I giudici di Catania contro Salvini e contro il popolo italiano

MAGISTRATURA DEMOCRATICA? ANCHE QUELLA DI CATANIA? 

 

 

I giudici di Catania che vorrebbero incriminare Salvini per aver abusato dei suoi poteri in qualità di ministro dell’interno stanno scrivendo una delle pagine più vergognose della storia della magistratura italiana ma anche della storia politica italiana, perché un ministro che intenda difendere il territorio nazionale da sbarchi non consentiti dalla logica giuridica internazionale, secondo la quale se un Paese avverte la necessità di difendere e proteggere le sue coste da potenziali minacce alla sicurezza delle sue popolazioni da parte di imbarcazioni ONG battenti bandiera diversa da quella italiana oltre che da  parte di imbarcazioni nazionali che hanno l’obbligo giuridico di salvare i naufraghi da situazioni di pericolo per la loro sopravvivenza ma non di sbarcarli necessariamente sulle coste del Paese che rappresentano, non solo ha la facoltà ma il pieno diritto di adottare tutti i provvedimenti che ritenga necessari al perseguimento di tale scopo, e pertanto non può essere perseguito dall’ordine giudiziario né tanto meno può essere sottoposto a processo con l’avallo e l’assenso irresponsabile di un potere politico o meglio di un potere politico-parlamentare che, per motivi politici contingenti e di parte che nulla abbiano a che fare con oggettive e del tutto legittime ragioni di Stato di uno Stato democratico, intenda sbarazzarsi per via giudiziaria e non politico-elettorale di un avversario particolarmente scomodo e soprattutto legittimamente convinto di dover mettere il suo popolo nella condizione di doversi difendere da una immigrazione del tutto incontrollata che l’Unione Europea intenda opportunisticamente e ipocritamente relegare all’interno del nostro territorio nazionale.

Ecco: questo modo di amministrare la giustizia in Italia è abominevole, non solo perché è antipatriottica e antinazionale ma anche e soprattutto perché è emblematico di una mentalità giudiziaria del tutto asservita, e spesso anche per motivi inconfessabili, a frange o gruppi ben precisi di potere politico che nulla hanno a che fare con l’interesse politico generale della nazione italiana. Se il ministro Salvini verrà processato, ciò avverrà solo per motivi del tutto arbitrari, sia sotto il profilo etico-giuridico che sotto quello politico-parlamentare, anche in considerazione del fatto che oggi egli gode del favore della stragrande maggioranza del popolo italiano, che non è né un popolo xenofobo né un popolo inospitale né un popolo razzista ma semplicemente un popolo che ha ben intuito come altri e progrediti popoli dell’orbe occidentale lo vogliano fregare, utilizzandolo oggi strumentalmente contro il fenomeno migratorio che minaccia di estendersi all’intera Europa e cercando magari di impadronirsi gradualmente con l’astuta e ambigua politica delle oligarchie transnazionali europee delle sue immense e preziose risorse naturali di proteiforme specie.  

Pertanto, sarebbero semmai i giudici catanesi, contigui probabilmente a quelli agrigentini, a meritare di essere inquisiti e processati per alto tradimento contro i supremi interessi dello Stato nazionale e del popolo italiano. Lo dico patriotticamente da libero cittadino e senza essere leghista, e tuttavia ben consapevole di poter incorrere, presto o tardi, nelle iniziative tanto vendicative quanto ingiustificate di magistrati meschini e corrotti. Domani, forse, si potrà dimostrare che Salvini non era molto diverso da loro, ma oggi sono troppi magistrati corrotti e meschini, anche molto al di là delle apparenze, a meritare di sedere sul banco di coloro che attentano, contro la legge delle leggi che è la nostra Costituzione, alla sovranità nazionale della nostra amatissima Italia. 

Francesco di Maria

Lascia un commento