I cattolici contro le incivili “unioni civili”

di Carmen Tocco

imagesLa legge Cirinnà sulle cosiddette “unioni civili” e la diabolica perseveranza con cui si tende a riproporne l’approvazione parlamentare tra modifiche apparenti o insignificanti,  nonostante le contestazioni molto serie che vengono mosse in parlamento e in modo ben più significativo nella società civile italiana, costituiscono senza dubbio il provvedimento più infelice e inquietante del governo Renzi.

Che il cattolico Renzi sia disposto a trasformare in legge dello Stato un testo incentrato sostanzialmente sul riconoscimento di una genitorialità omosessuale e sull’omologazione tra unioni civili e matrimoni, costituirebbe da solo un fatto politico talmente grave da determinare, se il nostro Paese non fosse solo nominalmente il più cattolico Paese del mondo, l’immediata caduta del governo in carica.images

Non esagero affatto: che proprio un cattolico si assuma la responsabilità, davanti a Dio e agli uomini, di introdurre nel nostro ordinamento civile una legge di fatto finalizzata a favorire un esiziale mutamento antropologico della specie umana, della famiglia, della stessa società, è un atto di inaudita gravità umana, morale, sociale e politica, che non potrà restare privo di conseguenze pratiche e di responsi elettorali oltremodo critici e destabilizzanti.

Ha ragione Filippo Savarese, presidente di Manif Pour Tous Italia, nel ribadire chiaramente che «le unioni civili sono solo il grimaldello per sfasciare il diritto di famiglia, rottamare il matrimonio e aprire al mercato internazionale dei figli tramite l’utero in affitto, esattamente ciò che è accaduto anche all`estero, dove ormai si chiede apertamente anche il riconoscimento della poligamia».images

Peraltro, non è un mistero per nessuno che la senatrice Monica Cirinnà del PD votò a suo tempo a favore dell’adozione di figli da parte di singles con la precisa intenzione di sradicare la famiglia per aprire a tutte le unioni fondate sull’amore. Già sull’amore, perché per la senatrice democratica, contrariamente a quel che pensa la grande maggioranza del popolo sloveno, anche la depravazione è evidentemente una manifestazione dell’amore.

Carmen Tocco

 

 

 

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