Lettera aperta al Dirigente Scolastico dell’Istituto Tecnico “Carrara” di Lucca

Egr. sig. Preside dell’Istituto Tecnico “Carrara” di Lucca,

come ex professore di filosofia e storia tengo ad esprimerle non tanto la mia solidarietà per i malvagi atti di bullismo che stanno accadendo a danno di alcuni docenti della sua scuola, perché solidali in questo caso bisogna essere esclusivamente verso chi ha subìto e subisce la condotta oltraggiosa e violenta di un’intera classe di delinquenti,  quanto il mio sdegno morale e civile per la politica scolastica oltremodo permissiva e accomodante che evidentemente viene adottata da lei e da molti suoi docenti nei confronti degli alunni e delle loro famiglie.

Non è vero che la scuola deve sempre capire i “ragazzi” ed essere comprensiva e benevola verso essi. Ormai, in un’epoca in cui, per il concorso di molteplici fattori, certi universali valori morali e civili sono in via di estinzione, si ha sempre più spesso a che fare con una tipologia di genitori e di giovani indolente, insolente, prepotente, aggressiva e manesca cui non possono essere concesse attenuanti o giustificazioni di sorta. Quei giovinastri spavaldi e tracotanti insieme ai loro complici, che fanno il bello e cattivo tempo nella sua scuola, sono figli di una scuola ormai incapace di educare e di formare in senso critico ed etico-civile, anche attraverso metodologie e tecniche disciplinari ben più rigorose ed efficaci di quelle che vigono nel suo istituto e in molte altre comunità scolastiche italiane in omaggio ad un deleterio politically correct che favorisce solo una crescente decostruzione spirituale della civiltà umana e, per contro, aberranti ed estese forme nichilistiche del pensare e del vivere.

Personalmente, sia pure in mezzo a molteplici difficoltà normative e ad incomprensioni non sempre legittime di colleghi e presidi, ho operato per circa 35 anni a favore di una scuola e di una pratica educativa del coraggio e non della viltà e nel segno dell’intransigenza professionale più ferrea rispetto a comportamenti cialtroneschi, teppistici o più semplicemente prevaricatori quali quelli provenienti da alunni maleducati, da genitori irresponsabili e pretenziosi o anche da dirigenti scolastici di essi complici per semplice codardìa.

Confesso di aver attraversato talvolta momenti di paura e di profonda solitudine ma penso di poter dire di non essermi mai piegato, con l’aiuto di Dio, ad una mentalità compiacente, omissiva, permissiva e compromissoria. Appena le leggi dello Stato me lo hanno consentito, è vero, me ne sono letteralmente scappato da un ambiente scolastico intriso di mediocrità culturale, di stupidità, di falso e dannoso egualitarismo professionale, di apatia e persino di cinismo del tutto chiuso a valori portanti di un vero sapere critico e di una programmazione educativa realmente consapevole, responsabile e coerente.

Per questo la invito a trasformare drasticamente, con la collaborazione dei suoi docenti, i metodi educativi della sua scuola e di incentrarli su un concetto fondamentale: quello per cui non solo studenti mascalzoni e violenti ma anche studenti reiteratamente maleducati e indisciplinati devono essere tempestivamente ammoniti, sospesi e, se necessario, espulsi. Anzi, un suggerimento per lo Stato può essere quello per cui, nei casi più gravi ed ostinati, dovrebbe essere prevista l’espulsione non solo dalla comunità di appartenenza ma da tutte le scuole della Repubblica italiana. Mi dispiace, ma la penso così e ho tenuto, non senza disagio, a comunicarglielo. Cordiali saluti, prof. Francesco Luciani.  

 

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