La barbarie islamista e la codardìa occidentale

di Marcello Ripoli

E‘ molto strano che gli USA, lo sceriffo del mondo, capace di bombardare e neutralizzare spesso con successo gli eserciti regolari di diversi Stati-canaglia, non riescano ad ottenere risultati soddisfacenti contro un esercito sanguinario che sta seminando terrore e morte in una vasta area geografica a cavallo tra Iraq e Siria. Anzi, è di oggi la notizia che i jihadisti sarebbero sul punto di conquistare Kobane, città della Siria settentrionale strategicamente importantissima, perché praticamente collocata sul confine con la Turchia, la quale, come tutti sanno, rappresenta la porta d’ingresso dell’Europa.

Come questo sia potuto accadere è difficile spiegare, anche se gli Usa lamentano di essere stati i soli, almeno nel 90% dei casi, a bombardare le truppe del Califfato, e che solo ad un 10% dei 2000 raid aerei avvenuti sino ad oggi in Iraq e Siria contro i terroristi islamici abbiano partecipato Paesi arabi e alleati europei degli stessi USA; e anche se l’islamico turco Erdogan, con l’ambiguità che ha sempre mostrato nel duplice rapporto con l’UE da una parte e con i terroristi islamisti di diversi Paesi arabi dall’altra, dopo aver dato apparente prova di forza muscolare con lo schieramento di 10.000 soldati e 100 carri armati sul confine, adesso se ne sta fermo a guardare ritenendo insufficienti i raid aerei ed invocando un intervento di terra della comunità internazionale.proteste-isis-iraq-300x225

Può darsi che gli americani non abbiano avuto l’aiuto promesso e sperato da parte di Paesi arabi e soprattutto europei, ma che, dall’alto della loro esperienza militare e tecnologica, non siano riusciti a fermare anche da soli la visibile avanzata dei criminali di Allah, verosimilmente furbi ma non certo strateghi espertissimi, verso i confini europei, è molto difficile da credere. E resta al riguardo una domanda aperta alla quale si tratterà entro breve tempo di dare risposte adeguate.

Ma la stessa Europa, perché a parte la Francia e forse l’Inghilterra in qualche misura, se ne sta ancora con le braccia conserte ad aspettare di essere invasi? Quanto alla Turchia, bisogna fare più che mai attenzione, perché i curdi, che generosamente stanno difendendo anche l’occidente dalle violente orde barbariche islamiste, non sono per niente simpatici al governo di Ankara che potrebbe persino preferire la loro soppressione da parte dell’Isis anziché impegnarsi militarmente con fretta contro quest’ultimo, e perché non si può escludere aprioristicamente che Erdogan, che nel 1998 conobbe la prigione per aver incitato all’odio religioso dopo aver declamato pubblicamente i versi non certo rassicuranti del poeta Ziya Gökalp: «Le moschee sono le nostre caserme, le cupole i nostri elmetti, i minareti le nostre baionette e i fedeli i nostri soldati», non escluda del tutto la possibilità di coalizzarsi un giorno con l’avanguardia armata e “rivoluzionaria” dell’Islam per poter coltivare in segreto il vecchio ma mai tramontato disegno dell’islamismo turco di conquistare l’Europa e di sottometterla alla religione coranica.Erdogan-e-Ataturk-più-stretta-800x540

Alcune migliaia di persone stanno in questo momento protestando a Bruxelles sia contro l’immobilismo NATO, sia contro il voltafaccia turco di Ankara, ma è bene che i cristiani occidentali, sinora forse impegnati a pregare per la sorte dei loro fratelli e sorelle mediorientali, comincino a innalzare MEDIO_ORIENTE_-_ISLAM_(F)_1014_-_Cristiani_e_musulmani (1)suppliche all’Altissimo affinché provveda a liberarli in qualche modo dalla incombente minaccia islamica e soprattutto a renderli eventualmente capaci di testimoniare come martiri la loro fede in Cristo qualora le autorità occidentali ed europee non fossero in grado di proteggere le loro popolazioni dalla barbarie islamista di questo primo scorcio di XXI secolo.

Marcello Ripoli   

Lascia un commento