La guerra e i tragici Orsini di turno!

C’è molta gente comune in Italia che dà del “cretino” e del “raccomandato” a quel professor Orsini che, a differenza di diversi altri intellettuali ben più qualificati e distaccati di lui, cerca di intrufolarsi nel maggior numero possibile di studi televisivi italiani. “Cretino”, perché sembra non aver ancora capito che, dinanzi a prepotenti patentati quali possono essere delinquenti comuni, mafiosi, camorristi, colletti bianchi capaci di violenza e vessazione intimidatorie o ricattatorie, e naturalmente farabutti e criminali come i Putin e i suoi sodali, uomini e popoli che abbiano ancora alto il senso della dignità e dell’onore non possono essere disposti a chinare il capo e a lasciarsi asservire senza opporre alcuna resistenza, ma reagiscono con tutto il coraggio e i mezzi di cui dispongono non solo per difendere e proteggere la propria vita e soprattutto quella dei propri cari, dei propri cittadini e connazionali, ma anche per testimoniare la loro istintiva fedeltà a ideali di giustizia, di civile convivenza internazionale e di rispetto della propria identità nazionale. “Raccomandato”, perché questo professorino, uscito dal nulla e dalla provenienza politico-culturale molto incerta e ambigua, e che ripete a pappagallo, in qualunque sede venga invitato e intervistato, tre o quattro concetti che non richiedono certo particolare studio ed appartengono ad un ben riconoscibile formulario ideologico, molto probabilmente sarà stato inserito nel mondo massmediale nazionale da uno dei tanti e mediocri potenti di turno che, in questo caso specifico, si trovino ad avere interessi politici e finanziari coincidenti con quelli sterminati dell’area russa di Putin e dei suoi ricchissimi, ingordi e cinici oligarchi.

Tanto più “raccomandato”, molti osservano, quanto più si pensi al fatto che, per sua stessa ammissione, Orsini era stato un allievo assai scadente durante gli studi liceali classici, tanto da essere persino bocciato in prima liceo. In questo caso, la natura di quella bocciatura non era stata del tutto fortuita, occasionale, corrispondente ad uno di quegli incidenti di percorso che possono capitare anche ai grandi geni o ai geni incompresi dell’umanità, ma avrebbe rappresentato l’esatto riflesso della insignificante personalità intellettuale e morale del soggetto in questione.  

Quello che Orsini, docente di sociologia del terrorismo internazionale (!), continua a dire in queste ore è, in effetti, espressione di un sapere dozzinale, da un punto di vista storico e geopolitico, e di una mancanza di spiritualità che non possono non lasciare attoniti i malcapitati che si trovino casualmente ad ascoltare le sue parole: «Ho detto che la strategia dell’Europa di mandare armi avrebbe portato ad una mattanza e i fatti mi hanno dato ragione. Da quando abbiamo dato armi all’Ucraina abbiamo avuto molti più morti tra i civili e tra i soldati, molte più fosse comuni e molte più città devastate … Prima di essere linciato, io non ho mai detto che dobbiamo rimanere con le mani in mano e stare a guardare senza dare le armi. Ho detto che serviva una strategia totalmente diversa, ma non ho mai detto che bisognava rimanere fermi senza far nulla … La guerra entra in una nuova fase. Credo che Putin cercherà di conquistare il Donbass, non è escluso che decida poi di puntare su Kiev. C’è un elemento di speranza, che richiede un’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa … Putin è entrato in Ucraina con un obiettivo minimo, il Donbass, e un obiettivo massimo, tutta l’Ucraina. Cercherà di assicurarsi il Donbass, poi quello che farà nei confronti di Kiev dipende in larga parte da noi. Se non abbiamo la capacità di stabilire un dialogo vero con Putin, le probabilità che lui possa decidere di puntare su Kiev e di conquistarla interamente aumenteranno … Credo siamo andati troppo avanti e sia troppo tardi. Adesso penso sia molto difficile fermare Putin a questo. Dobbiamo evitare di fornirgli incentivi e punti anche su Kiev. Donbass e Crimea se li sta prendendo, è improprio dire che bisogna lasciarglieli» (ADNKRONOS del 12 aprile 2022).

Che è come dire, nello stesso momento, tutto e il contrario di tutto, addossando ogni responsabilità della continuazione o della cessazione della guerra in atto esclusivamente al cosiddetto mondo occidentale e, in nessun caso, a Putin, per il semplice fatto che questi avrebbe le sue “buone ragioni”, ha in mano le leve del potere nucleare, ha piena facoltà di ridurre in cenere in un solo istante l’intero pianeta. Perciò, guai a provocarlo, a indispettirlo, e, tanto meno, a resistergli militarmente fino al punto di provocarne l’umiliazione.

Bisogna pacificarsi con l’ex spia del KGB non secondo diritto, non secondo giustizia, non secondo princìpi di ragionevolezza e reciproca comprensione, ma semplicemente perché quella ex spia ha il destino del genere umano nelle proprie mani. Perché poi il suo delirio di onnipotenza dovrebbe limitarsi al territorio ucraino del Donbass e non estendersi ad altri territori nazionali europei, è questione che il napoletano Orsini non si preoccupa di prendere in seria considerazione, trattandosi di questione non all’ordine del giorno.

Molti giustamente dicono: che razza di scienziato, di sociologo, di esperto di terrorismo internazionale è mai questo tizio! Costui sostiene che, se non ci fosse stato un invio europeo di armi agli ucraini, a quest’ora non ci sarebbe stata una mattanza pari o superiore a quella che c’è stata, non ci sarebbero stati tutti quei morti tra civili e soldati, tutte quelle distruzioni di strutture e infrastrutture sull’intero territorio ucraino. Non che non si dovesse combattere e non si dovessero rifornire di armi gli ucraini, precisa il molto presunto esperto di terrorismo, ma ciò che era necessaria ed è invece venuta completamente meno è una strategia europea totalmente diversa. Cioè: quale strategia? Orsini non lo dice in modo esplicito, pensando che se non lo intuiamo, la colpa è di coloro che, essendo limitati, non afferrano il concetto, ma in realtà egli sottintende il concetto per cui gli europei, lungi dal manifestarsi aggressivi verso Putin, avrebbero dovuto e dovrebbero mostrarsi indulgenti e più accomodanti, appunto per non incattivire ulteriormente l’orso russo-siberiano.

Quindi: l’Ucraina avrà pure tutte le ragioni del mondo nel voler difendere la propria indipendenza e la propria sovranità nazionale, ma, al cospetto di un tale che minaccia di distruggere il mondo e ha gli ordigni nucleari per farlo, sarebbe del tutto irragionevole opporsi accanitamente al suo esercito e, anzi, continuare a dichiarare la resistenza ad oltranza contro l’invasato e crudele invasore, fino all’ultima goccia di sangue di ogni ucraino e ucraina in armi sul campo di battaglia.

Uno che ragiona così, non solo è un falso saggio che predica antievangelicamente pace senza giustizia e senza diritto, ma è uno che ignora profondamente la storia dei popoli, che è sempre stata storia della libertà contro la tirannia, ed è anche un soggetto accecato da pericoloso, anche perché inconfessato, fanatismo ideologico che, mentre non si preoccupa della preservazione della libertà e della democrazia delle società occidentali,  teme semplicemente che la grande madre Russia, in vero la Russia matrigna e non zarista ma nazista di Putin, possa uscire addirittura militarmente sconfitta dalla guerra dichiarata all’Ucraina. D’altra parte, tutto in Ucraina e gran parte dello stesso popolo ucraino, sono stati già spietatamente distrutti: solo la vittoria ancora non è stata conquistata, una vittoria che in nessun caso potrà e dovrà essere riconosciuta ai carnefici e che i popoli liberi e ogni credente cristiano devono sforzarsi di assicurare, con l’aiuto determinante di Dio, all’eroico e glorioso popolo ucraino, che tale è in questo frangente, a prescindere dalle sue possibili colpe di fronte a Dio e agli uomini. Contro i tanti tragici Orsini di turno!  

Francesco di Maria

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