Riforma costituzionale e strascichi polemici

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Tutti gli emendamenti al DDL sulle riforme sono stati approvati. Con l’approvazione dei 40 articoli della parte seconda della nostra Costituzione, la riforma costituzionale procede spedita verso la sua conclusione, cui si giungerà dopo i passaggi previsti dall’attuale ordinamento costituzionale. Renzi ha vinto un’altra battaglia cui teneva e tiene moltissimo, purtroppo in un’aula che stamattina all’alba era semideserta per Renzi, questa è la grande legislatura delle riformel’abbandono dei lavori parlamentari da parte di tutte le opposizioni e di qualche deputato PD come i soliti Fassina e Civati. Le opposizioni, ma ovviamente per motivi diversi e contrapposti, hanno contestato il premier per aver preteso che la seconda lettura della riforma costituzionale fosse approvata a colpi di maggioranza puramente numerica senza concedere molto al libero dibattito parlamentare che ha peraltro subìto limitazioni piuttosto notevoli da un’applicazione ferrea del vigente regolamento della Camera dei Deputati.

Obama: cristiano o musulmano?

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di Marco Siniscalco

Forse non erano del tutto infondate le voci che circolavano su un Obama ufficialmente cristiano ma di fatto musulmano prima che egli fosse eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Innanzitutto, non si capisce perché, dopo lo sciagurato intervento militare della Presidenza Bush in Iraq, Obama abbia pensato solo a ritirare del tutto da quei SteveSackstartribuneluoghi le sue truppe senza preoccuparsi di lasciarvi almeno un avamposto pronto ad intervenire nel caso più che probabile in cui vi si fossero verificate recrudescenze religiose o pseudoreligiose di tipo terroristico; in secondo luogo, si comprende ancora meno il fatto che, in presenza di un Isis più ferocemente criminale delle SS di hitleriana memoria, egli non abbia ancora ritenuto di inviare truppe di terra ben addestrate e armate sino ai denti per neutralizzare capillarmente e rapidamente le bande assassine dei fanatici jihadisti, che continuano a seminare terrore in Iraq, in Siria e persino in Libia.

Non si può peraltro sottovalutare il curioso rimprovero che, solo qualche settimana fa, ha ritenuto di rivolgere ai francesi e agli europei all’indomani dei tragici fatti di Parigi, avventurandosi in un giudizio che non poteva non suscitare forti perplessità nell’opinione pubblica francese ed europea: certe reazioni violente del mondo musulmano si spiegherebbero con l’insufficiente integrazione offerta in Europa, e a differenza di quel che accadrebbe negli USA, ai cittadini di fede per l’appunto musulmana. A differenza di quel che accade in America? E l’11 settembre del 2001 allora?

E la tendenza ad escludere che queste osservazioni siano ben poco significative e indicative di un’ambiguità solo apparente viene singolarmente rafforzata dall’ultima e più recente “uscita” di Obama che, in occasione del tradizionale National Prayer Breakfast,  l’annuale evento presidenziale che si svolge alla presenza di 3500 ospiti di diversa confessione religiosa ma di confessione religiosa prevalentemente cristiana e invitati da ben 100 Paesi del mondo, ha avuto la felice idea di rinfacciare ai cristiani di essersi macchiati nel corso della storia di crimini non meno gravi di quelli oggi compiuti dall’Isis (come, per esempio, al tempo dell’Inquisizione e delle Crociate), allo scopo di indurli a moderare i loro giudizi, sempre più severi, su quelle che egli ha definito come “derive ideologiche dell’Islam” e non già come effetti prodotti dalla stessa matrice storico-dottrinaria del credo coranico-islamico.

Un paragone azzardato e anzi insensato, soprattutto perché mentre fenomeni come Inquisizione e Crociate, peraltro non ripudiabili in blocco come mere manifestazioni di disumanità e violenza ma riconducibili a situazioni storiche (in particolare per quanto si riferisce alle Crociate) ben più complesse di quanto evidentemente il presidente americano di colore non immagini, si devono senz’altro spiegare come deviazioni umane dalla sana dottrina evangelica e cristiana, i crimini dell’Isis e di tanti praticanti musulmani derivano direttamente dai testi coranici e dai detti maomettani su cui si fonda la fede del mondo musulmano.mao-gesu

Le cronache più attendibili riferiscono che Obama avrebbe detto esattamente: «Ricordate che durante le crociate e l’Inquisizione le persone hanno commesso atti terribili in nome di Cristo. Nel nostro paese, la schiavitù e le leggi razziali troppo spesso sono state giustificate nel nome della fede cristiana». Parole non solo offensive verso i cristiani americani, occidentali ed orientali, ma del tutto inadeguate a dimostrare che in fondo tra cristiani e musulmani non ci sarebbe molta differenza e che il problema sarebbe solo quello di convivere in pace. Già, in pace!

Questo presidente americano, insignito anni fa del premio Nobel per la pace, ama talmente la pace e i cristiani da non fare assolutamente nulla per incoraggiare trattative di pace tra russi e ucraini, che sono entrambi di fede cristiana, preso com’è dalla smania tipicamente imperialista degli USA di creare in Ucraina e a un passo dalla 09_10_09Obama_nobel1Russia, con la demenziale complicità europea, un altro avamposto all’espansionismo politico-militare americano! Ovviamente non si vuole insinuare che egli sia un complice del terrorismo islamico, ma solo sottolineare come la sua visione dei problemi del mondo sia viziata da una notevole miopia critico-culturale che gli impedisce di adottare strategie adeguate per affrontare e risolvere i conflitti che tendono a divampare in ogni parte del pianeta. Peraltro, è molto dubbio che egli conosca la differenza tra la martirìa cristiana e la martirìa islamica e tra il Dio di Gesù e il Dio di Maometto, e questo per l’appunto lo porta verso un indifferentismo politico-religioso che può solo nuocere alla causa dell’umanità.

Penso pertanto che ogni ulteriore commento sia inutile, anche se molto significativo è comunque il fatto che Obama sia stato pubblicamente ringraziato da quel Farhana Khera, direttore esecutivo del gruppo per i diritti civili degli islamici negli Usa, Muslim Advocates, che, in un precedente incontro proprio con lui, lo aveva invitato a fare di più per confortare e tranquillizzare i musulmani americani che temono che «i loro figli si possano vergognare della loro religione a causa della discriminazione».

 Marco Siniscalco

Il caso del sindaco De Luca

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di Roberto Ruggerone

39fbe92a273f28fb49b826cde8095d29_XLIl sindaco di Salerno Vincenzo De Luca è uno dei sindaci più autorevoli e vulcanici della penisola italiana. Negli ultimi due o tre decenni, Salerno, la sua città nativa, deve a lui, al suo ingegno, al suo impegno, al suo temperamento e alla sua passione civile, se è diventata una delle più belle città italiane, una vera e propria perla urbanistica e ambientale, in una regione campana ancora oggi abbandonata al degrado e ad insostenibili condizioni di vita. Anche il suo partito, il PD, non solo a livello locale ma anche nazionale, gli deve molto per il notevole seguito elettorale che in tanti anni di buona ed efficace amministrazione è riuscito a conquistarsi.

Per moralizzare l’Italia

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di Francesco Lena

f1_0_moralita-e-onesta-f-lena (1)Assistiamo ogni giorno a notizie, fatti di cronaca in tante parti del nostro bel paese, che rovinano l’immagine, la serena convivenza civile e sociale dell’Italia e degli italiani. Mafia, corruzione, lavoro sommerso, esportazione di capitali all’estero, malavita organizzata. E’ ora di mettere mano con forza alla moralizzazione del paese. Moralità, onestà, insieme al loro presupposto che è la verità, devono diventare una priorità dei problemi da risolvere in Italia.

Cristo crocifisso, scandalo per i musulmani e stoltezza per i laicisti

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(stralci dell’articolo pubblicato nel sito www.bastabugie.it in data 30 gennaio 2015)

di Roberto De Mattei

Marcher contro la Terreur, “Marcia contro il Terrore”, è stato il titolo con cui “Le Monde”, il “Corriere della Sera” e i principali giornali occidentali hanno presentato la grande sfilata laicista dell’11 gennaio. Mai nessuno slogan è stato più ipocrita di questo, imposto dai mass media come reazione alla strage di Parigi del 7 gennaio. Che senso ha infatti parlare di Terrore senza aggiungere al sostantivo l’aggettivo “islamico”?

CONQUISTEREMO ROMA NEL NOME DI ALLAH

L’attacco alla redazione di “Charlie Hebdo” è stato perpetrato al grido di “Allah akbar!” per vendicare Maometto offeso dalle caricature e dietro i kalashnikov dei terroristi c’è una visione del mondo precisa: quella musulmana…Ci si illude ancora che la guerra in corso non sia quella dichiarata reiteratamente e in termini ferocemente inequivoci dall’Islam all’Occidente ma una guerra che si combatte all’interno del mondo musulmano e che l’unico modo per salvarsi sia di aiutare l’Islam moderato a sconfiggere l’Islam fondamentalista…In Francia, lo slogan più ripetuto è quello di evitare l’ “amalgama”, ossia l’identificazione tra l’Islam moderato e quello radicale. Ma il fine comune a tutto l’Islam è la conquista dell’Occidente e del mondo. Chi non condivide questo obiettivo non è un moderato, semplicemente non è un buon musulmano.

Il Presidente Mattarella e i suoi nemici

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Tutti fanno gli auguri al neoeletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Naturalmente: lo vuole la prassi e la buona educazione! Ma, in realtà, non tutti, nell’esprimergli i loro voti augurali, appaiono disinteressati e privi di pregiudizi più o meno intimidatori o ricattatori nei suoi confronti. Per esempio, tutti quelli che, spesso in modo preconcetto ed esasperatamente fazioso, oggi avversano il governo Renzi si aspettano che, trattandosi di un presidente cattolico-democratico, fratello di un’illustre vittima della violenza mafiosa e stimato per non aver mai coltivato particolari ambizioni di potere oltre che per essere riconosciuto e fine giurista costituzionale, nonché notoriamente sensibile alla causa dei poveri e dei soggetti fisicamente e socialmente più svantaggiati, egli non solo si metta decisamente di traverso all’odierna attività di governo ma sia addirittura capace di «mettere in pratica» l’art. 3 della Costituzione italiana relativo alla rimozione degli ostacoli economici e sociali che impediscono ancora a molta gente di condurre una vita dignitosa e di concorrere all’organizzazione complessiva del nostro Paese!

Cristiani e vita politica in Pakistan

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Il Pakistan non aderisce al Trattato di non proliferazione nucleare, al pari di Israele dell’India e della Corea del Nord ritiratasi da esso nel 2001 dopo averlo firmato nel 1985. Anzi, il Pakistan, nel quadro di un’antica rivalità con l’India soprattutto ma non esclusivamente per il controllo di una zona di confine a cavallo tra i due Paesi e in virtù della tecnologia e dell’assistenza del regime comunista cinese, è stata capace di far esplodere nel 1998 la sua prima bomba atomica. Il fatto che Pakistan e India possiedano entrambi armi nucleari dev’essere considerato come un possibile fattore di stabilizzazione o di ulteriore destabilizzazione di quella regione asiatica?2010_05_6_11_28_55

Non è semplice dare una risposta univoca a questa domanda, dal momento che il Pakistan confina anche con l’Iran, sempre tentato di darsi armamenti nucleari e nei cui confronti ha rapporti amichevoli, ed è il secondo maggior Stato musulmano nel mondo dopo l’Indonesia, confinando inoltre su altri lati del suo territorio con Cina ed Afghanistan, per cui la sua posizione geopolitica è di fondamentale importanza strategica per gli equilibri politici e militari dell’intero pianeta. Tanto più se si pensa che l’India, con cui il Pakistan è in attrito, in tempi recenti ha stipulato con lo Stato di Israele, che invece è in forte attrito con l’Iran, una serie di importanti accordi tecnologici e militari oltre che commerciali: basti pensare che l’India è il  maggior acquirente mondiale di armi da Israele e che quest’ultimo è il Paese al mondo che ne compra di più dall’India subito dopo la Russia.

Natale amaro nella Mezzaluna fertile

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(pubblicato in www.interris.it in data 26 dicembre 2014)

di Maurizio Piccirilli

Natale nelle catacombe per migliaia di cristiani sopravvissuti alla pulizia etnica dell’Isis in Siria e Iraq. In tutto il Medio Oriente, culla delle religioni monoteistiche, assistiamo a persecuzioni, genocidi e violenza diffusa. Guerre totali. Nessun Paese della regione è risparmiato. In Libano il fragile equilibrio tra le diverse confessioni vacilla sotto i colpi di atti terroristici. A Gerusalemme e Betlemme la tensione è così alta che ha offuscato le luminarie della Natività. A Gaza la fervida comunità cristiana ha celebrato queste festività nel dolore e nella sofferenza di privazioni e paure. Situazione drammatica anche in Egitto dove il Natale ortodosso che verrà celebrato solo con l’arrivo dell’anno nuovo, è atteso con timore nel ricordo delle stragi di quattro anni fa nelle chiese copte di Alessandria e Il Cairo.mus

Natale a luci soffuse nella cattedrale di Tripoli in Libia dove le milizie islamiste hanno da tempo preso il controllo. Ma Gesù è tornato ancora a nascere nella notte del 25 nella piccola chiesa della Divina Provvidenza nel compound italiano a Kabul, dove Padre 3aeuXmgQ1DbPV4teYs=--Giuseppe Moretti ha celebrato la messa per i tanti cristiani, di diversa confessione, che vivono nella capitale dell’Afghanistan.

Una situazione surreale fino a 11 anni fa. Gran parte di questo dramma che non colpisce solo i cristiani, ma che in questo periodo per loro assume tonalità ancora più cupe, ha avuto come detonatore quella disgraziata guerra a Saddam del 2003. Conflitto contro il quale Giovanni Paolo II, già debilitato dalla malattia, urlò la sua avversione. Gli Stati Uniti e i suoi alleati, Italia compresa, hanno abbattuto il tiranno Saddam Hussein ma hanno anche gettato nel caos l’Iraq e i Paesi vicini. E dato il via a persecuzioni etniche e religiose.

Per un’economia del buon senso

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E’ vero che, come va ripetendo da mesi in modo martellante Matteo Salvini (leader della Lega), ben sette premi nobel hanno criticato l’euro, quasi tutti in tempi non sospetti, ritenendo la moneta unica una soluzione del tutto inadeguata al corretto e proficuo funzionamento dell’economia europea, ma è altrettanto vero che nessuno di loro ha mai suggerito ai paesi membri dell’Unione Europea, e in particolare a quelli periferici e maggiormente in difficoltà, di uscire dall’euro, tanto che, per dire la verità, lo stesso Salvini,

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Chi siamo e cosa vogliamo

img2Mi chiamo Francesco Luciani, abito a Cosenza, sono un docente di filosofia e storia in pensione, ho scritto e pubblicato libri e articoli; sono cattolico per grazia, convinzione e riconoscente devozione, dopo esserlo stato in una precedente fase della mia vita per semplice educazione e tradizione; sono già responsabile di un sito cattolico e mariano denominato www.foglimariani.it e i miei interessi spirituali, sotto l’incessante spinta di una grave crisi storica che non accenna a diminuire, mi portano oggi ad estendere il mio impegno alla dimensione specificamente politica della nostra vita associata. Continua a leggere