di Vincent Fondi
Quasi alla vigilia delle elezioni politiche europee del prossimo 25 maggio, la sinistra renziana dice e ribadisce di volere un’altra Europa, cioè non più l’Europa dei burocrati e degli esattori ma l’Europa dei popoli che ne fanno parte e del loro benessere economico. Per determinare questa svolta, dice l’odierno partito democratico, bisognerà cambiare le regole, e quindi verosimilmente anche i Trattati su cui poggia l’Unione Europea e i presupposti dell’unione economica e monetaria europea consistenti in quell’istanza ossessiva di controllo dei conti pubblici e di austerità che è venuta determinando nel tempo l’immiserimento delle economie nazionali dell’Eurozona meridionale.