di Mauro Riccò
Intanto, non è per “captatio benevolentiae” che dico subito a Luciani di aver apprezzato il suo blog non solo e non tanto per l’importanza e la varietà dei temi proposti ma anche e soprattutto per la chiarezza e la capacità di analisi con cui essi vengono trattati, che sono qualità difficilmente rinvenibili oggi nella maggior parte dei siti e dei blog politici presenti nella rete. Anzi, data l’indubbia tendenza degli articolisti che vi collaborano, a cominciare dallo stesso Luciani, a non argomentare per slogan o in modo sterilmente polemico ma secondo un rigoroso ordine logico e concettuale e quasi sempre con riferimenti precisi e aggiornati, mi chiedo se sia stata opportuna la scelta di prevedere per gli utenti la possibilità di lasciare dei commenti.
I commenti fioccano se si parla in modo piuttosto sbrigativo di “cose di pancia” o di rivendicazioni molto settoriali e corporative oppure se si propongono punti di vista nettamente caratterizzati secondo gli schieramenti politici esistenti e ai quali proprio per questo è sempre possibile replicare facilmente, ma quando questo non accade allora è molto più difficile che vi siano lettori disposti a spremersi le meningi prima di scrivere un commento.








A sostegno di questa tesi, lo studioso americano John McCormick cita Niccolò Machiavelli che, a suo giudizio, avrebbe proposto una concezione antioligarchica del potere. McCormick dice che, se il socialismo era stato il grido di dolore della società moderna, il populismo è il grido di dolore delle moderne democrazie

