I 5Stelle e le teste di segatura

Il tuttologo Massimo Cacciari ieri sera, alla trasmissione di Lilly Gruber, ne ha detta una delle sue: se gli altri partiti non consentiranno al M5Stelle di governare, sia pure in ossequio alle norme costituzionali e alle regole politico-parlamentari correnti, alla prossima tornata elettorale il movimento di Grillo e Di Maio non prenderà solo poco più del 30% dei voti ma oltre il 70%. Non se ne rende conto, pensa di essere un grande filosofo, un rigoroso esperto di logica, ma non di rado questo accademico veneziano, proprio per voler strafare molto al di là del suo campo di competenza, finisce per mettersi sullo stesso piano di tante emerite teste di segatura che popolano il variegato e luccicante mondo massmediatico.

Poiché Cacciari è di natura un nichilista, fa sempre di tutto per prospettare situazioni politiche dall’esito disastroso. Nel caso specifico, così ragiona l’intellettuale veneziano, siccome il popolo ha premiato il pentapartito penalizzando altre forze politiche tra cui in particolare il PD di Renzi, non sarebbe saggio ora fare ostruzionismo ed impedire al partito di Di Maio di governare con i suoi ministri già prescelti perché questo non farebbe che indispettire la gente inducendola, alla successiva occasione elettorale, a votare ancora più massicciamente per il 5Stelle. Che razza di ragionamento! Ma esistono delle norme, delle regole entro i cui limiti le forze politiche possono esercitare la loro libertà decisionale? Sì o no? Sì: e allora il discorso si chiude qua.

Ogni partito, quando sarà chiamato dal Presidente della Repubblica in vista della formazione di una nuova compagine governativa, sarà perfettamente legittimato ad agire come meglio crede e a tutelare gli interessi popolari che rappresenta nei modi e nei tempi che riterrà più opportuni. Il Capo dello Stato potrà sollecitare ogni partito a comportarsi responsabilmente verso la Nazione intera e a tenere sempre presente i vincoli attuali dell’Italia rispetto alla UE, ai suoi regolamenti e ai suoi istituti, ma di più egli non potrà e non dovrà fare, proprio perché la sua funzione è quella di garante formale delle procedure costituzionali e delle prerogative politico-parlamentari e non già quella di un arbitro che, infrangendo surrettiziamente le regole, cerchi di entrare nel merito dei problemi determinando forzosamente scenari politici che i vari gruppi politici o semplicemente alcuni di essi non gradiscano o non ritengano utili né per se stessi né per il Paese.

Di Maio ha già preparato la squadra di governo. Bene; si dia da fare lui per trovare alleati, senza limitarsi a dire scioccamente e provocatoriamente che il suo partito ora è aperto a tutte le forze politiche, ai fini della costituzione di un governo. Se ce la fa, governi pure e dimostri di saper governare, altrimenti si tolga dalle balle e si inchini alle naturali dinamiche del libero gioco parlamentare. Lo stesso vale naturalmente per qualsiasi altra forza politica. Questa è politica; in questo consiste il normale gioco politico, che viene già abbastanza alterato da indebite e faziose ingerenze di troppe professionali teste di cazzo interessate non già a lavorare sul serio nell’interesse di giovani, disoccupati, famiglie bisognose, pensionati, malati e quant’altro, ma a perpetuare situazioni anomale e caotiche da cui sia sempre possibile trarre spunti e materiale per la polemica giornalistica e televisiva, troppo spesso peraltro confezionata ad personam, e per le speculazioni più infime e volgari anche o soprattutto sul terreno economico e finanziario.

E’ stato scritto l’altro ieri che «destra e sinistra secondo alcuni sono categorie superate. Di certo governare richiede di prendere posizioni nette. Di elaborare una visione della politica, ma anche della vita. I Cinquestelle ora devono dimostrare, anche a se stessi, chi sono davvero. Arrivati al potere finiranno per diventare come tutti gli altri?» (F. Sansa, in “Il Fatto Quotidiano” del 5 marzo 2018). Bellissima domanda, alla quale, per via rigorosamente costituzionale e parlamentare, prima o poi di certo sarà data una risposta. Riesce a capire Cacciari?

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