Movimento Cinque Stelle: «Luigi di Maio incassa e non rendiconta»

[Pubblicato da Redazione di “Giornalettismo” in data 22 marzo 2016]

Da «gli eredi di San Francesco» a rimborsi fiume e scarsa trasparenza: Di Maio, Giarrusso e quelle spese che non tornano

imagesDovevano essere gli «eredi di San Francesco», nati nello stesso giorno del poverello di Assisi: è il Movimento Cinque Stelle, che doveva aprire il Parlamento come una scatoletta. Che doveva rendicontare tutto fino all’ultimo scontrino. Che doveva utilizzare il “Politometro” per misurare il reddito dei professionisti della politica prima e dopo l’ingresso in Parlamento, e che doveva chiedere a tutti i parlamentari di restituire e rimborsare quanto avevano percepito a spese dei cittadini. E invece, con il passare del tempo, la situazione è cambiata: e oggi sembra che della trasparenza il Movimento Cinque Stelle non possa più fare la sua medaglia.

MOVIMENTO CINQUE STELLE: «LUIGI DI MAIO INCASSA E NON RENDICONTA»
Lo scrive Jacopo Jacoboni sulla “Stampa”.

Beppe Grillo voleva il politometro: un algoritmo per paragonare redditi e patrimonio dei politici al momento in cui entravano in politica, con redditi e politici durante e dopo l’attività politica. Se lo applicassimo adesso vedremmo per esempio che nel 2013 (non un secolo fa) Luigi Di Maio dichiarava zero euro, e nell’ultimo anno ha dichiarato 98.471 euro. Gianroberto Casaleggio ricordava che l’ispirazione del Movimento – quanto a stili di vita – doveva essere Francesco d’Assisi, «noi nasciamo nello stesso giorno del santo», diceva. Nello Tsunami tour Grillo arringava le folle, «i nostri parlamentari prenderanno 2500 euro al mese e restituiranno il resto» (poi alzò la cifra a tremila, sostenendo che «per la vita che si fa a Roma 2500 euro sono pochi»). Un’analisi delle loro buste paga – che abbiamo infine potuto compiere con una certa precisione – testimonia una realtà completamente diversa.

Qualche esempio, con nomi e cognomi.

imagesMario Giarrusso, parlamentare catanese, è un personaggio esuberante e vulcanico. Nella busta paga di novembre 2015 ha incassato 3362 euro di quota fissa di indennità (restituendo una parte di 1662 euro), più una quota di rimborsi e spese varie sbalorditiva: 10066,07 euro. Un «cittadino» normale potrebbe mai spendere una cifra simile? E come sono giustificati tutti questi soldi ricevuti come rimborso? Alloggio, 1880 euro; 1182 euro di trasporti (spesa curiosa, considerando le varie agevolazioni dei parlamentari sui trasporti pubblici); vitto, 1149 euro; attività sul territorio, 713; collaboratori, 4678. Nessuna di queste spese – e non solo da Giarrusso – viene ulteriormente dettagliata. Non compare, neanche sul sito apposito, alcuna pezza documentale: solo voci genericissime.

E dire che la scarsa rendicontazione è stata in passato motivo di espulsione per appartenenti al Movimento Cinque Stelle – caso ultimo quello di Serenella Fuksia, espulsa, appunto, per carenza di rendicontazioni.

Passiamo ai personaggi più noti, volti di primissimo piano del Movimento, come il vicepresidente della Camera Luigi di Maio – che incassa 10mila euro di rimborsi per spese scarsamente rendicontate.

imagesL’aspirante leader del direttorio, Luigi Di Maio, a ottobre ha incassato 3246 euro, restituendo una parte di indennità di 1694; ma in più ha ricevuto 10516 euro di rimborsi, e quali sono le pezze d’appoggio? Il grosso (9710 euro) figura alla voce «attività ed eventi sul territorio». Non sappiamo nulla di più, non c’è altro documento. Naturalmente, giova ripeterlo, spese varie e «eventi sul territorio» sono lecite eccome, per un parlamentare: ma non è una forma di finanziamento pubblico (sia pure indiretto) al Movimento, che diceva di non finanziarsi così? 

Continua Jacoboni, riportando comportamenti meno dettagliati ma ugualmente significativi.

Si potrebbero citare decine di esempi di uno stile di vita più rilassato, abiti assai più costosi, sedute quasi quotidiane di make up; il capo della comunicazione, l’ex del Grande Fratello Casalino, disse a Vincenzo Santangelo, un tempo capogruppo, che non andava in tv perché era brutto. Numerose storie come questa, tanto più proverbiali quanto più ridicole, certificano che lo staff di comunicazione voglia persone che sappiano stare in tv e abbiano gli abiti giusti e i capelli giusti, «non degli sfigati o dei fumati». La Bedori perché è stata silurata, e da chi? Casalino inaugurò una tendenza, gli eletti dal dentista (peraltro, Dario Tamburrano, un europarlamentare M5S) a sbiancarsi i denti, le elette dal parrucchiere a lisciarsi i capelli. Il giorno dell’insediamento del direttorio disse che i 5 stelle dovevano imagesessere dei personaggi, e curare la loro immagine da star. Ma era questa roba, il Movimento francescano? C’è chi s’è comprato la moto costosa. Chi, mentre prima divideva casa con quattro colleghi, è andato a vivere dalle parti di piazza di Spagna, forse sognandosi sulle orme della Angiolillo. Chi rinegozia mutui favorevolissimi utilizzando la banca della Camera. Alla Casaleggio associati, ancora oggi, si pranza nel cucinino, con cose vegetariane, spendendo pochi euro. Il vecchio maestro non è stato seguito dagli allievi.

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