Natale amaro nella Mezzaluna fertile

(pubblicato in www.interris.it in data 26 dicembre 2014)

di Maurizio Piccirilli

Natale nelle catacombe per migliaia di cristiani sopravvissuti alla pulizia etnica dell’Isis in Siria e Iraq. In tutto il Medio Oriente, culla delle religioni monoteistiche, assistiamo a persecuzioni, genocidi e violenza diffusa. Guerre totali. Nessun Paese della regione è risparmiato. In Libano il fragile equilibrio tra le diverse confessioni vacilla sotto i colpi di atti terroristici. A Gerusalemme e Betlemme la tensione è così alta che ha offuscato le luminarie della Natività. A Gaza la fervida comunità cristiana ha celebrato queste festività nel dolore e nella sofferenza di privazioni e paure. Situazione drammatica anche in Egitto dove il Natale ortodosso che verrà celebrato solo con l’arrivo dell’anno nuovo, è atteso con timore nel ricordo delle stragi di quattro anni fa nelle chiese copte di Alessandria e Il Cairo.mus

Natale a luci soffuse nella cattedrale di Tripoli in Libia dove le milizie islamiste hanno da tempo preso il controllo. Ma Gesù è tornato ancora a nascere nella notte del 25 nella piccola chiesa della Divina Provvidenza nel compound italiano a Kabul, dove Padre 3aeuXmgQ1DbPV4teYs=--Giuseppe Moretti ha celebrato la messa per i tanti cristiani, di diversa confessione, che vivono nella capitale dell’Afghanistan.

Una situazione surreale fino a 11 anni fa. Gran parte di questo dramma che non colpisce solo i cristiani, ma che in questo periodo per loro assume tonalità ancora più cupe, ha avuto come detonatore quella disgraziata guerra a Saddam del 2003. Conflitto contro il quale Giovanni Paolo II, già debilitato dalla malattia, urlò la sua avversione. Gli Stati Uniti e i suoi alleati, Italia compresa, hanno abbattuto il tiranno Saddam Hussein ma hanno anche gettato nel caos l’Iraq e i Paesi vicini. E dato il via a persecuzioni etniche e religiose.

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