«I confini, e lo dico convintamente, lungi dall’essere strumenti di discriminazione sono lo scudo della pace. Se chiunque potesse entrare in Italia senza regole e senza controlli, nel nostro Paese regnerebbe il caos e la violenza. Chiedo per Matteo Salvini l’assoluzione perché il fatto non sussiste … Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti ma ha opposto innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli rifiuti. Ha scelto di bighellonare anziché andare nel suo Stato di bandiera. Dobbiamo uscire dalla logica che è tutto un diritto. Una cosa è un diritto, un’altra è la pretesa. Esiste un diritto allo sbarco, non esiste il diritto di scegliere dove e come farli sbarcare e chi fare sbarcare. Mi sono chiesta perché se c’erano tutte queste opzioni hanno scelto di non andare in Spagna … Nell’agosto del 2019 il ministro Matteo Salvini sì stava combattendo una battaglia, ma certamente non contro i migranti. Gli atti di questo processo documentano che i migranti sono stati aiutati, assistiti, tutelati. La Guardia costiera si mise in ginocchio. Salvini stava combattendo una battaglia contro chi confonde le pretese e i diritti. Ma usare a sproposito il termine diritto è molto pericoloso, innanzitutto per i diritti. Non esiste il diritto di bighellonare per due settimane con i migranti a bordo pur di non ottemperare un divieto. Non esiste il diritto di rifiutare le indicazioni degli Stati delle zone di ricerche e soccorso. Non esiste il diritto di scegliere dove, quando e come fare sbarcare i migranti e quanti migranti. Non esiste il diritto di ignorare le offerte di aiuto, né quello di rifiutare ogni soluzione … Ho ricordato in questo processo delle pagine nere: soprattutto quella in cui l’Italia in ginocchio chiede alla Spagna come può offrire aiuto e la Spagna risponde ‘Buona notte’, una buona notte sarcastica. Infine una terza pagina che reputo nera è il video in cui Oscar Camps dice: ‘Sono felice non perché sbarcano i migranti, ma perché è caduto il ministro Salvini. Salvini è caduto’».
Si è appreso che il comitato per l’ordine e la sicurezza di Palermo, dopo le presunte o reali minacce ricevute sui social, ha assegnato la tutela alla pm del processo Open Arms Giorgia Righi. Gli altri due pm, Geri Ferrara e il procuratore aggiunto Marzia Sabella, sono già sotto scorta. La campagna diffamatoria sui social e le lettere intimidatorie, si sostiene, erano arrivate a settembre dopo la requisitoria al processo Open Arms. Tuttavia, stupisce che i pm citati, nel formulare qualche tempo fa il loro capo d’accusa nei confronti dell’ex ministro Salvini, non abbiano neppure immaginato che gli argomenti difensivi sopra riportati e oggi addotti a difesa del suo assistito dall’avv. Giulia Bongiorno potessero e dovessero essere tenuti preventivamente presenti da magistrati esperti, prudenti, obiettivi e impregnati di spirito democratico-costituzionale.
L’arringa della penalista siciliana evidenzia in modo inequivocabile come non solo i giudici siciliani oggi insultati da una parte del popolo, con una violenza in vero non molto dissimile da quella con cui essi si sono scagliati contro Salvini, si siano comportati da magistrati faziosi, sprovveduti e prevenuti ma non si siano neppure preoccupati di evitare che la loro sentenza di condanna apparisse, oggi più di ieri, innegabilmente intrisa di spirito autoritario e, più segnatamente, fascista. Perché è fascista il giudice che interpreta, utilizza e contesta il diritto in funzione di ideologie precostituite, opinabili e confuse.
Francesco di Maria