Il Casaleggio percepito (dai giornali)

E’ scomparso davvero un incrocio tra Cavour e Steve Jobs? 

(pubblicato da Redazione di “Il Foglio” del 14 aprile 2016)

Qui non si vuole fare eccessivo esercizio di cinismo, né passare per forza per originali, né mancare di rispetto a nessuno. Tuttavia, caspita, cari colleghi della stampa e dei telegionali, cari conduttori e cari editorialisti: il cordoglio, ci mancherebbe, le lacrime, naturalmente, la tristezza, anche la nostra, è ovvia, ma un po’ di contegno, no? Martedì mattina è morto Gianroberto Casaleggio, sessantun anni, perito informatico, ex manager allontanato dalla Telecom, ex impiegato della Olivetti, fondatore della CasaleggioAssociati s.r.l., società di web marketing che guida e determina la linea politica del Movimento cinque stelle, un partito nato nel corso di una manifestazione denominata “vaffa day”. A leggere i giornali di ieri sembra invece che il paese sia rimasto orfano d’una figura, certamente originale, i cui mirabolanti tratti riassumono il meglio dell’intelligenza politica di Cavour e del genio tecnologico di Steve Jobs.

Abbiamo calcolato che la parola “visionario” a lui riferita compare sessanta volte (non c’è un solo giornale che non lo chiami “visionario”, soprattutto Repubblica e la Stampa: Ceccarelli ha insistito parecchio sul punto). Per sole quarantrè volte è invece, più modestamente, definito “profeta”. E allora l’Unità lo chiama “testa pensante”, Italia Oggi gli attribuisce “risultati strepitosi”, MilanoFinanza racconta il “politico del ventunesimo secolo”, mentre per Marco Travaglio – gulp –  Casaleggio “ha scritto un pezzetto di storia d’Italia”. Come Garibaldi. Ma è il Corriere a dare il meglio di sè: “Era un visionario”; “sottovalutato” e “comunque poco compreso”; “voleva collocarsi al confine più avanzato con la modernità e la scienza”. Il cordoglio, ci mancherebbe, ma davvero Casaleggio era un mix tra Steve Jobs e Cavour?

Nostra postilla

Grillo ha detto che uomini come Casaleggio “ne nascono uno ogni cent’anni”. Nel proferire queste parole commemorative, ma oggettivamente eccessive, sul suo amico defunto, da megalomane qual egli è avrà quasi certamente pensato a se stesso, alla sua grandezza, alla sua nobiltà d’animo, qualità tutte naturalmente presunte, e non è da escludere che fra qualche tempo si senta dire che uomini come Grillo ne nascano uno ogni due secoli. Però, a ben pensarci, se fosse vero che di Casaleggio ne vengono fuori uno ogni secolo e di Grillo uno ogni due secoli, non ci si dovrebbe sentire rassicurati?  Beati coloro che sanno riconoscere solo le proprie miserie e sono capaci di considerarsi solo dei “servi inutili”!  Affidiamo il destino ultraterreno di Gianroberto Casaleggio all’infinita misericordia di Dio. 

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