La vita umana è sacra e inviolabile

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Noi di “Vangelo e Democrazia” sottoscriviamo senza alcuna riserva l’articolo-denuncia di Samuele Maniscalco, responsabile del “Movimento Generazione Voglio Vivere”, esprimendo profondo rammarico per il silenzio assordante della Chiesa italiana sulla vicenda cui l’articolo si riferisce.

di Samuele Maniscalco

Ha fatto rumore la vicenda dell’Università Cattolica di Lovanio (UCL) che ha sospeso e infine licenziato il professore di filosofia Stéphane Mercier per aver scritto in una nota per i suoi studenti che “l’aborto è l’omicidio di una persona innocente”. Ma ciò che più ha colpito è stata la sostanziale approvazione che i vescovi del Belgio hanno dato alla cacciata del professore. Continua a leggere

Sull’Unione Europea i vecchi comunisti avevano ragione!

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di Ester Ventimiglia

La scelta italiana di aderire alla Comunità economica europea (CEE) e alla Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), istituite con i Trattati di Roma del 1957 e nuclei embrionali di quella che più tardi sarebbe stata l’Unione Europea, fu molto più contrastata di quanto oggi non si riesca a ricordare. Vi si oppose, infatti, il PCI di Togliatti che nel tentativo di creare un mercato comune europeo e un fronte unico europeo (per quanto ancora limitato a sei soli Paesi fondatori, tra cui appunto l’Italia) nel delicatissimo campo dell’energia nucleare e dei relativi usi, scorgeva un orientamento politico decisamente antitetico e ostile alla logica comunista dell’internazionalismo proletario e della lotta contro i vari monopoli nazionali che nel tendere a un accordo sovranazionale di tipo liberista circa il modo di utilizzare le risorse tecniche ed economiche avrebbero molto penalizzato le masse lavoratrici e la piccola economia contadina, nonché i lavoratori italiani e la piccola e media imprenditoria, e reso oltremodo accesa la concorrenza per il conseguimento di profitti sempre più alti. Per quel PCI, ancora fortemente ideologico, tutta l’operazione europeista, sin dalla sua genesi, aveva una chiara impronta antisocialista ed era stata pensata quasi esclusivamente in funzione antisovietica e quindi contro tutto il blocco comunista imposto dall’URSS all’intera Europa orientale.
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L’Europa e il pericolo turco

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di Roberto Santarosa

Le recenti reiterate provocazioni indirizzate da Erdogan a diversi Paesi europei, tra cui Francia, Olanda, Svezia e soprattutto  Germania, cui si può aggiungere anche l’Italia offesa qualche tempo fa dal premier turco nella persona del suo capo religioso ovvero papa Francesco, non sono occasionali, episodiche o dovute ad un inconsapevole seppur increscioso incidente di percorso. Rientrano invece in una precisa volontà politica di destabilizzazione europea al fine di accentuare l’importanza della presenza turca nel mondo e di rendere più centrale nel quadro dei rapporti internazionali il ruolo politico, economico e militare della Turchia musulmana più che di quella laica, ancora minoritaria rispetto alla prima. Continua a leggere

Renzi, gli oppositori e il futuro dell’Italia

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Contrariamente a quanto più volte dichiarato da alcuni faziosi pontefici massimi del giornalismo televisivo italiano, non è vero che Renzi, nei tre anni in cui ha governato, abbia usufruito della servile benevolenza della maggior parte della stampa cartacea e televisiva. Basta andare a guardare i titoli dei giornali del 2015 o certi commenti televisivi per rendersi facilmente conto come già allora gran parte della stampa nazionale, dei partiti, leaders politici e sindacali, membri dello stesso PD, intellettuali e via dicendo, si trovassero felicemente coalizzati contro il giovane parvenu fiorentino. Già allora era un bel tiro al piccione anche se il piccione, almeno esteriormente, dimostrava di sapersela cavare abbastanza con la sua divertita disinvoltura e, soprattutto, con l’enunciazione di programmi di governo, probabilmente non in tutto e non sempre da tutti condivisibili ma comunque ben articolati e apparentemente idonei ad incidere positivamente sulla statica situazione economica e sociale del Paese. Continua a leggere

La democrazia e le sue ombre

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Molte sono le fandonie che si dicono nel nome della democrazia. Una delle più antiche e fuorvianti è connessa alla duplice e contrapposta pretesa per cui da una parte la democrazia dovrebbe porre al centro delle sue politiche soprattutto l’individuo con i suoi molteplici diritti ad esprimersi liberamente in ogni ambito della vita civile, ad affermarsi socialmente se produttivo nell’ambito della sua attività lavorativa e professionale, ad acquisire ricchezza senza eccessivi intralci fiscali, a veder bene rappresentati i suoi interessi in sede politico-parlamentare, dall’altra essa dovrebbe fare invece delle oggettive necessità materiali e morali dei ceti non abbienti, di improrogabili istanze di eguaglianza e giustizia sociali, di livellamento economico verso il basso anche a scapito di individualità particolarmente capaci e meritevoli, il vero perno della sua attività di governo. Continua a leggere

D’Alema, la scissione e l’ipotesi di una nuova sinistra

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di Stefano Varone

Pare che nel discorso tenuto ieri a Lecce, il sergente di ferro (di più non potrebbe essere, data la modesta stazza politica) signor Massimo D’Alema, nella probabile, e da noi auspicata, scissione del PD, sia riuscito ad intravedere una straordinaria opportunità di rinascita di una sinistra vera, forte, realmente popolare e progressista. Il suo ragionamento è che, «se sorge un movimento forte a sinistra a fronte della deriva neocentrista del PD, la somma dei voti sarebbe assai maggiore di quelli che otterrebbe il PD. Dal punto di vista del fare argine al pericolo della destra populista, un movimento così recupererebbe molti elettori che mai andrebbero a votare per il PD di Renzi, ne conosco alcune migliaia, e sarebbe capace di contendere una parte d’elettorato ai cinque stelle» (“Nuovo Quotidiano di Puglia” del 18 febbraio 2017). Il problema centrale è di vedere intanto se questa nuova sinistra ipotetica sorgerà e come possa sorgere, anche se le conseguenze che D’Alema fa derivare dalla attuazione di tale ipotesi sono del tutto inverificabili e talmente congetturali da apparire addirittura fantasiose o illusorie. Continua a leggere

Matteo Renzi e i fanfaroni della sinistra democratica

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Forse questa è la volta buona: se Renzi riesce a resistere agli attacchi concentrici di gran parte delle forze politiche italiane, del mondo sindacale, del mondo accademico, della stampa e della televisione, oltre che della rabbiosa ma insignificante minoranza dello stesso PD, può darsi che l’Italia, sia pure tra molteplici e oggettive difficoltà, possa veder ripartire quel lento ma reale processo di risanamento economico e sociale che, checché ne dicano tutti coloro che in questo Paese vivono di polemica fine a se stessa, era iniziato circa tre anni fa proprio con il governo di Matteo Renzi. Con Renzi al governo si è assistito al ritorno di un’antica sapienza democristiana che, nelle sue migliori espressioni, era riuscita a produrre nel dopoguerra e nei due decenni successivi, insieme a compromessi non sempre decorosi e utili, a squilibri economico-sociali non sempre inevitabili e comprensibili e a livellamenti egualitari meramente demagogici, anche tanto benessere e un avanzamento effettivo delle libertà civili e della coscienza culturale tra le masse popolari. Questo è ovviamente un punto di vista, ma non necessariamente più soggettivistico di altri punti di vista storico-politici. Continua a leggere

Patata bollente, Grillo sbugiardato: ecco cosa diceva lui di Boschi, Boldrini e Montalcini

di Gianluca Veneziani

(pubblicato in “Libero” del 10 febbraio 2017)

Ma come, Beppe, proprio tu. Tu che, tra blog e social, hai sparso perle sessiste un po’ dovunque, senza fare distinzioni di età, di partito, di avvenenza fisica, e che hai attaccato ripetutamente le parlamentari in quanto donne, le donne in quanto parlamentari e le donne in quanto donne, ora fai il piangina e gridi allo scandalo per il titolo di Libero sulla Raggi alle prese con una «Patata bollente»? Continua a leggere

Napolitano, Renzi e le elezioni politiche

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download«Nei paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale e a noi manca ancora un anno». Verrebbe di dire che i paesi civili dovrebbero esercitare liberamente la loro sovranità senza essere servi di abnormi entità politiche sovranazionali. Ma questo è il pensiero di Giorgio Napolitano, che di fatto sposa le tesi di coloro che vorrebbero giungere al termine naturale della legislatura, senza accelerare i tempi delle elezioni politiche come vorrebbero, per motivi convergenti e contrapposti ad un tempo, leaders come Grillo, Salvini, Meloni e Renzi. Infatti, l’orientamento di Napolitano sembra essere simile a quello di politici “di sinistra”, sempre più isolati (malgrado i loro proclami di segno contrario) dalle grandi masse sociali ed economiche del Paese, quali D’Alema, Bersani, Speranza e altri, insieme a Berlusconi e i centristi governativi di Alfano, che da elezioni troppo ravvicinate temono di avere molto da perdere. Naturalmente, come sempre, il giudizio di ognuno viene espresso secondo un criterio di “convenienza particolaristica” più che secondo un criterio di “obiettività”, sempre difficile da determinare specie in ambito politico ma non per questo eludibile o sottovalutabile. Continua a leggere

Solidarietà alla dottoressa De Mari e difesa del vangelo

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downloadSulla coraggiosa presa di posizione della dottoressa De Mari è intervenuto anche un tizio famoso nella pubblicistica nazionale per firmarsi sempre con diversi pseudonimi, cui ricorre non già per spirito di umiltà ma solo per circondare la sua identità personale di mistero e di sempre maggiore notorietà. Il soggetto in questione, che in vero non è sempre privo di arguzia argomentativa,  è il signor Renato Pierri, questo lo pseudonimo adoperato in occasione del suo intervento molto polemico ma completamente fuori luogo sulla dottoressa sopra citata. Egli, di dichiarata fede cristiana, ma anche portatore di un’interpretazione sui generis del Vangelo di Cristo, ha ritenuto di dover censurare, principalmente sul piano religioso, e al pari di tanti illuminati “progressisti” del nostro Paese e di tanti altri ispirati teorici del “gender”, Silvana De Mari per aver quest’ultima rivendicato il suo diritto e il diritto in genere all’omofobia, perché ove tale diritto non fosse più pubblicamente riconosciuto finirebbe per essere vanificata ed annientata di fatto la stessa libertà di parola e persino il cristianesimo con la sua vincolante prescrizione di dare testimonianza con la vita e la parola alla propria fede in Cristo e al suo messaggio salvifico. Continua a leggere