Rende: politica corrotta o magistratura protagonista?

Io non so se l’on. Sandro Principe e gli altri politici fatti arrestare stamattina dal dott. Vincenzo Luberto, procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro, abbiano realmente compiuto i reati che vengono loro contestati. Premetto che non ho mai avuto simpatia né per i politici ora nel mirino della magistratura né per gli uomini politici calabresi in genere, a prescindere dalla loro notorietà e importanza, e che non li ritengo aprioristicamente immuni da atteggiamenti e atti compromettenti dal punto di vista giudiziario.

Qui però il problema è quello di stabilire se i capi d’accusa che oggi li riguardano siano frutto di semplici e sia pure numerosi indizi, oppure si trovino fondati su prove oggettive ed inoppugnabili. Ancora non è dato sapere quali siano esattamente le contestazioni e le motivazioni che hanno spinto la DDA a chiedere l’adozione dei provvedimenti cautelari che gettano pesanti ombre sulla vita politica e amministrativa rendese, ed è sperabile, innanzitutto per il buon nome della stessa magistratura calabrese, che le prove vengano presto rese pubbliche nella loro interezza, perché troppe volte è accaduto che la magistratura calabrese, per quel desiderio di protagonismo da cui anch’essa non è immune, sia giunta a conclusioni frettolose o sollevasse incredibili polveroni per vicende non particolarmente rilevanti sotto il profilo penale.

In questo caso, l’accusa è voto di scambio, e un concreto riscontro a ciò sarebbe costituito dal fatto che molti degli assunti, negli ultimi anni, nella “Rende Servizi”, la “municipalizzata” che fa capo al Comune di Rende, sarebbero accoliti della cosca mafiosa Lanzino-Di Puppo-Presta, anche se il consigliere provinciale Pietro Ruffolo, nel dimettersi e solo per potersi meglio difendere, sostiene di aver pagato questo prezzo per aver “cacciato dalla precarietà e dall’incertezza 200 famiglie di umili e deboli lavoratori”. I magistrati Luberto e Pierluigi Bruno parlano di patti elettorali stipulati tra politici e mafiosi rendesi.

Speriamo che le loro prove non si basino soltanto sulle dichiarazioni di quest’ultimi ma anche e soprattutto su inequivocabili affermazioni e su condotte incontrovertibilmente criminali dei primi. In caso contrario, la magistratura e la stessa democrazia repubblicana italiana ne uscirebbero ancora una volta molto male. Aspettiamo e vediamo!

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