di David Mizner
(titolo originale: Documenti recententemente declassificati dimostrano la complicità degli USA nell’ascesa dell’Isis, pubblicato sulla rivista statunitense Jacobin l’1 giugno 2015 e tradotto dal sito Oneuro).
Nell’ottobre del 2014 il vicepresidente statunitense Joe Biden ha criticato gli alleati degli USA per il loro sostegno offerto all’ISIS. Un mese prima, il generale Dempsey aveva dichiarato alla commissione per le forze armate del Senato che gli “alleati arabi” dell’America stavano finanziando il gruppo.
Gli ufficiali statunitensi stavano cercando di prendere le distanze dalle azioni a sostegno dell’ISIS dei loro alleati senza però condannarli troppo severamente. Biden ha suggerito che le armi erano finite nelle mani dell’ISIS accidentalmente, e ha chiesto scusa agli alleati. Rispondendo a Dempsey, il senatore Lindsey Graham li ha addirittura difesi: “Stavano cercando di sconfiggere Assad. Credo che si rendano conto che hanno sbagliato”.
Queste timide critiche nei confronti degli alleati degli USA hanno coinciso con la decisione da parte del governo di bombardare l’ISIS. A questo punto, il gruppo aveva già conquistato la Siria orientale e l’Iraq occidentale. Ma non c’è nulla che dimostri che nei mesi e negli anni precedenti Obama abbia fatto qualcosa per impedire ai propri Stati satellite di assistere l’ISIS nella sua ascesa a potenza regionale. Continua a leggere









