Obama: cristiano o musulmano?

di Marco Siniscalco

Forse non erano del tutto infondate le voci che circolavano su un Obama ufficialmente cristiano ma di fatto musulmano prima che egli fosse eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Innanzitutto, non si capisce perché, dopo lo sciagurato intervento militare della Presidenza Bush in Iraq, Obama abbia pensato solo a ritirare del tutto da quei SteveSackstartribuneluoghi le sue truppe senza preoccuparsi di lasciarvi almeno un avamposto pronto ad intervenire nel caso più che probabile in cui vi si fossero verificate recrudescenze religiose o pseudoreligiose di tipo terroristico; in secondo luogo, si comprende ancora meno il fatto che, in presenza di un Isis più ferocemente criminale delle SS di hitleriana memoria, egli non abbia ancora ritenuto di inviare truppe di terra ben addestrate e armate sino ai denti per neutralizzare capillarmente e rapidamente le bande assassine dei fanatici jihadisti, che continuano a seminare terrore in Iraq, in Siria e persino in Libia.

Non si può peraltro sottovalutare il curioso rimprovero che, solo qualche settimana fa, ha ritenuto di rivolgere ai francesi e agli europei all’indomani dei tragici fatti di Parigi, avventurandosi in un giudizio che non poteva non suscitare forti perplessità nell’opinione pubblica francese ed europea: certe reazioni violente del mondo musulmano si spiegherebbero con l’insufficiente integrazione offerta in Europa, e a differenza di quel che accadrebbe negli USA, ai cittadini di fede per l’appunto musulmana. A differenza di quel che accade in America? E l’11 settembre del 2001 allora?

E la tendenza ad escludere che queste osservazioni siano ben poco significative e indicative di un’ambiguità solo apparente viene singolarmente rafforzata dall’ultima e più recente “uscita” di Obama che, in occasione del tradizionale National Prayer Breakfast,  l’annuale evento presidenziale che si svolge alla presenza di 3500 ospiti di diversa confessione religiosa ma di confessione religiosa prevalentemente cristiana e invitati da ben 100 Paesi del mondo, ha avuto la felice idea di rinfacciare ai cristiani di essersi macchiati nel corso della storia di crimini non meno gravi di quelli oggi compiuti dall’Isis (come, per esempio, al tempo dell’Inquisizione e delle Crociate), allo scopo di indurli a moderare i loro giudizi, sempre più severi, su quelle che egli ha definito come “derive ideologiche dell’Islam” e non già come effetti prodotti dalla stessa matrice storico-dottrinaria del credo coranico-islamico.

Un paragone azzardato e anzi insensato, soprattutto perché mentre fenomeni come Inquisizione e Crociate, peraltro non ripudiabili in blocco come mere manifestazioni di disumanità e violenza ma riconducibili a situazioni storiche (in particolare per quanto si riferisce alle Crociate) ben più complesse di quanto evidentemente il presidente americano di colore non immagini, si devono senz’altro spiegare come deviazioni umane dalla sana dottrina evangelica e cristiana, i crimini dell’Isis e di tanti praticanti musulmani derivano direttamente dai testi coranici e dai detti maomettani su cui si fonda la fede del mondo musulmano.mao-gesu

Le cronache più attendibili riferiscono che Obama avrebbe detto esattamente: «Ricordate che durante le crociate e l’Inquisizione le persone hanno commesso atti terribili in nome di Cristo. Nel nostro paese, la schiavitù e le leggi razziali troppo spesso sono state giustificate nel nome della fede cristiana». Parole non solo offensive verso i cristiani americani, occidentali ed orientali, ma del tutto inadeguate a dimostrare che in fondo tra cristiani e musulmani non ci sarebbe molta differenza e che il problema sarebbe solo quello di convivere in pace. Già, in pace!

Questo presidente americano, insignito anni fa del premio Nobel per la pace, ama talmente la pace e i cristiani da non fare assolutamente nulla per incoraggiare trattative di pace tra russi e ucraini, che sono entrambi di fede cristiana, preso com’è dalla smania tipicamente imperialista degli USA di creare in Ucraina e a un passo dalla 09_10_09Obama_nobel1Russia, con la demenziale complicità europea, un altro avamposto all’espansionismo politico-militare americano! Ovviamente non si vuole insinuare che egli sia un complice del terrorismo islamico, ma solo sottolineare come la sua visione dei problemi del mondo sia viziata da una notevole miopia critico-culturale che gli impedisce di adottare strategie adeguate per affrontare e risolvere i conflitti che tendono a divampare in ogni parte del pianeta. Peraltro, è molto dubbio che egli conosca la differenza tra la martirìa cristiana e la martirìa islamica e tra il Dio di Gesù e il Dio di Maometto, e questo per l’appunto lo porta verso un indifferentismo politico-religioso che può solo nuocere alla causa dell’umanità.

Penso pertanto che ogni ulteriore commento sia inutile, anche se molto significativo è comunque il fatto che Obama sia stato pubblicamente ringraziato da quel Farhana Khera, direttore esecutivo del gruppo per i diritti civili degli islamici negli Usa, Muslim Advocates, che, in un precedente incontro proprio con lui, lo aveva invitato a fare di più per confortare e tranquillizzare i musulmani americani che temono che «i loro figli si possano vergognare della loro religione a causa della discriminazione».

 Marco Siniscalco

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