di don Aldo Buonaiuto
(pubblicato in “In Terris” del 27 agosto 2015)
Le pecore oggi si sono modernizzate, super avanzate nella scienza e conoscenza;sembra che sappiano tutto all’istante, che non abbiano più bisogno né di guide e insegnamenti, né di imparare o di ascoltare. Anche il concetto di branco si è modificato, perché pur sembrando andare unite verso la stessa direzione, di fatto non si relazionano; anzi tra loro neanche si riconoscono, hanno perso il senso di appartenenza.
Vediamo quindi tanti individui che percorrono la stessa strada, ma senza interagire… se non per minacciare e difendersi. Queste pecore, in verità, non sanno però neanche chi seguire, perché non riconoscono più la voce del pastore, il quale a sua volta è così distratto dietro a tanti intrighi e tornaconti, così indaffarato nelle faccende materiali da non ricordarsi il nome dei propri figli. Anzi dimenticando addirittura di avere un proprio gregge. E così il branco è pronto a dividersi in tanti nuclei non avendo più la capacità di affidarsi alla propria guida. Continua a leggere

Se un papa scomunica pubblicamente i mafiosi di qualunque latitudine, i cattolici, e in primis i ministri di Dio, sanno o dovrebbero sapere che tutti gli affiliati, a vario titolo e in diverso grado, alle associazioni per delinquere di stampo mafioso non possono fare più parte della comunità religiosa e non possono essere più ammessi ai suoi sacramenti. A meno che un mafioso non rinneghi pubblicamente e sinceramente il suo passato criminale dichiarandosi altresí pronto a subirne tutte le conseguenze anche in senso giudiziario, egli non può più essere assolto dai suoi peccati e riconciliarsi con Dio e con gli uomini, anche se confessasse maldestramente e opportunisticamente i suoi peccati in confessionale poco prima di morire, né può essere ammesso al sacramento eucaristico. 


