Pannella è morto. Un bilancio

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di Valerio Ripoli

I radicali pannelliani hanno rappresentato in Italia quello che le cosiddette “teste di cuoio” rappresentano per qualunque compagine militare o armata, ovvero l’avanguardia scelta per sferrare il primo attacco vincente in una battaglia o in una guerra. Essi si sono sempre dati il compito o la funzione di attaccare duramente, e sia pure progressivamente, per primi, non solo alcuni princípi fondamentali della cultura e della legislazione italiane ma gli stessi capisaldi della legislazione divina e della dottrina cristiana, pur non disdegnando di elogiare strumentalmente e distorsivamente l’etica evangelica dell’amore.

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Amministrative senz’anima a Cosenza

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slide_16E’ ormai luogo comune il ritenere che chiunque abbia la fedina penale macchiata, a prescindere dai motivi specifici e dall’entità delle condanne eventualmente riportate, non possa e non debba partecipare a competizioni politiche e amministrative di qualunque genere. Personalmente, invece, non penso che tale orientamento sia corretto e saggio non solo perché non tutte le sentenze sono giuste e condivisibili ma anche perché, in linea ipotetica, un individuo potrebbe commettere dei reati solo per un eccesso di generosità (si pensi qui, ad esempio, allo scrittore Erri De Luca che però, fortunatamente, è stato assolto) o per una coraggiosa inclinazione a testimoniare il vero nella vita come nelle aule giudiziarie (Socrate docet). Continua a leggere

Renzi, è inutile barare!

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imageIn un articolo pubblicato in “Libero” dell’1 marzo 2016, si leggeva quanto segue: «Matteo non ha l’ intralcio di una cultura politica – e di una Chiesa solida – che invece avevano nella Dc di De Gasperi e Dossetti, di Mattei, Moro e Fanfani. Non ha l’ impiccio di grandi principi che possono ostacolare la sua azione e il suo potere. Renzi è un cattolico light, professa la “politica del fare” (come ripete sempre Crozza) e una fede “politically correct”, relegata alla vita privata e quindi culturalmente e politicamente irrilevante. Più che l’ utopia evangelica di La Pira ricorda la brillante facondia di Leonardo Pieraccioni. Continua a leggere

Da oggi l’abominio è legge dello Stato

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Da oggi le cosiddette Unioni civili sono legge dello Stato. E’ vero che non vi figura più l’adozione di bimbi da parte di coppie omosessuali, ma in realtà questa legge resta pur sempre aberrante non solo in senso cattolico ma in senso più generalmente umano in quanto essa recepisce appieno l’equiparazione tra matrimonio tradizionale e unione tra persone dello stesso sesso, e, soprattutto, introduce nell’etica pubblica una novità devastante e suscettibile di effetti ancora più perversi. Continua a leggere

De Magistris come Masaniello?

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imagesDurante il suo ultimo comizio elettorale per la nomina a sindaco di Napoli, Luigi De Magistris non solo ha tenuto un discorso politico beceramente populistico e propagandistico ma ha reso ben visibile a tutti un delirio di onnipotenza che probabilmente lo accompagna sin dalla sua prima adolescenza e che come oratore di piazza ha per l’appunto rovesciato giorni fa, con espressioni volgari e intimidatorie, assolutamente indegne non solo di “un primo cittadino” ma di un uomo, sul presidente del Consiglio Matteo Renzi che, indipendentemente dai suoi limiti, è ormai diventato bersaglio fisso di polemiche nazionali non solo astiose ma anche sterili e preconcette. Continua a leggere

Professionisti della democrazia

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imagesI Flores d’Arcais, i Marco Travaglio, i Grillo, adesso anche i Davigo, nel solco di un oltranzismo pseudodemocratico e protestatario fine a se stesso che non è mai stato estraneo alla storia politica e sociale del nostro Paese, combattono aprioristicamente le loro guerre personali contro un ipotetico mondo di cattivi, di politici corrotti, di potenti immorali e senza scrupoli e fondano tutte le loro speranze palingenetiche in una ritrovata unità di intenti della magistratura italiana contro corruzione e malcostume a cominciare da quelli oggi presuntivamente radicati nelle forze di governo. Più che da un vero senso di giustizia, costoro, e ognuno s’intende con le proprie specificità personali e culturali, sono animati da un culto inconfessato della propria personalità che tende sempre a confliggere con chiunque, direttamente o indirettamente, sia capace, per sapienza politica e competenza di governo, a metterla in ombra. Continua a leggere

L’anomalia americana

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di Giorgio Civita

imagesSi continua a parlare degli Stati Uniti come di un grande Paese non solo dal punto di vista militare ed economico ma anche da un punto di vista politico e culturale. Ma la realtà americana è molto più complicata di quella che generalmente emerge dal resoconto dei grandi media internazionali. A parte “Le nouvel observateur”, per esempio, che ha ripreso una notizia del britannico “Guardian”, quanti altri giornali e televisioni si soffermano criticamente su alcuni specifici aspetti di quello che probabilmente sarà il decisivo duello “democratico” per la conquista della Casa Bianca tra il conservatore Donald Trump e la democratica Hillary Clinton? Continua a leggere

La democrazia, questa sconosciuta!

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imagesGiudica nei tribunali anche chi non potrebbe o dovrebbe giudicare, insegna nelle scuole di ogni ordine e grado anche chi non potrebbe o dovrebbe insegnare, esercita impegnative funzioni accademiche e ruoli di enorme           responsabilità imagespolitica e amministrativa anche chi non potrebbe e dovrebbe esercitarli, predica dai pulpiti anche chi dice sciocchezze e non crede davvero nelle verità che dovrebbe predicare, prega il Signore anche chi non ne conosce perfettamente la volontà e gli insegnamenti e lo identifica più con una opportunità scaramantica che non con una Persona reale da adorare qualunque cosa accada. Continua a leggere

Il Casaleggio percepito (dai giornali)

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E’ scomparso davvero un incrocio tra Cavour e Steve Jobs? 

(pubblicato da Redazione di “Il Foglio” del 14 aprile 2016)

Qui non si vuole fare eccessivo esercizio di cinismo, né passare per forza per originali, né mancare di rispetto a nessuno. Tuttavia, caspita, cari colleghi della stampa e dei telegionali, cari conduttori e cari editorialisti: il cordoglio, ci mancherebbe, le lacrime, naturalmente, la tristezza, anche la nostra, è ovvia, ma un po’ di contegno, no? Martedì mattina è morto Gianroberto Casaleggio, sessantun anni, perito informatico, ex manager allontanato dalla Telecom, ex impiegato della Olivetti, fondatore della CasaleggioAssociati s.r.l., società di web marketing che guida e determina la linea politica del Movimento cinque stelle, un partito nato nel corso di una manifestazione denominata “vaffa day”. A leggere i giornali di ieri sembra invece che il paese sia rimasto orfano d’una figura, certamente originale, i cui mirabolanti tratti riassumono il meglio dell’intelligenza politica di Cavour e del genio tecnologico di Steve Jobs.

Abbiamo calcolato che la parola “visionario” a lui riferita compare sessanta volte (non c’è un solo giornale che non lo chiami “visionario”, soprattutto Repubblica e la Stampa: Ceccarelli ha insistito parecchio sul punto). Per sole quarantrè volte è invece, più modestamente, definito “profeta”. E allora l’Unità lo chiama “testa pensante”, Italia Oggi gli attribuisce “risultati strepitosi”, MilanoFinanza racconta il “politico del ventunesimo secolo”, mentre per Marco Travaglio – gulp –  Casaleggio “ha scritto un pezzetto di storia d’Italia”. Come Garibaldi. Ma è il Corriere a dare il meglio di sè: “Era un visionario”; “sottovalutato” e “comunque poco compreso”; “voleva collocarsi al confine più avanzato con la modernità e la scienza”. Il cordoglio, ci mancherebbe, ma davvero Casaleggio era un mix tra Steve Jobs e Cavour?

Nostra postilla

Grillo ha detto che uomini come Casaleggio “ne nascono uno ogni cent’anni”. Nel proferire queste parole commemorative, ma oggettivamente eccessive, sul suo amico defunto, da megalomane qual egli è avrà quasi certamente pensato a se stesso, alla sua grandezza, alla sua nobiltà d’animo, qualità tutte naturalmente presunte, e non è da escludere che fra qualche tempo si senta dire che uomini come Grillo ne nascano uno ogni due secoli. Però, a ben pensarci, se fosse vero che di Casaleggio ne vengono fuori uno ogni secolo e di Grillo uno ogni due secoli, non ci si dovrebbe sentire rassicurati?  Beati coloro che sanno riconoscere solo le proprie miserie e sono capaci di considerarsi solo dei “servi inutili”!  Affidiamo il destino ultraterreno di Gianroberto Casaleggio all’infinita misericordia di Dio. 

Sì o no al referendum sulle trivellazioni

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da Redazione di “Giornalettismo”

download (78)REFERENDUM TRIVELLE 17 APRILE, PERCHÉ VOTARE SÌ
I sostenitori del Sì al referendum sulle trivellazioni ritengono che l’attività di estrazione degli idrocarburi debba essere fermata per evitare rischi sanitari o ambientali. Secondo le associazioni ambientaliste, tra le quali Greenpeace, Wwf e Legamiente, con lo stop alle estrazioni a ridosso della costa alla scadenza delle concessioni determinerebbe, o anticiperebbe, una svolta alla politica energetica del nostro Paese, un’innovazione del sistema produttivo e maggiore investimento nelle energie rinnovabili. Continua a leggere