Se un papa scomunica pubblicamente i mafiosi di qualunque latitudine, i cattolici, e in primis i ministri di Dio, sanno o dovrebbero sapere che tutti gli affiliati, a vario titolo e in diverso grado, alle associazioni per delinquere di stampo mafioso non possono fare più parte della comunità religiosa e non possono essere più ammessi ai suoi sacramenti. A meno che un mafioso non rinneghi pubblicamente e sinceramente il suo passato criminale dichiarandosi altresí pronto a subirne tutte le conseguenze anche in senso giudiziario, egli non può più essere assolto dai suoi peccati e riconciliarsi con Dio e con gli uomini, anche se confessasse maldestramente e opportunisticamente i suoi peccati in confessionale poco prima di morire, né può essere ammesso al sacramento eucaristico. Continua a leggere
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Accoglienza degli immigrati, il grande affare di enti religiosi e confraternite
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di Redazione di “Giornalettismo”
La torta dei bandi degli enti locali vale un miliardo. Lo spiega Il Messaggero
La macchina a pagamento dell’accoglienza dei migranti funziona a pieno regime, con la Caritas che partecipa insieme ad altre associazioni religiose al grande affare dei bandi degli enti locali. Lo racconta un’inchiesta del Messaggero a firma di Claudio Marincola. La torta da spartirsi sarebbe di circa un miliardo di euro:
Quando Papa Francesco lanciò l’appello, «aprite i conventi agli immigrati» la risposta fu assai deludente. Fu offerta una disponibilità per soli 15 mila posti a fronte delle 23 mila parrocchie italiane. In compenso la macchina dell’accoglienza a pagamento funziona a pieno regime. Le associazioni religiose, compresa la Caritas da anni partecipano e si aggiudicano i bandi degli enti locali attingendo ai finanziamenti. E le arciconfraternite si industriano per trasformare vecchi locali cadenti in residence. Ad ogni sbarco una nuova emergenza, una nuova ondata di migranti da accogliere con spirito pellegrino.
Negli anni la torta si è dilatata. Nota è la vicenda di Mafia Capitale, gli intrecci tra cooperative bianche e rosse. Il patto esplicito tra Buzzi e l’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento – oggi commissariata e affidata a monsignor Liberio Andreatta, il responsabile dell’Opera romana pellegrinaggi – per spartirsi l’accoglienza. Sono storie di ieri gli imbarazzi del Vicariato. Le accuse di monsignor Pietro Sigurani, il coinvolgimento di Tiziano Zuccolo, dipendente de La Cascina e al tempo stesso responsabile dell’Arciconfraternita. L’amicizia con Luca Odevaine, il patto non scritto, «che nun se move d’un millimetro», per dividersi i 30 milioni l’anno destinati dal Campidoglio all’emergenza. Mentre a livello nazionale nel 2015 è prevista una spesa di un miliardo di euro. Continua a leggere
Avvertenza per il pubblico cattolico
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Il signor Giovanni Sarubbi, direttore del giornale on line “Il Dialogo”, promotore da qualche lustro di un nefasto sincretismo religioso e in particolare di un equivoco e deleterio dialogo interreligioso tra islamismo e cristianesimo, nonché teorico di una linea politica che vorrebbe essere “non violenta” perché in apparenza ancorata ad alcuni passaggi evangelici significativi (benché usati in modo manifestamente unilaterale e strumentale) e incentrata su una aprioristica benché astratta e generica richiesta di coincidenza programmatica tra mezzi e fini, continua a ripetere che il suo sito sarebbe “luogo libero da condizionamenti economici di alcun tipo, dove si possa continuare a scrivere ciò che non si trova da nessun altra parte. Ed è questa l’unica cosa di cui personalmente mi vanto”. Ognuno, naturalmente, è libero di illudersi come vuole, ma è opportuno che il pubblico cattolico non sottovaluti le attività giornalistico-culturali di chi, come Sarubbi, pur attaccando frontalmente l’istituzione ecclesiastica cattolica, fa continue incursioni nei testi biblico-evangelici per accreditarsi come genuino spirito religioso e per veicolare in realtà immagini erronee e distorsive del Vangelo di Cristo.
Il corto respiro dell’Europa in Italia (tra europeismo di regime e ripiegamenti neosovranisti)
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di Francesca Lacaita
(pubblicato in “Micromega” del 30 luglio 2015)
È proprio l’“Europa” l’ambito in cui resistere alla pressione neoliberista e invertire la rotta, ampliando i di-ritti di cittadinanza e modificando i Trattati per riconsegnare la sovranità al popolo europeo. La sinistra italiana sembra invece tentata dalla riscoperta dell’antieuropeismo e della dimensione nazionale. Una strada che inevitabilmente impoverirebbe la qualità della nostra democrazia.
A partire dal referendum del 5 luglio, il governo greco pare aver sconcertato parecchi dei suoi (ex?) sostenitori in questo paese. Innanzitutto quei no-euro di ogni colore che hanno scoperto, alquanto tardivamente, che il referendum noncontemplava l’uscita dalla moneta unica. Per continuare con quanti hanno preso le distanze da Tsipras durante e dopo le trattative con i leader dell’Eurozona concluse con un Accordo la notte tra il 12 e il 13 luglio. Continua a leggere
Italia, una Grecia extralarge
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Il quotidiano tedesco Handelsblatt rimprovera a Matteo Renzi una grottesca distorsione della realtà
(pubblicato in “Giornalettismo” da Redazione il 20 luglio 2015)
Secondo un’analisi del quotidiano tedesco Handelsblatt l’Italia è una Grecia formato extralarge. Il debito pubblico, in termini assoluti, accumulato nei primi mesi dell’anno è superiore al costo del terzo programma di assistenza finanziaria per il governo di Atene. La dinamica della produttività è ancora più preoccupante, e secondo Handelsblatt Matteo Renzi propone una grottesca distorsione della realtà quando critica l’austerità imposta dalla Germania.
ITALIA GRECIA CRISI –
L’Italia crea 8866 euro di nuovo debito al secondo da inizio anno, una constatazione che spinge il quotidiano finanziario Handesblatt a indicare il nostro Paese come il vero problema dell’eurozona.
Numeri che non sono negativi, ma drammatici. Dall’inizio dell’anno il debito pubblico è cresciuto di 83,3 miliardi di euro fino alla fine di maggio, e secondo gli analisti la soglia dei 100 miliardi di euro è già stata superata in modo chiaro. In questo modo, in soli sei mesi, l’Italia ha aumentato la sua montagna di debito di una cifra maggiore rispetto all’intero programma di aiuti per la Grecia. Un processo di indebitamento così forte, che potrà danneggiare la stabilità dell’eurozona più della stessa Grecia.
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Bambini gender
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(pubblicato in “In Terris” del 28 )
I cattolici italiani hanno l’obbligo di opporsi ad un’Unione Europea che, sia sul piano economico sia su quello morale e religioso, dimostra sempre più di voler costruire un mondo profondamente difforme dalla Creazione di Dio e anzi radicalmente contrario alla sua Volontà. Bisogna prepararsi ad uscire da quest’Europa satanica.
I bambini di 7 anni potranno “cambiare sesso” dal punto di vista anagrafico. Basterà che si presentino negli uffici comunali e che dichiarino di non voler più appartenere al sesso maschile e quindi voler appartenere a quello femminile, o viceversa, ed il gioco è fatto. Non saranno necessarie visite mediche o psichiatriche, ma basterà il consenso di mamma e papà. Accade in Norvegia, dove il ministero della Salute, guidato da Bent Hoie, ha presentato al Parlamento una proposta di legge sull’estensione dei diritti dei transgender anche ai minori. Continua a leggere
Che cos’è l’eurotassa
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di Elisabetta Moretti
(pubblicato in “In Terris” del 27 luglio 2015)
L’eurotassa ovvero di male in peggio. La prospettiva ultima dell’Italia resta, anche per non pochi cattolici, l’uscita dall’euro e dalla stessa Unione Europea sempre più autoritaria e intollerante nei confronti di consolidate e proficue tradizioni nazionali di religiosità e di istanze solidaristiche scaturite, in diversi Paesi europei, da secoli di dura e talvolta sanguinosa lotta civile.
Tra Bruxelles e Berlino prende forma in questi giorni la proposta avanzata dal ministro del Tesoro tedesco, Wolfang Schauble, cioè quella di un’eurotassa che avrebbe lo scopo di creare una sorta di fondo comune dell’Eurozona in modo da affrontare ogni emergenza all’interno dei Paesi della moneta unica, come nel caso della Grecia. “Schaeuble è pronto a cedere una parte del gettito fiscale per farla finire in un bilancio separato dell’Unione monetaria” scrive lo Spiegel online annunciando per primo le intenzioni del ministro del Tesoro di Berlino.
I cristiani del Pakistan secondo il gruppo di preghiera “Devoti a Maria”
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Chi sono i cristiani per l’islam?
Il versetto 29 della sura 9 del Corano contiene l’ordine per i musulmani di sottomettere ebrei e cristiani, il “Popolo del Libro”, i quali, una volta sottomessi, a condizione che rimangano tali, diventano dhimmi”, cioè “individui protetti”. Essere sottomessi in passato significava obbligare i cristiani a cedere il passo ai musulmani, vietargli di usare il cavallo (dovevano usare il mulo), imporgli il pagamento di tasse speciali. Oggi naturalmente il senso è cambiato; il suo contenuto dipende dalla sensibilità dell’interprete. Ad esempio, un musulmano integralista non direbbe mai “grazie” ad un cristiano, perché come “sottomesso” sarebbe un dovere di quest’ultimo essere al servizio dei musulmani. Un musulmano moderato è invece consapevole che la convivenza pacifica tra gli individui impone altre regole. Questo versetto consente comunque, ad un qualunque “fanatico” (ad esempio un capo villaggio o un politico locale), di trovare occasione per colpire cristiani o ebrei, e di essere poi assolto da un tribunale che riconosca la sharia come l’unica legge dello Stato. Nel corso della storia, i conquistatori musulmani riconoscevano normalmente la libertà di altri culti religiosi ai popoli dei territori conquistati, purché accettassero la loro posizione di sottomissione. Questo rendeva possibile la convivenza tra uomini di religione diversa. Allo stesso modo, non veniva imposta la propria cultura ai popoli sottomessi, ma all’opposto, erano i musulmani a fare tesoro della scienza, della filosofia, della medicina di questi ultimi. I testi più antichi della grande cultura ellenistica sono infatti arrivati a noi proprio perché salvati e tradotti dai conquistatori arabi. A partire dal secolo scorso, i cristiani che vivevano nelle società musulmane iniziarono però ad aspirare alle libertà godute nel mondo occidentale: libertà politica, di stampa, di pensiero e di culto. Aspiravano a essere “cittadini veri”, nel senso pieno della parola, e non a essere “tollerati”, anche se, talvolta, molto stimati dagli stessi musulmani. Questo ha creato una frattura, diversa da paese a paese, tra popolazione cristiana e quella musulmana; su questa situazione hanno poi avuto conseguenze a livello locale alcuni importanti fatti storici, come la costituzione dello Stato d’Israele, l’invasione russa dell’Afghanistan, l’attacco alle Torri Gemelle. Ma cerchiamo ora di capire cosa ci ha portato in particolare ad interessarci del Pakistan. Continua a leggere
Christian Rosso: un eroe civile
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di Maria Giovanna Giuliano e Gabriele Isman
(pubblicato con altro titolo in “La Repubblica” il 25 luglio 2015)
Christian Rosso, giovane autista ATAC di Roma, che rischia il proprio posto di lavoro solo per aver detto pubblicamente la verità sulle cause reali del pessimo funzionamento del suddetto servizio pubblico di trasporto.
E’ un autista dell’Atac e ha deciso di spiegare perchè gli autobus non passano. Si chiama Christian Rosso e il 24 luglio ha pubblicato un video su Youtube che in meno di 24 ore ha fatto il giro dei social network, diventando virale. “Il 21 luglio ho postato su Facebook il racconto di una mia giornata di lavoro”, spiega Christian nel filmato. “Alle 14.30 dovevo iniziare il mio turno all’Eur, ma non c’era nessuna vettura. Erano tutte guaste. Ho cominciato a lavorare intorno alle 19, quando secondo l’azienda possono iniziare a circolare autobus senza aria condizionata”. Ma Christian non si ferma qui e le sue parole diventano un fiume in piena di informazioni mai date. “I cittadini se la prendono con noi autisti, quando dovrebbero sapere che i colpevoli non siamo noi”.
Gli autobus ci sono, ma non passano. Rimangono in deposito, contrassegnati dalla sigla “MM”. Christian spiega che quella sigla vuol dire “impossibile da riparare per mancanza di pezzi di ricambio”. E mentre i passeggeri sono costretti ad aspettare ore alle pensiline, su 12 mila dipendenti dell’Atac solo meno della metà guida gli autobus. E quelli che lo fanno, arrivano ad avere anche 100 giorni di ferie arretrate.
Eppure si continua ad incolpare loro, gli autisti che chiedono solo di poter svolgere il proprio lavoro. Forse perché per un cittadino arrabbiato e stanco il macchinista risulta essere il capro espiatorio più facile da individuare. Per Christian, è proprio così: “Gli scioperi? Organizzati solo per mettere voi contro di noi”. E spesso le agitazioni – spiega l’autista – sono organizzate di venerdì per permettere a chi non guida di stare tre giorni consecutivi a casa. “Ma ultimamente il trasporto funzionava anche durante gli scioperi, quindi hanno cambiato strategia: hanno abbandonato il servizio a sé stesso, facendo credere che il privato sia la cosa migliore, ma non è così. Il privato pensa solo al suo profitto, non agli interessi dell’utenza. Forse non tutti sanno che il privato a Roma già esiste, e ci sono autisti che lavorano 10 ore e non prendono stipendi da due mesi”.
Nel filmato anche le fasi, riprese di nascosto dall’autista, delle contestazioni che gli sono state mosse dagli ispettori dell’azienda per un video pubblicato nei giorni precedenti. Non tralascia niente, il giovane autista stanco di sentirsi responsabile per una colpa che non è la sua. E lancia un appello: mercoledì 29 luglio dalle 9 alle 20 in piazza del Campidoglio, autisti e cittadini insieme per il bene comune. E conclude: “Per tornare a darci il buongiorno quando vi accompagno a scuola, a lavoro o a casa”.
Maria Giovanna Giuliano e Gabriele Isman
La Tunisia “dichiara guerra al terrorismo”
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Nell’operazione le autorità hanno ucciso un jihadista e arrestati altri 9. Oltre al sequestro di armi, le forze dell’ordine hanno scoperto un campo di addestramento vicino al confine algerino
di Stefano Cicchini
(pubblicato in “In Terris” il 25 luglio 2015)
Vasta operazione antiterrorismo in Tunisia. La Guardia nazionale a Sejnane, neo governatorato di Biserta nel nordovest del Paese, ha ucciso un terrorista considerato pericoloso dalle autorità, tale Khaled Ben Abdelkarim Ben Brahim Saidani, con legami con le organizzazioni terroristiche Ansar Al Shariaa e Isis (Daesh). L’uomo era ricercato dal 2012 per aver preso parte a diverse operazioni terroristiche, tra cui l’omicidio di un agente di polizia a Menzel Bourguiba, avvenuto il 23 ottobre 2013. Altri nove jihadisti – tra cui una donna – sono stati arrestati. Sequestrati inoltre cinque kalashnikov, munizioni ed esplosivo. Le forze di sicurezza hanno scoperto anche un campo di addestramento per terroristi nella zone montagnosa tra le regioni di Tabarka e Ain Draham, non lontano dal confine algerino. Continua a leggere


