Cattolici grillini: quante ambiguità!

di Anna Maria Infante

Quante storie per questi attivisti cattolici che sarebbero stati scomunicati da Grillo! E’ risaputo che nel 5 Stelle anche i cattolici, come chiunque altro, aderirono al Movimento per due possibili motivi: o per contribuire con il voto a scardinare un sistema ormai marcio e improduttivo di potere, o per tentare di intraprendere attraverso di esso una facile e ben retribuita carriera politica. I cattolici che hanno sostenuto solo elettoralmente il partito di Grillo hanno usato quest’ultimo, in parte con successo, contro il marciume esistente e a favore di una nuova possibilità di rinascita nazionale, senza tuttavia lasciarsi 2013-03-08-solidiprincipi5stellestrumentalizzare dal comico genovese e assecondare quelli che dopo le ultime elezioni politiche sono subito apparsi a tutti come suoi disegni meramente polemici e distruttivi. Questi cattolici vanno compresi e rispettati. I cattolici, invece, che hanno fiutato nel movimento stellato una ghiotta opportunità di ascesa politica ed economica personale, e che talvolta hanno addirittura utilizzato mezzi immorali per entrare a far parte del “cerchio magico” di Grillo (come sembrano raccontare tante voci di popolo), vanno non già condannati, perché non spetta a una cattolica come me né di condannare né di assolvere qualcuno, ma certamente compatiti ed eventualmente lasciati alle loro miserie personali.

Ora, è in particolare un cattolico romano, ingegnere Andrea Aquilino, che sta facendo parlare di sé in questo periodo, per essere stato espulso e diffidato da Grillo dall’usare il nome del Movimento in qualità di sedicente portavoce degli attivisti cattolici. Aquilino si è detto sorpreso dell’espulsione giuntagli a mezzo lettera raccomandata di uno dei legali di 1410517670-bdauztpccaaljfuGrillo e probabilmente saranno anche fondate le sue dichiarazioni: «Mi chiedo dove sono i parlamentari come Nicola Morra o Luigi Di Maio che pure si sono detti cattolici e che in questi mesi non sono mai intervenuti non per imporre una visione cattolica al Movimento ma per favorire un dibattito chiaro e trasparente su questi temi. Ai cattolici che osano aprire bocca nel Movimento, non contro di esso, ma semmai integrandolo nei princìpi della Chiesa è infatti riservata non solo la scomunica politica, ma la minaccia delle vie legali». 

Fondate ma di una ingenuità o di una ipocrisia semplicemente sconcertanti, perché come si fa a pensare che personaggi come Di Maio e Morra, ammanigliati come pochi altri con Grillo sulla base di un reciproco patto di do ut des, potessero agire nel Movimento nel nome e per conto della loro dichiarata fede in Cristo? Si trovavano ad essere cattolici per tradizione familiare ed educazione ricevuta in questo o quell’ambiente cattolico, e naturalmente non potevano né possono nascondere la loro appartenenza religiosa, anche per non sentirsi poi ritorcere contro la loro menzogna o un’eventuale calcolata e clamorosa abiura, ma la loro massima aspirazione non era e non è certo quella di testimoniare la loro fede in Cristo bensí la loro assoluta e granitica fedeltà a Grillo, perché è da Grillo e non da Cristo, essi sembrano orientati a pensare, che dipendono la loro carriera politica e i loro ingenti guadagni.

D’altra parte, è inutile recriminare per il fatto che siano scomunicati dal Movimento per integrarlo “nei princípi della Chiesa”, intanto perché “Grillo è come Gesù”, disse circa un anno fa, un Casaleggio particolarmente “ispirato”, e quindi è inutile integrare uno che è già come Dio, e poi perché, se i cattolici vogliono fare politica in linea con gli insegnamenti evangelici e con la dottrina della Chiesa, al di fuori delle tradizionali formazioni politiche cattoliche, non si vede per quale ragione debbano pretendere di farla per forza all’interno di un Movimento come il 5 Stelle che presenta notoriamente una composizione sociale, culturale e religiosa, oltremodo eterogenea, contraddittoria e incerta.

Il cattolico Aquilino deve forse essere più sincero con se stesso: non può essere che le sue recriminazioni siano dovute al fatto che, appoggiato da molti consensi di derivazione clericale, puntasse ad introdurre nel Movimento una sorta di cavallo di Troia (i molti consensi cattolici di cui avrebbe potuto appunto disporre grazie alla mobilitazione della Chiesa e delle forze clericali), funzionale sia alla creazione in esso di una significativa area cattolica d’influenza sia anche e contemporaneamente alle sue ambizioni di potere personale?

Di Maio e Morra hanno seguito la via più conveniente per soddisfare la loro sete di potere, di successo e di denaro, indipendentemente dal fatto che poi riescano o meno a soddisfarla, mettendo forse in secondo piano la loro fede, ma non è che per caso Aquilino enfatizza oggi il suo cattolicesimo solo per coprire le sue reali intenzioni, solo per perseguire, mutatis mutandis, gli stessi obiettivi dei due sopra nominati parlamentari grillini?

Attenti cattolici, attenti a quel che pensate, dite e fate! Attenti alla vostra fede di facciata: percorrendo vie troppo larghe o semplicemente larghe non si va verso il Cielo ma verso l’inferno!

 Anna Maria Infante

 

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