Il gender danneggia anche omosessuali e femministe

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Intervista a don José Eduardo de Oliveira y Silva

(pubblicata in “Zenit” del 12 gennaio 2016)

Don Eduardo de Oliveira y Silva, sacerdote brasiliano esperto del tema, spiega come l’unica finalità del gender sia distruggere la famiglia al fine di creare uomini senza legami, facilmente manipolabili

Il 7 gennaio scorso la Diocesi di Senigallia (AN) ha organizzato una giornata di formazione per gli insegnanti di religione sul tema dell’ideologia del gender. Come relatore è stato invitato il sacerdote brasiliano don José Eduardo de Oliveira y Silva, della Diocesi di Osasco, a San Paolo.

L’ufficio della pastorale scolastica, a cura di don Marco Mazzarini, ha voluto promuovere l’incontro formativo per arricchire il bagaglio culturale degli insegnanti in rapporto a queste nuove sfide antropologiche.

In occasione di questo evento, ci ha rilasciato un’intervista il relatore, conosciuto in Brasile proprio per la partecipazione attiva al proficuo dibattito riguardo al tema della “prospettiva di genere”.images

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Negli ultimi tempi, la discussione sul gender è comparsa in Italia nel dibattitto attorno all’educazione delle nuove generazioni. Potrebbe illustrare il suo parere su questa discussione? Continua a leggere

I cattolici contro le incivili “unioni civili”

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di Carmen Tocco

imagesLa legge Cirinnà sulle cosiddette “unioni civili” e la diabolica perseveranza con cui si tende a riproporne l’approvazione parlamentare tra modifiche apparenti o insignificanti,  nonostante le contestazioni molto serie che vengono mosse in parlamento e in modo ben più significativo nella società civile italiana, costituiscono senza dubbio il provvedimento più infelice e inquietante del governo Renzi. Continua a leggere

L’incubo totalitario firmato Casaleggio

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di Stefano Magni

(pubblicato in “La Nuova Bussola Quotidiana” del 28/12/2015)

Il libro ”Veni, Vidi, Web” non è un romanzo, ma un manifesto delirante del partito dei cinque stelle che vuole diventare realtà

E’ difficile immaginare un nuovo mondo infernale. La “distopia” è il genere letterario che descrive le utopie alla rovescia, la realtà peggiore che tu possa immaginare, appunto. Ed è quasi monopolizzata da due grandi opere che difficilmente possono avere rivali: 1984 di George Orwell e Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley. Il primo immaginava un comunismo al cubo, un regime totalitario dove ogni uomo era costantemente spiato, rieducato, aizzato contro nemici veri o immaginari, svuotato di ogni idea e sentimento al di fuori dell’amore per il Partito e per il Grande Fratello. Il secondo concepiva una distopia differente, una dittatura non palese, in cui il regime impostava gli uomini sin da prima della loro nascita, affidava a ciascuno un ruolo immutabile nella società, di produttori e di consumatori di un’economia pianificata, svuotati sin dalla nascita di ogni altra ambizione, sentimento o fede. E’ difficile immaginare qualcosa di diverso, prima di tutto, perché il Novecento ha quasi realizzato queste due differenti distopie. L’incubo di Orwell si è materializzato nei regimi di Stalin, Mao e Pol Pot ed è ancora realtà in Corea del Nord. Al Mondo Nuovo di Huxley stanno arrivando, invece, molte democrazie invecchiate dell’Unione Europea. Ma c’è un altro autore che mette in pista la sua personale distopia e, con il libro “Veni, Vidi, Web”, è diventato l’autore più venduto e letto nel Belpaese in questi giorni natalizi. E’ Gianroberto Casaleggio, il creatore del Movimento 5 Stelle assieme a Beppe Grillo. Continua a leggere

L’Italia di Renzi alla riscossa

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imagesDopo lo scontro al Consiglio Europeo tra Renzi e Merkel, la situazione non poteva che precipitare. Ormai, con la formale apertura di procedura d’infrazione decisa contro l’Italia, accusata di aver elargito “aiuti di Stato” all’ILVA di Taranto (ma la risposta italiana è stata pronta e adeguata, in quanto il denaro utilizzato per l’industria tarantina ricade sotto un capitolo di spesa, quello relativo ad opere di bonifica ambientale e di tutela della salute dei lavoratori, che è previsto dalle direttive europee), tra l’Unione Europea e l’Italia è scontro aperto e scontro che non ha precedenti. Non per la procedura d’infrazione in sé, avendone il nostro Paese collezionato ad oggi ben 163 per altrettante presunte violazioni di diritto comunitario e per mancata ricezione di direttive europee in molteplici ambiti della nostra vita nazionale (dove però anche questa continua interferenza europea nelle decisioni governative del nostro Paese non può passare inosservata), ma per il fatto che questa volta l’Italia di Renzi non ha inteso più rispettare la legge non scritta ma imperante del “quieto vivere” decidendo di attaccare frontalmente in sede di Consiglio Europeo quella Germania merkeliana che, nel perseguire legittimamente i suoi interessi nazionali, gradirebbe non essere ostacolata nei suoi piani da altri partners europei ai quali pretenderebbe di imporre in perpetuo la sua egemonia. Continua a leggere

“Uomini nuovi” per un futuro diverso

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download (62)Ogni possibilità di progresso reale del mondo globale in cui viviamo presuppone sempre più chiaramente una nuova idea di classe dirigente, un’idea per cui le classi dirigenti di domani vengano formandosi non solo, come è avvenuto negli ultimi decenni, in termini di competenze tecniche e specialistiche, di Know How ovvero di “saper fare”, ma principalmente in termini di saper stabilire il “perché” e “il senso” di ogni azione e decisione intraprese e di ogni risultato perseguito o programmato (know why). Questo era il concetto preliminare di una importante indagine svolta e pubblicata qualche anno (2012) fa da AISES, la ben nota Accademia Internazionale per lo Sviluppo Sociale ed Economico, che poneva saggiamente la possibilità di poter disporre di un nuovo e più efficace modello di sviluppo economico e sociale in relazione con la capacità del genere umano di sapersi rinnovare culturalmente in profondità e con la sua capacità di orientare in modo sensato e responsabile le proprie scelte per il presente e per il futuro. Continua a leggere

La verità fa male, Travaglio perde la testa (e le copie vendute)

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di Fabrizio Rondolino

(pubblicato in L’Unità del 13 dicembre 2015)

È bastato che Matteo Renzi proponesse alla Leopolda un gioco sui titoli di giornale più surreali degli ultimi mesi per scatenare un’ira scomposta

imagesLa verità fa male, qualche volta fa malissimo e può spingere anche galantuomini abitualmente misurati come Marco Travaglio a perdere il controllo. È bastato che Matteo Renzi proponesse alla Leopolda un gioco sui titoli di giornale più surreali degli ultimi mesi per scatenare un’ira scomposta. Tutti sanno che il Fatto è il bollettino dei Pm (soprattutto di quelli che non riescono mai a portare a sentenza un processo) e il megafono di Casaleggio, di cui condivide il metodo squadrista: ma se qualcuno lo fa notare, che peste lo colga. Continua a leggere

L’islam e la cecità occidentale

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E’ evidente che non si possano ammazzare tutti coloro che, a vario titolo, si professano di fede islamica. E’ evidente che la sicurezza degli Stati occidentali e non solo occidentali, costituiti da una popolazione di cui va accentuandosi sempre più la componente musulmana, non possa essere realisticamente e utilmente perseguita attraverso misure repressive che finiscano per ledere la dignità personale dei credenti in Allah e nel suo profeta. Ma è altrettanto evidente che uno dei motivi per i quali l’Occidente non riesce a fronteggiare adeguatamente il terrorismo contemporaneo è proprio l’insipiente ed inetta sottovalutazione della natura violenta dell’islam e dell’islam non in quanto religione strumentalizzata da alcuni fanatici terroristi che ad essa si richiamerebbero solo a fini di potere e di dominio ma in quanto religione originatasi proprio da un retroterra psicologico e culturale di risentimento, di odio e di violenza persino sanguinaria. Continua a leggere

Perché le accuse di Putin alla Turchia di comprare petrolio dall’Isis sono fondate

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Erdogan ha sfidato la Russia a fornire le prove. Un’indagine del Financial Times punta il dito contro Ankara, che da anni favorisce i jihadisti in Siria

di Leone Grotti

(pubblicato in “Tempi” dell’1 dicembre 2015)

imagesA margine della Conferenza sul clima di Parigi, il presidente russo Vladimir Putin doveva incontrare il suo omonimo turco, Recep Tayyip Erdogan, per favorire la riconciliazione tra i due paesi dopo l’abbattimento di un jet russo da parte di Ankara. Putin invece, dopo aver rifiutato l’incontro, ha rincarato la dose: «Sospettiamo che il Su-24 sia stato abbattuto per assicurare forniture illegali di petrolio dall’Isis alla Turchia. Il petrolio proveniente dalle zone controllate dall’Isis viene consegnato in Turchia su scala industriale».

«VEDIAMO LE PROVE». Erdogan ha subito ribattuto alzando ulteriormente i toni: «È immorale accusare la Turchia di comprare il petrolio dall’Isis. Se ci sono i documenti, devono mostrarli, vediamoli. Se questo viene dimostrato, io non rimarrò nel mio incarico. E lo dico a Putin: lui manterrà il suo incarico?». È difficile che Mosca abbia delle prove documentali, ma anche se le avesse cambierebbe poco. E in fondo, non servono proprio. Continua a leggere

Ankara, processo al giornalista che svelò i camion di armi turche diretti ai jihadisti in Siria

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di Leone Grotti

(pubblicato in “Tempi” del 27 novembre 2015)

Il direttore di Cumhuriyet, denunciato dal presidente Erdogan in persona, rischia l’ergastolo per «terrorismo e spionaggio». La procura ha chiesto il suo arresto

Can Dündar, direttore di Cumhuriyet, il giornale che a maggio ha pubblicato con uno scoop internazionale le foto e il video esclusivo delle armi inviate dalla Turchia alle milizie islamiste in guerra contro Assad in Siria, ha cominciato oggi il suo processo ad Ankara. Accusato di spionaggio e terrorismo, rischia una pena che va dai 10 anni all’ergastolo.download (59)

Can Dündar

«PAGHERÀ A CARO PREZZO». Il procuratore Irfan Fidan ha chiesto che Dündar, insieme a un collega, venga arrestato durante il processo e ora la corte dovrà decidere. Il processo è particolare anche perché non è lo Stato ad aver denunciato il giornalista, ma il presidente Recep Tayyip Erdogan in persona, chiedendo per lui l’ergastolo più 42 anni di carcere. A giugno il presidente turco disse: «Chi ha pubblicato il video pagherà a caro prezzo questa decisione». Continua a leggere

Breve nota sul terrore contemporaneo

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di Francesco Lena

Gentile Redazione spero voglia pubblicare nel suo blog questa brevissima nota con la quale umilmente vorrei essere partecipe del dibattito etico-politico che si svolge con puntualità e chiarezza sul blog “Vangelo e Democrazia”.download (58)

Su quel che sta accadendo in Europa, sui gravi pericoli che su essa ormai stabilmente incombono, non ci si sforzerà mai abbastanza di dire la verità chiedendosi perché stiano succedendo queste disumane stragi, con attacchi terroristici disumani da condannare assolutamente e risolutamente senza rimanere succubi del “politicamente corretto”.images Il problema, infatti, richiede un grado talmente elevato di obiettività e lucidità razionale e morale da apparire ancora piuttosto distante da una sua stabile e definitiva risoluzione. Continua a leggere