Dove sei Europa? Dove sei Renzi? Non sentite i gemiti mortali del popolo palestinese?

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Le cose devono essere chiamate con il loro nome: uno Stato che, in virtù della sua schiacciante supremazia militare, non si preoccupa di infliggere ai popoli vicini e ostili, e non una volta ma sistematicamente, danni e uccisioni cento o images (55)mille volte più gravi dei danni subíti o delle offese ricevute, è uno Stato che, senza tema di smentita, dev’essere qualificato come Stato assassino.

Quello di Israele è uno Stato assassino, razzista e genocida, che, come tutti gli uominiimages (56)onesti sanno, non ha alcuna seria volontà di sottoscrivere un trattato di pace con il popolo palestinese, a cominciare dal riconoscimento di uno Stato indipendente e sovrano di Palestina. Continua a leggere

Renzi e l’Europa dal basso

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di Fabrizio Mutti

Un fatto è certo: Renzi ha in mente un’idea d’Europa molto diversa da quella che ha trovato concreta applicazione dal 2000 ad oggi. Non tanto nel senso utopistico, come ingenuamente si potrebbe pensare, che egli auspichi un’Unione Europea totalmente libera da burocrazia e tecnocrazia, ma nel senso realistico di un’Unione Europea in cui burocrazia e tecnocrazia non siano più altari su cui tutto venga sacrificandosi ma semplici anche se importanti strumenti finalizzati a perseguire il maggior benessere possibile di tutti i cittadini dei Paesi membri.images (51)

Renzi sta ripetutamente e giustamente osservando che, come peraltro stabiliscono gli stessi Trattati europei, non ha senso parlare di “stabilità” economico-finanziaria senza preoccuparsi realmente della “crescita”, perché, per citare le sue testuali parole, «la stabilità senza la crescita diventa immobilismo», né è pensabile che la costruzione europea possa reggersi semplicemente sulla moneta unica, «perché  non basta avere una moneta unica per condividere un destino insieme». D’altra parte, puntualizza efficacemente il nostro premier, «o l’Europa è in grado di assumere la battaglia contro la disoccupazione o non ci sarà alcuna stabilità possibile».Anche su concetti-chiave della scena politica europea quali rigore, austerity, stabilità, lotta al debito pubblico, Renzi mostra di non volersi conformare affatto alla mentalità dominante in Europa, ritenendo che tutti questi elementi, da cui pure non si può prescindere in sede economica, debbano essere intesi non in senso dogmatico e statico ma in senso critico e dinamico, ovvero come momenti e funzioni di un progetto economico europeo che non perda mai di vista le concrete e specifiche condizioni materiali e morali in cui versano i diversi popoli dell’Unione e che non si possa quindi pretendere di realizzare a colpi di “regole” assolute, di “vincoli esterni” inamovibili, di diktat implacabilmente indifferenti ad indilazionabili urgenze economiche, sociali, esistenziali dei popoli maggiormente sofferenti. Continua a leggere

La pace di Israele è solo la guerra

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Peccherò forse di presunzione, ma non avevo alcun dubbio circa il fatto che i rapporti tra Israele e Palestina sarebbero tornati ad essere molto tesi all’indomani del cosiddetto “incontro di preghiera” tra israeliani, islamici, ortodossi e cattolici, promosso e organizzato da papa Francesco e svoltosi l’8 giugno scorso nei Giardini Vaticani, sul quale in questo blog avevo manifestato le mie riserve sia in senso religioso che in senso politico. Appena sette giorni dopo, gli israeliani si sono rimessi a sparare sui palestinesi causando nuove vittime e nuove distruzioni, procedendo ai consueti rastrellamenti e perquisizioni, procurando altro pesantissimo disagio materiale e spirituale al popolo di Palestina.

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Motivo? Perché pare che tre giovani coloni studenti di una yeshiva (scuola ebraica) siano spariti e probabilmente rapiti in un territorio ben controllato dalle ronde militari di Israele. Ma prove evidenti sul rapimento e soprattutto sugli autori del rapimento come sulle ragioni che ne
images (47)starebbero alla base non ve ne sono, ragion per cui devono essere considerati, come al solito, totalmente illegittimi e criminali tanto i bombardamenti dell’aviazione israeliana quanto i rastrellamenti e gli arresti eseguiti dall’esercito israeliano.

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Renzi plaude a Prodi: stiamo freschi!

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Prodi ha pubblicato su “Il Messaggero” del 22 giugno 2014 un articolo in cui formula 8 proposte per il rilancio dell’attività industriale in Italia. Salutate da Matteo Renzi addiritturaimages (41) come manifesto di un rinascimento industriale italiano, tali proposte, pur non conoscendo e non aspirando io a conoscere l’economia come la conosce il prof. Prodi, mi sembrano francamente generiche e fumose, astratte ed evasive, e soprattutto riconducibili a certo consueto liberismo “illuminato” che, soprattutto per quanto riguarda i Paesi europei e l’Italia, nell’ultimo quindicennio ha prodotto solo regresso produttivo, vertiginosa disoccupazione e povertà economica.images (42)

La sua prima proposta per una nuova politica industriale può essere cosí riassunta: le aziende non devono finanziarsi solo attraverso le banche ma anche attraverso fonti alternative di capitale ivi compreso un incremento di autofinanziamento aziendale da parte degli stessi proprietari o associati imprenditoriali. Poiché Prodi sa benissimo che le aziende, a giudicare da quel che è accaduto specialmente nell’ultimo decennio, hanno in genere moltissime difficoltà ad essere rifornite finanziariamente dalle banche, è come se egli dicesse che le aziende di domani faranno bene a cercarsi altre fonti di finanziamento senza confidare troppo nei crediti e nei prestiti bancari. Magnifico! E lo Stato?

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Renzi e “la legge sui diritti delle coppie omosessuali”

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Il governo Renzi si prepara a varare una normativa che regoli le “unioni civili” secondo il modello tedesco delle “civil partnership” (“patti di convivenza”), in cui rientrano molteplici forme di convivenza tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso che per scelta o per motivi indipendenti dalla loro volontà non abbiano accesso all’istituto giuridico del matrimonio, da cui formalmente, nella legge pensata da Renzi, dovrebbero rimanere escluse le coppie omosessuali cui tuttavia il presidente del Consiglio in carica si appresta a garantire gli stessi doveri ma soprattutto gli stessi diritti  relativi al matrimonio tra uomo e donna. Un solo diritto non verrà riconosciuto alle coppie omosessuali: quello di chiedere e ottenere un bambino in adozione.unioni-gay-unita

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Un contributo di Edoardo Tincani (cui si richiama il “Manifesto” politico del nostro blog)

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Mi mette un po’ d’imbarazzo essere menzionato dal curatore di questo blog, per di più nella sezione “Il Manifesto”. Se è stato un piccolo atto di coraggio da parte mia dare alle stampe il libro “In politica con più fede”, credo che il professor Francesco Luciani abbia compiuto qui un’operazione non meno coraggiosa e, soprattutto, un deciso passo in
Copertina-libroavanti: “Vangelo e democrazia” non è solo un titolo ad effetto – che fin dal nome è tutto un programma… – ma costituisce il tentativo di dar voce a un progetto che ancora vagisce, anche se sarebbe bello vederlo camminare e stare in piedi da solo.

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Renzi, Grillo e i sedicenti “filosofi” pentastellati

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Renzi accetterà la proposta non “incredibile” ma ben prevedibile di Grillo e accoglierà a braccia aperte i grillini (e forse lo stesso Grillo, che tenta sempre di starsene sulle sue, anche quando subisce delle sonore sconfitte) che si presenteranno al suo cospetto per discutere di legge elettorale.images (34)

Nel PD non tutti sono d’accordo perché convinti che l’iniziativa di Grillo e Casaleggio sia manifestamente strumentale e, come al solito, volta a perseguire specifici interessi di bottega in un momento molto difficile per il loro Movimento che, qualora dovesse continuare per almeno tre anni e sia pure con qualche relativa battuta d’arresto l’appeal politico-sociale di Renzi, potrebbe andare incontro ad un lento ma ineluttabile disfacimento per il semplice fatto che molti di coloro che hanno fin qui votato per Grillo e compagni, sotto l’effetto di una crisi economica spaventosa cui non hanno saputo rispondere le tradizionali forze politiche, alla lunga non avrebbero più una valida ragione per continuare a dare fiducia a gente che ha dimostrato ampiamente di essere priva di una vera cultura politica e di governo e, spesso addirittura, di cultura tout court.

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Gad Lerner su Grillo e il 5 Stelle

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images (31)di Cristina Rondinò

Ha ragione Gad Lerner, peraltro cosí antipatico e prevenuto su tante altre questioni, quando scrive che il Movimento 5 Stelle si è collocato a destra in Europa stipulando un’alleanza con Farage per scelta non dell’elettorato pentastellato ma di Grillo e Casaleggio e per un preciso calcolo politico non certo disinteressato.

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Matteo Renzi e il mondo del lavoro

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A Matteo Renzi vanno riconosciuti diversi meriti politici: di aver salvato il PD da un ulteriore e pesante ridimensionamento elettorale togliendo tempestivamente anche se spregiudicatamente il governo dalle mani di uno spento e infruttuoso Enrico Letta, di aver affrontato a viso aperto
images (30)Grillo e il suo movimento bloccandone le eccessive e pericolose ambizioni di potere e di governo e determinandone un vistoso insuccesso elettorale, di aver proposto un significativo mutamento di strategia politica relativamente al rapporto dell’Italia con l’Europa attraverso critiche non massimalistiche ma comunque ben centrate e motivate, di aver svecchiato letteralmente il suo partito rispetto alla sua tradizionale e vetusta mentalità burocratica e al sostanziale immobilismo politico dei suoi vertici consentendogli di sfondare la prodigiosa soglia del 40% dei voti, di aver saputo coinvolgere buona parte di un elettorato cattolico sospettoso verso la nomenclatura di origine comunista presente nel PD, di aver ridato fiducia a una platea consistente di cittadini con la decisione di abbassare l’Irpef sul lavoro dipendente e con la scelta di trasferire una parte del carico fiscale alla rendita finanziaria per alleggerire fiscalmente le imprese industriali
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Quale pace per il Medioriente?

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Anche quando si parla di pace in senso politico i cattolici non possono certo prescindere da Cristo e dalla sua Parola. Gesù proclama beati, cioè destinati ad essere eternamente felici, gli operatori di pace che non sono da confondere né con i pacifici, quelli che per carattere e per quiete personale tendono ad evitare ogni situazione di conflitto, né con i pacifisti, che pretendono generalmente di abolire la violenza e specialmente quella militare nella relazione tra Stati soltanto a colpi di dialogo e di trattative diplomatiche e indipendentemente da una valutazione oggettiva delle cause specifiche che sono alla base di determinati rapporti conflittuali.images (16)

Gli operatori di pace sono invece coloro che abitualmente e non saltuariamente lavorano a costruire la pace o a ripristinarla dove risulti perduta o compromessa, alla luce di uno spirito cristiano di verità e di giustizia. Al cristiano non interessa la pace per la pace, la pace che lascia che i violenti e i prepotenti continuino a fare quel che vogliono; al cristiano non interessa la pace solo affinché non si spari più e non ci siano più atti di terrorismo, ma affinché siano rimosse le ragioni dell’inimicizia e dell’odio tra le persone e i popoli.

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Non è senza significato che gli operatori di pace siano da Gesù proclamati beati esattamente come i perseguitati per la giustizia e per la giustizia divina, che non può non avere anche importanti ripercussioni sulla giustizia politica e sulle relazioni tra popoli e Stati, e come i miti che evangelicamente sono i non violenti che, benché consapevoli dei gravi torti subíti, sopportano pazientemente l’oppressione altrui ma senza rinunciare a tentare di far valere le proprie ragioni di oppressi e di sfruttati e soprattutto confidando sempre di poter essere liberati prima o poi da Dio.

Gesù dice chiaramente e programmaticamente: “non sono venuto a portare la pace ma la spada”, e la spada biblicamente, insieme alla bilancia, è il simbolo della giustizia, di una giustizia divina naturalmente cui tuttavia quella umana dovrebbe conformarsi il più possibile. Parlare di pace a prescindere dalla giustizia o addirittura in contrasto con essa significa proporre una pace ipocrita o, al più, una retorica della pace. Non può esserci pace, biblicamente ed evangelicamente, dove regna l’ingiustizia e dove vengono calpestati i diritti più elementari di uomini e donne. Certo, non è ancora sufficiente rimuovere le cause di iniquità strutturali o “di sistema” per creare vera e stabile pace, ma molto più difficile è preparare condizioni di pace se si lascia che ingiustizie e discriminazioni, forme di grave diseguaglianza etnica sociale o di censo, privilegi e prevaricazioni di vario genere, vengano radicandosi sempre di più sotto la spaventosa e costante minaccia delle armi.

Ora, non è proprio uno stato di intollerabile e violenta iniquità quello che sta perpetuandosi da circa mezzo secolo in Medioriente, in Palestina, a causa di uno Stato israeliano che, pur non mancando di commemorare ogni anno l’olocausto dei propri antenati, si è ormai e impunemente specializzato nell’alimentare, con sistematica freddezza e astuta perfidia politica, l’olocausto del popolo palestinese? Tutti sanno che Israele fa quel che gli pare e come gli pare: gli USA, l’Europa, i Paesi arabi e i Paesi africani, la Russia, l’Italia, la Chiesa. Tutti stanno assistendo più o meno passivamente, tra critiche e condanne occasionali, ad un genocidio progressivo della gente palestinese che, se non vivessimo nell’epoca dei grandi mezzi di comunicazione di massa, Israele non avrebbe probabilmente esitato ad attuare in un
images (22)colpo solo già da diverso tempo.

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