Il Catechismo cattolico smentisce il papa sui profughi*

Nonostante l’immigrazione torni a preoccupare per il Covid, Bergoglio continua a battere incessantemente sull’accoglienza. Dopo la nuova, contestatissima, litania sulla Madonna, “Maria solacium migrantium” – “sollievo dei migranti”, poche settimane fa, affermava: «È Dio che ci chiede di poter sbarcare». Siamo sicuri? Perché all’art. 2241 del Catechismo c’è scritto tutt’ altro: «Le nazioni più ricche sono tenute ad accogliere, nella misura del possibile, lo straniero alla ricerca della sicurezza e delle risorse necessarie alla vita, che non gli è possibile trovare nel proprio paese di origine. I pubblici poteri avranno cura che venga rispettato il diritto naturale, che pone l’ospite sotto la protezione di coloro che lo accolgono. 

Le autorità politiche, in vista del bene comune, di cui sono responsabili, possono subordinare l’esercizio del diritto di immigrazione a diverse condizioni giuridiche, in particolare al rispetto dei doveri dei migranti nei confronti del paese che li accoglie. L’immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del paese che lo ospita, ad obbedire alle sue leggi, a contribuire ai suoi oneri». Già nel ’92 (ultima edizione), quando l’immigrazione era sostenibile, emergevano stringenti condizioni per l’accoglienza, tanto che Wojtyla e Ratzinger parlavano piuttosto del diritto «a non emigrare». Il Catechismo prevede accoglienza «nella misura del possibile», solo in condizioni di emergenza vitale e afferma che le autorità politiche hanno il diritto di sospenderla se i migranti non si comportano bene e se non producono. E qui, oltre al fatto che larghissima parte degli “ospiti”, mantenuti senza far nulla, sono giunti per motivi economici, vale la pena ricordare che, nel 2019, il Capo della Polizia Gabrielli ha dichiarato che un terzo dei reati è commesso da stranieri.

Essi sono il 12% della popolazione residente in Italia, e quindi mediamente delinquono 3,5 volte in più rispetto agli italiani. Per giunta, dato che il ministro Boccia ha appena ammesso che il contagio coinvolge gli stranieri per il 25%, si può calcolare che un migrante è contagioso più del doppio rispetto a un italiano. La matematica è spietata. Su quali basi teologico-dottrinali, quindi, Bergoglio poggia le sue posizioni? I suoi avversari individuano, piuttosto, una precisa strategia a favore del Nuovo Ordine Mondiale, disegno di matrice massonica che prevede il superamento del concetto di nazione: tutte le frontiere dovranno dissolversi per la libera circolazione di merci e genti. Francesco ha citato il Buon samaritano per giustificare l’«accoglienza integrale» ma, a parte il fatto che il personaggio evangelico pagò di tasca propria un albergo al giudeo ferito, senza imporlo ai propri familiari, a parte la frase di Gesù «date a Cesare quel che è di Cesare», va trovata la quadra con un testo teologico di base che ha già chiarito tutto sull’immigrazione.

Non è la prima volta che le dichiarazioni di Bergoglio vengono smentite dal Catechismo, come quando permise a Scalfari di attribuirgli (senza poi smentire con decisione nel merito) che l’anima dannata «si annulla dopo la morte». Agli art. 1016 e 1022 del Catechismo si legge, invece, che l’anima è immortale e che vi sarà un giudizio, sia individuale che universale. Cambiare il Catechismo è possibile, ma non prima di lunghe consultazioni coi vescovi e la Congregazione per la dottrina della fede. Inoltre, vi può essere aggiornamento ma non contraddizione coi principi del Cattolicesimo e la Tradizione. Qualcuno ci chiarirà il busillis? Temiamo di no.

* Pubblicato in “Libero quotidiano” del 4 agosto 2020

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