Quale politica religiosa? Nè Mattarella, né papa Francesco

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di Tommaso Chiaromonti

imagesAl Meeting di “Comunione e Liberazione” il presidente Mattarella ha affermato che, anche al fine di sconfiggere il terrorismo contemporaneo e di salvaguardare gli Stati democratici occidentali, «il dialogo tra le fedi è oggi una necessità storica, è una condizione per conquistare la pace. Il dialogo tra le fedi è un atto di umiltà, che può riconciliarci con la storia dell’uomo. E’ questo un tema di grande valore spirituale, che ha fortissime implicazioni politiche e sociali. Dialogo tra credenti di religioni diverse, dialogo sul destino dell’uomo tra credenti e non credenti: ecco un terreno sul quale la cultura europea può dare, ancora una volta, un apporto straordinario». Ora, non per essere pignoli, ma solo per contribuire a chiarire un punto di fondamentale importanza nel quadro delle relazioni tra popoli e civiltà, nel messaggio di Mattarella due concetti molto diversi fra loro tendono ad accavallarsi e a confondersi. Infatti, una cosa è parlare di “dialogo tra le fedi”, altra cosa è parlare invece di “dialogo tra credenti di religioni diverse”. Almeno per quanto riguarda i cristiani, infatti, è del tutto lecito e anzi doveroso che essi, nelle ordinarie dinamiche della vita, dialoghino sempre con gli altri e con chiunque si faccia oggettivamente prossimo nei loro confronti, a prescindere dalle loro convinzioni personali, dalla loro cultura o religione. Un sorriso, una mano d’aiuto, un atto di comprensione e di generosità, in linea di principio, non possono essere rifiutati a nessuno: questo insegna Gesù. Continua a leggere

Bianca Berlinguer rottamata! Era ora!

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di Emma Lombardini

imagesUna buona notizia: Bianca Berlinguer verrà finalmente rottamata e sarà sostituita con chi da subalterno l’aveva sempre contestata, quel Luca Mazzà che non si fece pregare per esprimere le sue forti riserve sia sulla giornalista sarda, molto meno preparata di lui soprattutto in materia economica, sia su Massimo Giannini che, nel suo stesso interesse, si sarebbe dovuto limitare a lavorare per la carta stampata, visto che l’unico suo merito televisivo è stato quello di imitare alla perfezione il compianto comico Raimondo Vianello ad apertura della trasmissione Ballarò con quel suo “buonasera, buonasera”! Fateci caso! Continua a leggere

Luttwak, i cattolici e papa Francesco

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download (95)Edward Luttwak, il noto e controverso politologo americano, sempre capace di alimentare dibattiti di geopolitica, geoeconomia e strategia militare sia in relazione a questioni di specifico interesse nazionale (in particolare riguardanti gli USA nei suoi rapporti con gli Stati occidentali e con quelli asiatici e mediorientali) sia in relazione a questioni di carattere generale, molto probabilmente non ha torto nel muovere critiche pesanti su papa Francesco a proposito del fenomeno immigratorio in atto e della valutazione della natura dell’Isis e della stessa religione islamica.

Ultimamente, ha detto che “questo papa ritiene che si debbano accogliere tutti” senza porsi seriamente il problema relativo ai mezzi finanziari con cui sia possibile attuare una politica di accoglienza generalizzata se non indiscriminata. Egli sembra non rendersi conto “di collaborare, sia pure involontariamente, ad un suicidio epocale, quello dell’Europa cristiana”. Continua a leggere

Cassazione e democrazia

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imagesA Cosenza ci sono avvocati che ritengono “non consentite” espressioni come “abuso dell’esercizio del potere”, “insabbiamento”, “imbavagliamento della verità”, se riferite ad una sentenza della Cassazione che, come tale, abbia carattere di definitività e non impugnabilità. Naturalmente, questi avvocati fanno riferimento a una sentenza che li ha visti vincenti sul piano giudiziario e tendono a tutelare il più possibile il loro assistito anche sul piano morale, mentre chi usa quelle espressioni è dalla parte dei perdenti sempre da un punto di vista giudiziario ma non è disposto a riconoscere l’imparzialità della Suprema Corte. Continua a leggere

Fuori Renzi?

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di Elisa Barbarini

Su, non scherziamo! Si può anche capire che il gradimento popolare per Renzi sia in leggera flessione e comunque in flessione ben inferiore a quel che dicono i soliti sondaggi improvvisati o puramente umorali. Ma che adesso qualche vecchio collaboratore del premier in carica possa pensare seriamente di candidarsi alla sua successione, come riferiscono alcuni giornali, è da considerare un’idea davvero bislacca, visto che i nomi che si fanno sono quelli di Franceschini, Delrio, Orlando e Calenda (pensate il montiano Calenda!), che con tutto il rispetto farebbero precipitare il PD a meno del 20% di consenso popolare. Solo con un atto di autolesionismo collettivo la maggioranza dei parlamentari “democratici” potrebbe favorire un evento del genere, pur di “punire” il politico toscano per i suoi presunti errori. Continua a leggere

Brexit: bentornata vecchia talpa!

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imagesQuel che poteva succedere, dopo anni di contraddizioni, di conflitti più o meno irrisolti, di istanze nazionali spesso contrastanti o addirittura antitetiche, ieri è successo. Io dico: finalmente è successo, e lo dico, come ho sempre fatto per anni, non da esagitato populista o da sfegatato nazionalista, ma da semplice e disinteressato osservatore che affida il suo giudizio non tanto a raffinati e complessi studi specialistici quanto ad un lavoro della mente umilmente ma saldamente ancorato, ben al di là di tanti sofisticati filtri teorico-accademici e massmediatici, a dati oggettivi, persistenti, strutturali e inequivocabili della realtà economica quale quella che è venuta determinandosi in modo sempre più chiaro nel quadro della pessima costruzione europea di inizio millennio e del per più aspetti disastroso processo di globalizzazione che sembra ad oggi aver prodotto effetti apparentemente positivi per le grandi multinazionali del mondo, per potenti società finanziarie internazionali e transnazionali, per i capitali privati e in generale per i già cospicui guadagni dei ceti più ricchi, ma effetti del tutto deteriori per il mondo e le forze del lavoro, per milioni di giovani disoccupati, per piccole e medie imprese, per ceti medi e bassi, per i senza reddito. Continua a leggere

Il voto antiélites degli outsider che rischia di travolgere Matteo Renzi. E la sua narrazione

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di Marco Esposito

(pubblicato in “Giornalettismo” del 21 giugno 2016)

Nel 2014 il Presidente del consiglio ha rappresentato la speranza per un pezzo di questo paese. Sono gli outsider, gli esclusi, quelli che stanno perdendo la speranza. E che puntano tutto sul M5S, vissuto come movimento anti elite ed anti establishment.

Nel 2012, dopo la sconfitta alle primarie contro Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi tenne probabilmente il discorso più bello della sua vita politica. Un discorso in cui, senza alcuna scusa, si assunse totalmente la responsabilità di quella sconfitta. Ammise i (pochi) errori che aveva fatto, mettendo a nudo quello che era mancato per convincere la maggioranza degli italiani. Venerdì, ci aspettiamo dal premier un discorso analogo, franco, schietto. Un’analisi che metta in luce cosa non ha funzionato negli ultimi mesi del suo governo, e del racconto che è stato fatto al paese.

Dopo pochi mesi di governo Matteo Renzi stravinse le elezioni Europee portando il partito democratico al 40%. Perché convinse così tanti italiani? Perché Renzi e il suo governo rappresentavano per quegli italiani una possibilità di cambiamento. L’ex sindaco di Firenze era la speranza di cambiamento di un paese stremato da una crisi economica lunghissima. Ma soprattutto l’allora nuovo presidente del Consiglio riusciva ad incarnare la speranza di miglioramento della propria vita per i tantissimi italiani che – ancora oggi – si sentono degli outsider. Degli esclusi. Persone che non trovano una strada per rendersi autonomi, per vivere dignitosamente. Cittadini strozzati dalla crisi economica dalla quale il paese non riesce ad uscire definitivamente. Giovani laureati o diplomanti che non hanno più la speranza di cambiare la propria situazione sociale. Cittadini che non credono che questo stato di cose possa permettere loro una vita dignitosa. Hanno pensato che con Renzi l’ascensore sociale potesse tornare ad esistere.images

Dopo due anni costoro non hanno trovato, in molti casi, soluzione ai loro problemi. Eppure – starete pensando – questo governo, rispetto a quelli precedenti, ha fatto molte riforme. La riforma del lavoro, le unioni civili, gli 80 euro, la buona scuola, la riforma costituzionale. Ebbene molte di queste riforme, come gli 80 euro,  si rivolgevano comunque agli “insiders”. Cioè a chi è già dentro il sistema. Gli 80 euro erano per chi aveva già un lavoro, magri un co.co.pro ma comunque un lavoro. Il Jobsact è stato apprezzato da coloro i quali – magari trentacinquenni – hanno visto diventare il proprio contratto a progetto, che spesso doveva essere rinnovato ogni 6 mesi, in un contratto a tutele progressive, che comprendeva ferie, straordinari, buoni pasto, permessi orari. Un provvedimento visto positivamente da chi è già “insider”, appunto. Continua a leggere

L’immigrato tra Bibbia e contemporaneità

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La storia dell’umanità è anche storia di immigrazioni, nella duplice forma di immigrazioni di massa, che si hanno quando a spostarsi sono interi popoli o diverse migliaia di individui, e di immigrazioni cosiddette di infiltrazione, che consistono in migrazioni numericamente più contenute o di scarsa entità. La Bibbia, in cui figurano le cause più ricorrenti dell’immigrazione, come le carestie e le guerre, la persecuzione o un grave pericolo che metta a repentaglio la vita di una comunità o di determinate persone (si pensi a Mosé che deve fuggire dall’Egitto dopo aver ucciso un soldato del Faraone o la stessa Famiglia di Gesù che in Egitto deve fuggire a causa dell’infanticidio voluto da Erode), si sofferma in particolare sul processo migratorio che vede il popolo di Israele costretto dalla carestia a recarsi in Egitto, dove, dopo un periodo di pacifica permanenza, si trova condannato a vivere in una condizione di dura schiavitù.images

Forse nessun altro popolo più di Israele ha conosciuto ad oggi la realtà dell’immigrazione, giacché l’antico “popolo di Dio”, si può dire, è stato sempre soggetto storicamente a processi migratori di non lieve entità: prima, per l’appunto, con la migrazione in Egitto, poi con il grande esodo dall’Egitto, quindi con l’esilio o la deportazione in Babilonia, infine con la diaspora sotto l’impero romano e nei secoli successivi in diverse parti del mondo sia pure in forme meno cruente, ad eccezione del periodo nazista. Continua a leggere

Santa Sede: atrocità in Medio Oriente, silenzio complice non è opzione

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2015-04-22 Radio Vaticana

Mons. Bernardito Auza, osservatore permanente vaticano presso le Nazioni Unite, è intervenuto ieri al Palazzo di Vetro di New York al dibattito sulla situazione in Medio Oriente. Il servizio di Sergio Centofanti:

Preoccupazione per mancanza progressi in negoziati israelo-plaestinesi
“La Santa Sede – ha esordito – è profondamente preoccupata per la totale mancanza di progressi nei negoziati tra Palestina e Israele”. Esprimendo “frustrazione” per l’attuale impasse, il presule ha ricordato che “Israele ha preoccupazioni reali e legittime per la sua sicurezza; tuttavia, a tale sicurezza non arriverà isolandosi dai suoi vicini”, ma “attraverso una pace negoziata con i palestinesi” e l’attuazione della “soluzione dei due Stati”, che “ha il sostegno della Santa Sede e della comunità internazionale in generale. La Santa Sede unisce la sua voce ancora una volta a tutti gli uomini di pace per chiedere negoziati seri e concreti che possano consentire di rilanciare il processo di pace”.

Superare vuoto istituzionale in Libano
MichelSuleiman001--400x300Mons. Auza ha quindi affermato che “la Santa Sede non cessa di incoraggiare i leader del Libano a risolvere la situazione di stallo che ha impedito l’elezione del presidente dal maggio 2014, mettendo da parte piccoli interessi politici per la preservazione del bene più grande di un Libano unito. Questo vuoto istituzionale – ha rilevato – rende la nazione più vulnerabile e fragile di fronte alla situazione generale in Medio Oriente. La comunità internazionale deve sostenere il Libano in ogni modo perché riacquisti la stabilità e la normalità istituzionale. Essa deve inoltre aiutare il Paese ad assistere l’enorme numero di rifugiati presenti sul suo territorio, che ha creato una situazione di rischio di infiltrazioni estremiste tra i rifugiati”.

Siria: comunità internazionale prevenga disastro umanitario ad Aleppo
images (58)Parlando del conflitto in Siria, il presule ha detto che ha raggiunto “livelli di barbarie mozzafiato”: “la distruzione indiscriminata delle infrastrutture di base, come le strutture idriche ed elettriche, ospedali e scuole, peggiora la situazione dei civili ogni giorno che passa. La caduta di Idlib, a soli 37 km a sud ovest di Aleppo, ha seminato il panico tra la popolazione di oltre un milione di persone ad Aleppo. Le minoranze etniche e religiose – ha aggiunto – sono particolarmente angosciate. La Santa Sede chiede alla comunità internazionale di prevenire l’enorme disastro umanitario che un assedio e una battaglia per Aleppo sicuramente provocherebbero. Dobbiamo fare tutto il possibile – è l’appello – per evitare l’ennesima grave violazione del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani fondamentali”.

Guerra in Medio Oriente minaccia sopravvivenza comunità cristiane
download (11)L’osservatore permanente ha quindi ribadito la forte condanna della Santa Sede “di tutti gli attacchi e gli abusi su basi etniche, religiose, razziali e altri motivi”. Ha quindi ricordato “ancora una volta che la scomparsa delle minoranze etniche e religiose del Medio Oriente non solo sarebbe una tragedia religiosa, ma una perdita di un ricco patrimonio che ha così tanto contribuito alle società a cui appartengono. Il fatto che questi gruppi sono a rischio di estinzione provoca angoscia inesprimibile e dolore”. Il mese scorso a Ginevra, davanti al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite – ha ricordato – 65 Paesi hanno firmato una dichiarazione a sostegno dei diritti umani dei cristiani e di altre comunità, in particolare in Medio Oriente: “Tale affermazione – ha detto – richiama l’attenzione sul fatto che l’instabilità e la guerra in Medio Oriente minaccia seriamente l’esistenza stessa di molte comunità religiose, specialmente dei cristiani”. Occorre, dunque, che tutti gli Stati si uniscano insieme per “affrontare questa situazione allarmante”.

Intervento urgente: il silenzio complice non è un’opzione
“Ogni intervento è ormai tardivo” – ha sottolineato mons. Auza – per quanti hanno già perso la vita o sono già stati cacciati dalle loro case e dai loro paesi: “ma d’ora in poi ogni azione tesa a salvare anche una sola persona da persecuzioni e da ogni forma di atrocità non è solo tempestiva ma urgente”. Il rappresentante pontificio, infine, ricorda l’appello di Papa Francesco alla comunità internazionale perché non resti “muta e inerte” davanti a tali inaccettabili crimini: “Non può mai essere un’opzione – ha concluso il presule – quella di restare a guardare in un silenzio complice” quanti oggi sono perseguitati, esiliati, uccisi, bruciati, decapitati, solo perché appartenenti a un diverso credo religioso o a una minoranza.

(Da Radio Vaticana)

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Pannella è morto. Un bilancio

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di Valerio Ripoli

I radicali pannelliani hanno rappresentato in Italia quello che le cosiddette “teste di cuoio” rappresentano per qualunque compagine militare o armata, ovvero l’avanguardia scelta per sferrare il primo attacco vincente in una battaglia o in una guerra. Essi si sono sempre dati il compito o la funzione di attaccare duramente, e sia pure progressivamente, per primi, non solo alcuni princípi fondamentali della cultura e della legislazione italiane ma gli stessi capisaldi della legislazione divina e della dottrina cristiana, pur non disdegnando di elogiare strumentalmente e distorsivamente l’etica evangelica dell’amore.

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