Gender: grave questione politica

bufal-genderAppena papa Francesco usa termini giusti, precisi, inequivoci, per nulla concilianti e privi di possibili ambiguità, ecco che laicisti e progressisti radicali come cristiani permissivi e disposti a tollerare ogni genere di trasgressione morale nel nome dei diritti universali dell’umanità, mettono da parte il loro plauso abituale per il pontefice argentino e lo rendono bersaglio di un linguaggio caustico suscettibile di evolvere verso quelle forme di aperta ostilità che tutti coloro che non guardano al mondo con gli occhi di Cristo ma a Cristo con gli occhi del mondo prima o poi manifestano verso chiunque si trovi a guidare la Chiesa.

Per esempio, sul blog di Beppe Severgnini, si può leggere una testimonianza molto significativa: «anche una persona buona e intelligente può dire assurdità. Buono questo Papa, intelligente questo Papa, simpatico da morire questo Papa, ma si dà il caso che anche una persona buona, intelligente, simpatica da morire, qualche volta possa dire assurdità. Durante la sua visita a Napoli, Papa Francesco, a proposito della famiglia ha detto che tra le minacce più insidiose c’è “la teoria del gender, uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione”.

In realtà, la confusione la fa il Papa e tutti coloro che parlano di “teoria gender” o di “ideologia gender”. Esistono la teoria della relatività, la teoria darwiniana dell’evoluzione delle specie, la teoria psicanalitica, le teorie dell’apprendimento, e via di seguito per un bel pezzo, ma non esiste nessuna teoria gender. Esistono gli studi di genere (gender studies). Essi sostengono che fino ad oggi la società si è strutturata sulla prevalenza di un genere su un altro. Il maschilismo, attraverso il patriarcato, ha imposto per millenni il controllo sociale su donne e infanzia, reprimendo le diversità e segnatamente l’omosessualità. Qualche anima saggia e buona tenta di evitare che questo “sbaglio della mente umana” persista. Tutto qua. Come si può arrivare ad affermare che tipi diversi di famiglie possano costituire un pericolo per la famiglia tradizionale? Sarebbe come affermare che materiali diversi dai mattoni, per la costruzione di una casa, vadano a scapito della casa e dei mattoni. Solo la mancanza d’amore, solo l’odio può distruggere una famiglia, e la mancanza d’amore e l’odio hanno poco da spartire con gli studi gender, e con le buone intenzioni di coloro che lottano contro le discriminazioni in base al sesso e all’orientamento sessuale».

E invece, no, cari intelligentoni alla Beppe Severgnini o alla Daria Bignardi; perché parlare del gender come di una semplice e perniciosa teoria non è affatto un’assurdità; perché i gender studies, come qualunque tipo di studi o di indagini, sono necessariamente finalizzati ad elaborare o a giustificare una determinata teoria; perché, poiché tutto ciò che la natura produce non è sempre e necessariamente “normale”, l’omosessualità non è affatto un fenomeno che abbia a che fare con la diversità ma piuttosto con una realtà psico-fisica alterata o anomala; perché la distinzione biologica dei sessi e la famiglia tradizionale possono essere messe in discussione solo da un arbitrario e insano uso della mente; perché la teoria gender è al tempo stesso un’ideologia che nega, sulla base di interessi psicologici precostituiti e di un’analisi distorta di elementari realtà naturali, la differenza ontologica tra genere maschile e genere femminile facendone un semplice prodotto culturale; perché paragonare la famiglia umana al mattone è indice di profonda stupidità, perché il significato di parole come amore e odio è molto più complesso di quanto non riescano ad immaginare certi loro presunti paladini, perché la lotta alle discriminazioni umane non può essere intrapresa in un’ottica di menzogna e di mistificazione com’è certamente quella in cui si muovono questi profanatori dell’umano e del religioso.milano-gender

In realtà, quella del gender non è una questione da sottovalutare perché essa costituisce una rilevante questione politica e culturale, in quanto l’ideologia gender si prefigge fondamentalmente di decostruire tutti quelli che sono pilastri insostituibili della civiltà umana: la maternità, la paternità, la filialità, la nuzialità, la complementarietà uomo-donna. Tutto ciò, in altri termini, viene interpretato arbitrariamente come semplice costruzione culturale e sociale e non come un dato costitutivo originario. E si comprende bene come, in questo modo, potenti lobbies omosessualiste e non omosessualiste, richiamandosi in modo volgarmente strumentale alla dignità e ai diritti inalienabili di ogni individuo, tentino di scardinare in Occidente, sul piano culturale come su quello politico-legislativo, una società fondata essenzialmente sul matrimonio e sulla famiglia tradizionali.

Purtroppo, il gender, parola volutamente ambigua che sta sostituendo soprattutto nei principali organismi internazionali la parola “sesso”, è sempre più di moda tanto che, sin dalla “Conferenza mondiale delle donne” di Pechino del 1995, esso è diventato il cuore della strategia di azione delle Nazioni Unite, le quali, come qualcuno ha scritto giustamente, promuovono ormai ufficialmente il “gender-diktat”. Perciò, non sarà mai inutile lavorare, anche o soprattutto in sede politica, ad una mobilitazione volta a neutralizzare un sempre più massiccio fronte gender che avanza dietro una maschera di parole dal sapore altruistico e umanitario come uguaglianza, dignità, parità di genere, libertà di scelta, diritti, progresso, autonomia e emancipazione, salute riproduttiva, sviluppo sostenibile (tutti termini ed espressioni contenuti appunto nei documenti ONU) ma che si propone solo di favorire quella “prospettiva di genere” che dovrebbe rimuovere gli stereotipi di maschio e femmina, considerati superati e inadatti a rappresentare la complessità sociale contemporanea.images (25)

Soprattutto i cattolici non possono non capire che è in atto un grave attentato all’essenza stessa dell’umanità: non opporre resistenza a tale attentato significherebbe rendersi complici del progetto satanico di dar luogo ad un uomo senza identità.

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