Lettera aperta di un democratico non credente

di Mauro Riccò

Intanto, non è per “captatio benevolentiae” che dico subito a Luciani di aver apprezzato il suo blog non solo e non tanto per l’importanza e la varietà dei temi proposti ma anche e soprattutto per la chiarezza e la capacità di analisi con cui essi vengono trattati, che sono qualità difficilmente rinvenibili oggi nella maggior parte dei siti e dei blog politici presenti nella rete. Anzi, data l’indubbia tendenza degli articolisti che vi collaborano, a cominciare dallo stesso Luciani, a non argomentare per slogan o in modo sterilmente polemico ma secondo un rigoroso ordine logico e concettuale e quasi sempre con riferimenti precisi e aggiornati, mi chiedo se sia stata opportuna la scelta di prevedere per gli utenti la possibilità di lasciare dei commenti.
images (17) I commenti fioccano se si parla in modo piuttosto sbrigativo di “cose di pancia” o di rivendicazioni molto settoriali e corporative oppure se si propongono punti di vista nettamente caratterizzati secondo gli schieramenti politici esistenti e ai quali proprio per questo è sempre possibile replicare facilmente, ma quando questo non accade allora è molto più difficile che vi siano lettori disposti a spremersi le meningi prima di scrivere un commento.

Anche il cattolicesimo veicolato dal blog di Luciani ha suscitato in me un certo interesse perché, a differenza di tante correnti forme di cattolicesimo politico facilmente etichettabili come di destra, di centro o di sinistra, esso appare molto più difficile da catalogare in modo univoco e schematico. Semmai è un cattolicesimo che tende a mettere in crisi o almeno in discussione le diverse versioni di cattolicesimo politico cui da tempo immemorabile siamo abituati.

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Direi, senza pretese di infallibilità, che è un cattolicesimo molto a sinistra dal punto di vista economico e sociale ma non su posizioni di sinistra alternativa o antagonista o al contrario meramente parlamentaristiche, direi che è un cattolicesimo di destra dal punto di vista etico e civile (divorzio, aborto, omosessualità, eutanasia, fecondazione artificiale e via dicendo) ma non ipocritamente o maldestramente di destra quanto piuttosto nel senso di una fedeltà non acritica a determinati princípi e valori della “tradizione”.

Ma, al di là delle definizioni che di massima possono esserne date, è soprattutto un cattolicesimo che si propone di preparare il terreno alla possibile nascita di una formazione politica cattolica radicata nel vangelo e completamente inedita rispetto al già noto e variegato panorama politico cattolico, di una forza politica religiosamente ispirata ma non chiusa all’apporto e alla collaborazione di uomini liberi non necessariamente legati a una fede o ad una confessione religiosa, di un partito politico non classista nel senso del vecchio “odio di classe” e al tempo stesso non interclassista nel senso di una equidistanza (vedi vecchia Democrazia Cristiana) da tutte le classi sociali.

Ciò detto e riconosciuto, io non sono un credente e presumo, per questo solo fatto, di non poter convenire sull’intero arco di opzioni politiche che un movimento che si richiamasse alle posizioni di “Vangelo e Democrazia” potrebbe proporre. Anzi, per essere più preciso, penso che un partito, per quanto sinceramente religioso e cristiano possa essere, non dovrebbe contribuire politicamente ad incrinare in nessun modo il principio-diritto della libertà individuale del cittadino indipendentemente dalle scelte soggettive cui questa stessa libertà potrebbe condurre. Ma immagino che, anche in questo caso, Luciani avrebbe buoni argomenti da far valere in un ipotetico contraddittorio e che perciò un confronto tra le nostre rispettive posizioni potrebbe essere deciso solo elettoralmente.

Ho anche notato che il blog, almeno a giudicare dagli articoli pubblicati, ha operato un rigetto di quelle che ritiene essere le posizioni massimalistiche ed irrazionalistiche, e scarsamente compatibili con una cultura di governo, del Movimento 5 Stelle, pur salvandone in qualche modo la funzione di scardinamento del “sistema”, e che allo stesso tempo non disdegna di accreditare, sia pure non acriticamente, il governo Renzi molto più che il PD, come unica forza catalizzatrice, in questo momento storico, della governabilità da un lato e di oggettive istanze di cambiamento dall’altro.

Può darsi che ciò dipenda dal fatto che Matteo Renzi è pur sempre un cattolico e che quindi si intenda cristianamente confidare nella sua capacità e nella sua volontà di perseguire rigorosamente il bene pubblico al di là di ogni possibile interesse privato o di gruppo, e di ripristinare, specialmente in rapporto alla burocratica e perfida Europa, la sovranità popolare, la sovranità democratica e monetaria dell’Italia, sia pure attraverso un abile e realistico gioco dialettico con quei “poteri forti” nazionali ed internazionali e con quei mercati finanziari che da mosse politiche troppo rigide e ultimative potrebbero essere indotti a rispondere “nervosamente” e a creare guai ancora peggiori per la nostra già fragile economia e per la tenuta di un tessuto sociale nazionale suscettibile di decomporsi in modo irreversibile. In ogni caso, il mio images (20)

augurio è che “Vangelo e democrazia” possa ben seminare perché un giorno, per rimanere nell’ottica provvidenzialistica  che gli è cara, altri possano ben raccogliere per il bene dell’Italia e del mondo.

Mauro Riccò

 

 

 

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