprio nei pressi delle istituzioni europee, predicano contro Bruxelles, definita, nonostante la schiacciante supremazia islamica dal punto di vista demografico e non solo demografico in Belgio, “capitale degli infedeli”, ovvero di un occidente ormai privo di ideali e di valori sacri o ancora attaccato ad una falsa fede come quella cristiana, rea di non riconoscere “la terza rivelazione”, vale a dire quella che Allah avrebbe fatto a Maometto.

Gli europei hanno l’Isis quasi ai propri confini. Per quanto tempo, stando cosí le cose, saranno in grado di tenere a bada il feroce e sacrilego Califfato nero?

Virginia Ortalis

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