Russia e Cina, il cappio all’Europa

 di Angelo Perfetti

(pubblicato nel sito “In Terris” il 28 marzo 2015)

new russia ukraine map“Un’entità autonoma, molto ambiziosa con velleità imperiali”. Non usa mezzi termini Fabrizio Cicchitto, Presidente della III Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei deputati, per definire il nuovo corso dettato da Vladimir Putin, quello per intenderci di annettere la Crimea, tagliare il gas all’Ucraina e tornare a evocare scenari nucleari che fanno ripiombare il mondo nell’epoca della guerra fredda. Ma dato che ogni “guerra” prende corpo da motivi esclusivamente economici, c’è da capire cosa stia accadendo nello scenario globale.

L’affaire Ucraina ha destabilizzato il quadrante tra Occidente e Oriente; così l’Europa rischia di rimanere schiacciata tra la Russia e l’Asia, e in ballo non ci sono spiccioli ma un giro d’affari immediato di miliardi di euro, l’equivalente delle sanzioni volute da Washington e imposte dall’Unione europea. Nonché il futuro economico di un Vecchio Continente in crisi politica e finanziaria, che sta rischiando di perdere una sponda vitale per i propri commerci. Uno schiaffo a chi ha sognato un’Europa indipendente politicamente e finanziariamente.

Gettare la Russia nelle braccia della Cina sarà stato anche inevitabile per marcare il principio di democrazia, ma gli effetti a lungo termine rischiano di essere devastanti. Ne è un assaggio il fatto che la Germania è stata appena scavalcata proprio dal Paese della Seta come primo partner commerciale Russo; e l’accordo da 400 miliardi di dollari fatto per i prossimi 30 anni inerente la fornitura di gas da Mosca a Pechino rende bene l’idea dello scenario verso il quale ci stiamo dirigendo. Certo, oggi c’è ancora l’America a tamponare, ma è un intervento che non potrà durare in eterno, e che comunque penalizza l’area Ue e nell’immediato premia solo gli Stati Uniti.NEWS_228226-680x365 (1)

L’analisi – effettuata durante un incontro promosso dalla Rivista di Studi politici internazionali con tutte le diplomazie presenti a Roma – ha evidenziato enormi rischi per la stabilità geopolitica globale. Perché se è vero che la Cina ha in mano gran parte dei titoli di Stato dei maggiori Paesi – e dunque risulta essere già uno dei creditori più influenti per i governi nazionali – senza più l’asse Russo-Occidentale rischia di tracimare nell’economia mondiale dettando regole e tempi senza possibilità di contrattazione. Destabilizzando così anche l’India, altro Paese con relazioni piuttosto problematiche con l’Europa, Italia in particolare.

Secondo Alexander Gabuev, delegato del Cremlino nel Programma Asia-Pacifico al Carnegie Moscow Center, “più a lungo la Russia sarà costretta a orientarsi verso la Cina, maggiori saranno le conseguenza. Alcuni elementi chiave, come il commercio di armi e il controllo cinese su alcuni giacimenti di risorse fondamentali, potrebbero diventare irreversibili e comportare effetti di lungo periodo sugli interessi europei e sulla sicurezza mondiale, anche quando il mandato di Putin sarà finito”.sequestro-dei-beni-degli-stranieri-

Insomma, uno scenario molto preoccupante, che tocca da vicino persino l’economia domestica; già, perché i cittadini del Vecchio continente non se ne rendono conto nel vivere quotidiano – salvo ritrovarsi con le case ghiacciate per mancanza di gas in inverno – ma ogni indicatore di import/export che salta, ha inevitabilmente un riflesso nei prezzi al consumo, incidendo fortemente nella gestione domestica. E sul mercato del lavoro.

Fin qui le sfide. Ma c’è anche chi prova a definire uno scenario di soluzione: “Oggi credo sia importante parlare delle opportunità di un ritorno a un sistema di partenariato cooperativo fra Russia, Unione Europea e Stati uniti – ha sottolineato l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, già ministro degli Esteri -. E’ importantissimo ricreare un’architettura europea di sicurezza per quanto riguarda le forze convenzionali ma anche per ciò che concerne la politica dell’energia e dei partenariati. La creazione da parte della Russia di un’Unione euroasiatica non va vista necessariamente come qualcosa di antagonistico, ma anzi come un’opportunità che si creino in quel perimetro dell’Eurasia, una serie di regole, di valori, di condizioni di stato di diritto che rafforzino la pace globale”.

 Angelo Perfetti

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